Se i due autori di questo progetto esercitassero la loro professione in Italia quest'album non avrebbe mai visto la luce. La lentezza e l'inaffidabilità delle Poste Italiane avrebbe fatto desistere anche il piú caparbio dei musicisti.

Ben Gibbard e Jimmy Tamburello per nostra fortuna sono americani e negli Stati Uniti almeno il Postal Service (da qui il nome del gruppo) funziona come dovrebbe.
L'interminabile scambio via postino di demo con canzoni abbozzate, ritoccate e definite, che i due hanno utilizzato per la realizzazione di questo progetto, è quindi potuto avvenire con una certa velocità e di questo non possiamo che essere contenti.

Pur frutto di esperienze maturate in scene musicali distanti tra loro (Gibbard proviene dalla emo band Death Cab For Cutie mentre Tamburello è il dj nel progetto elettronico Dntel), "Give Up" è il frutto di un fortunato e collaudato sodalizio in grado di produrre un solare elettro-pop.
Dieci tracce costruite su un melodico tappeto elettronico fatto di drum beats e keyboards sul quale voce e testi di Gibbard creano atmosfere romantiche e positive in cui è un piacere immergersi.

Pensate ai Postal Service come una versione indie e rinnovata dei New Order e a quest'album come ai Kings of Convenience che insistono con le sonorità di "Versus" appendendo definitivamente al chiodo la chitarra acustica, o ai Notwist che si sono finalmente decisi a pubblicare tutte le canzoni nate dalle sessions del meraviglioso "Neon Golden".
In questo modo vi siete fatti un'idea di un piacevole progetto nato forse per passatempo, forse come distrazione da altre attività, ma senz'altro tra i piú interessanti dell'ultima scena indipendente americana.

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