VOLARE NEL CIELO DEL NORD

ovvero "È difficile restare arrabbiati quando c'è tanta bellezza nel mondo"

La fine di Settembre, ovvero foglie che ancora non cadono, ma ci sono quasi. La fine di Settembre, ovvero l'"Introduction" del secondo disco del supremo Nick Drake. Nel vento piano piano si insinua un tono leggermente azzurro, leggermente freddo. Il sole cala un po' prima. Alla mattina si vuole stare nascosti tra le coperte un pochino di più. Ci sveglia "Hazey Jane II"... chissà perchè viene prima di "Hazey Jane I", chissà perchè è vagamente allegra, forse l'unica canzone appena spensierata dell'artista di Tanworth-In-Arden. Cantiamo una canzone per Hazey Jane prima che i colori degli alberi virino verso un autunno sognato ai rintocchi violinistici di "At The Chimes Of A City Clock". Immaginiamo un futuro per Nick Drake nascosto tra i rimpianti di "One Of This Things First" e i delicati sussurri di "Hazey Jane I".

"Ti senti come una rimanenza di qualcosa che è passato", ti senti come immerso nel tramonto strumentale della title-track. È ora che arriva una delle canzoni, anzi poesie, più belle che abbia mai ascoltato, letto, sognato. Il cuore si apre nell'ampio respiro di "Fly", un volo che ci toglie il fiato, che ci fa rimanere a bocca aperta, come sospesi in un limbo che è sogno, come avere una seconda possibilità nella vita, come avere una seconda grazia, come Richie Tenenbaum che torna a casa in autobus dall'ospedale dopo il tentato suicidio, come l'effimera illusione di scoprirsi un secondo volto. Un volto sfiorato da una carezza evaporata con la rugiada al mattino, sublimata con un sottofondo di cori neri in "Poor Boy", brano vagabondo tra percorsi di fiati e ricami pianistici.

L'opera si spegne nell'immenso eppure leggero soffio di "Northern Sky". Nel cielo del nord danza questa "emozione trattenuta nel palmo della mia mano", sembra calare, e poi si alza di nuovo, gira su se stessa, risorge a tratti, come la busta di plastica di "American Beauty", come quella breve sequenza dove percepiamo il tenue tocco di qualche divinità.

Qualche divinità che forse ci guarda nascosta tra le nuvole di "Sunday" e finalmente sorride per noi, ancora qua ad affannarci in questa Milano immersa nel fine Settembre più dolce e malinconico che ci sia.

Postilla: sicuramente più che la mia recensione, sono una strofa di "Northern Sky" e una citazione di "American Beauty" a meglio trasmettere i sentimenti evocati da questo disco:

"Non ho mai provato una magia folle come questa, non ho mai visto lune che conoscessero il significato del mare né trattenuto un'emozione nel palmo della mia mano o provato dolci brezze sulla cima di un albero, ma ora che sei qui ravviva ogni cosa mio cielo del nord!"

"È difficile restare arrabbiati quando c'è tanta bellezza nel mondo. A volte è come se la vedessi tutta insieme ed è troppa... il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare... e poi mi ricordo di rilassarmi, e smetto di cercare di tenermela stretta... e dopo scorre attraverso me come pioggia... e io non posso provare altro che gratitudine per ogni singolo momento della mia stupida piccola vita"

da "Fly"

"Vieni, vieni a sederti sulla staccionata al sole E le nuvole rotoleranno via e non negheremo mai Che è veramente troppo difficile volare(...) Ho solo bisogno della vostra stella per un giorno Così, vieni a fare un giro sulla mia macchina vicino alla baia. Perché adesso devo sapere come sei bella a tuo modo E il mare sicuro come lo sono io Ma lei non avrà bisogno di piangere Perché è veramente troppo difficile volare"

(Le traduzioni dei testi di Nick Drake sono tratti da http://nickdrake.altervista.org/, i riferimenti cinematografici sono "American Beauty" di Sam Mendes e "The Royal Tenenbaums" di Wes Anderson)

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