Un gioiello. Il gioiello. Come si potrebbe descrivere un disco tanto sconosciuto quanto singolare, promettente, ed oscuro come il primo Full Lenght degli svizzeri Samael?

Si sta parlando di uno dei capolavori che mi hanno letteralmente tolto le parole di bocca, come mi hanno stupito "Ceremony Of Opposites", "Blood Ritual", "Passage", "Reign Of Light"... Insomma, tutta la discografia dei Samael. Nonostante la produzione alquanto scarsa, la musica sa penetrare fin nel profondo nell'animo di chi ascolta la torbida blasfemia gridata dalla voce malata e demoniaca di Vorphalack (ora noto come Vorph).

Ogni singolo brano, una lama silenziosa e letale che ci mostra l'orrore in ogni sua minuta sfaccettatura. A partire da "Sleep Of Death", le chitarre attaccano, graffiano, lacerano lentamente, mentre il terribile accompagnamento vocale ci ricorda che la Morte è sempre in agguato. Poi si passa all'inesorabile Title Track, "Worship Him", più lenta della precedente, ma non per questo meno violenta, anzi, questo brano di sei minuti e mezzo è l'apogeo della claustrofobica angoscia dentro la quale si cela tutto il genio dei Samael. Batteria martellante e ossessiva, riffs di chitarra lenti e paurosi, vocals provenienti dall'inferno che invocano il demone Samael, attraverso un'anafora presente all'inizio di tutte le frasi del testo, ripetuta fino alla conclusione (He is life. He is death. He is virtue. He is vice...). Il brano successivo, "Knowledge Of The Ancient Kingdom", è un mid-tempo da brividi, e "Morbid Metal" ci scuote per la sua convulsa imprevedibilità. Abbiamo poi un perfetto intermezzo strumentale, "Rite Of Cthulhu", di soli due minuti ma incisivo e inquietante (Cthulhu è un demone inventato dal Maestro H. P. Lovecraft). Ci incamminiamo nuovamente verso il termine del cd, con altri due brani veramente ottimi, "The Black Face", "Into The Pentagram", che si pongono sulla falsa riga dei precedenti, inesorabili e spietati.

Dopo "Messenger Of The Light", ultima track con le vocals di Vorphalack, i Samael decidono di lasciarci concludere il loro Album con altri due pezzi strumentali, ovvero "Last Benediction", composta da sola tastiera e che richiama una densa atmosfera contemplativa ed oscura, ed infine "The Dark", titolo adatto a questa evenienza: ultimi assoli di chitarra, profondi, che lasciano poi nel silenzio più assoluto, invitandoci a meditare su quanto ascoltato finora.

E' con questo album, che la band si fa immediatamente notare, pur rimanendo in incognito, sconosciuti e nascosti. I loro album non sono quasi mai stati discussi, eccetto gli ultimi, dove vediamo un radicale cambiamento di stile. In ogni caso, questo non è un cd Black Metal qualunque, poichè assume canoni diversi da quelli classici della scena Black.

Immortale e indiscusso. "Worship Him".

VENERALO.

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