Come trovarsi in un angolo qualsiasi del mondo ad un'ora qualsiasi e avvertire, immancabilmente, una struggente sensazione di malinconia...  
A Silver Mt Zion è, probabilmente, il più conosciuto e prolifico tra i side project del gruppo canadese dei Godspeed You Black Emperor!, e forse anche il più simile come approccio musicale a quello della band madre, sebbene riveli a più riprese una intimità maggiormente marcata. Partiture apocalittiche, quasi completamente strumentali, per una band-orchestra in questo caso ad organico ridotto, quasi da camera la si potrebbe definire (nei dischi successivi avrebbe accresciuto il numero dei componenti), eppure capace di creare vortici emotivi di straziante bellezza, semplici nella reiterazione di un tema per archi e capace di trascinare l'ascoltatore con sé nel suo ascendere verso impensabili altezze (Sit in the Middle of Three Galloping Dogs).
Eppure è nel tornare giù, negli abissi, che questa musica trova la sua dimensione più consona e naturale, ed ecco, ancora, lo stesso tema portante della prima parte di questo disco, dipanarsi lungo una scala che stavolta discende, continua (Stumble Then Rise on Some Awkward Morning), verso luoghi non definibili, lasciandoci in un non meglio specificato luogo silenzioso e probabilmente buio (Movie, Never Made), dove un cantato e una musica sommessa accolgono chi giunge in visita, parlandogli di città in rovina, forse memorie di una guerra combattuta o ancora in corso di combattimento, una come tante, insomma...  
13 Angels Standing Guard 'Round The Side Of Your Bed è un incontro di spiriti e malinconia, quasi coda al racconto della devastazione immediatamente precedente, ma non hanno direzioni differenti le canzoni a seguire: "don't tell me that I am free, 'cause I have not been well, Lately" recita una voce in Blown Out Joy From Heaven's Mercied Hole, ma è un suono quasi ai confini del sussurro, è compito della musica rendere lo stesso concetto, ribadirlo, riuscendovi in maniera mirabilmente più espressiva di qualsiasi parola; corde di violino e tasti di pianoforte giocano ad intersecare suoni struggenti, qui come già altrove, e come, ancora, nella magistrale e conclusiva For Wanda.
Ma sono suoni distanti, ognuno a suo modo, quasi in secondo piano, rispetto all'unico, invariabile e costante protagonista di queste dilatate atmosfere: il fragoroso silenzio che tutto avvolge...

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