Film del 1979 diretto e sceneggiato da Steno (Febbre da cavallo, 1976), interpretato ottimamente da Renato Pozzetto, Edwige Fenech e Massimo Ranieri.

E' la storia di un operaio, uomo tutto di un pezzo, soprannominato dai compagni (è proprio il caso di dirlo) Ghandi. Ghandi (Pozzetto) è un grosso sostenitore del partito comunista e della causa operaia e si occupa da buon sindacalista dei problemi dei colleghi (comabattendo con la classe dirigente per ottenere un depuratore da piazzare nella fabbrica di vernice dove lavora). E' fidanzato con una meravigliosa Edwige Fenech, un po' annoiaita dal suo essere spesso fazioso e monotematico, ma innamorata e con progetti concreti. Una sera Ghandi, tornando a casa, accorre in difesa di un giovanotto (Massimo Ranieri) pestato da una banda di teppisti nazisti, ed una volta fatti scappare ospita il malcapitato a casa sua. Non ci vorrà molto per scoprire che Ranieri è omosessuale.

La frequentazione del Ghandi farà vacillare la sua reputazione tra amci, colleghi e fidanzata. Un viaggio ricostituente nella patria comunista per eccellenza, la vecchia unione sovietica, lo aiuterà a rivedere le sue posizioni sessuali, sulle quali lui stesso aveva cominciato a dubitare. Si riapproprierà con forza della propria immagine e virilità, continuando con forza a sostenere la causa del più debole e discriminato amico omosessuale.

Il film vuole illuminare sulla questione omosessualità e sottolineare la necessità di una presa di posizione del partito comunista anche rispetto a categorie dimenticate. Pozzetto è superuomo e paladino della difesa dei deboli e degli emarginati. Si vede accusare su tutti i fronti di essersi schierato a sostegno di figure discriminate e disprezzate, ma darà una lezione di carattere e porterà fino in fondo le sue idee e farà valere il suo carisma, contro tutti gli scettici. La recitazione è assolutamente convincente, soprattutto il cast maschile. Le tematiche, per l'anno in questione, fresche e significative.

Un capitolo di spessore della commedia italiana.

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