Modest Mouse. Il primo nome che ho sputato fuori dopo il primo ascolto di questo miracoloso album. Irrazionalità, rabbia impulsiva, immagini di provincia americana, esistenze inquiete, ipersensibilità, grida, fuga interiore, acidità di stomaco, bassa fedeltà, alta qualità.
In realtà impossibili da tracciare vista l'eterogeneità del contenuto, disperso in una marea di improvvisazioni art-rock, la sensazione generale è quella di aver scoperto un gruppo sveglio, capace, eclettico, giovane, incosciente, ma soprattutto creativo e di talento.

La partenza è di quelle fulminanti con "Floral Design in a Straight Line" dove la velocità coinvolge e ammalia, spinge su i battiti, chorus ripetitivo e ammiccante, deviazione e si riparte in quinta, ed è già amore. Le altre tracce non faranno che confermare questa cotta.
I suoni sono quelli indie che piacciono tanto a me ma le contaminazioni sono punk, new wave, elettropunk (si perchè loro la tastierina ce l'hanno), Guy Picciotto (!?!?), addirittura fa capolino il rap dei Beastie Boys, ma non storcete il naso, qui tutto fila che è un piacere!

Vi preannuncio che in estate verranno in Europa e che i loro concerti non hanno scaletta, si improvvisa alla grande, perché a detta loro "se ti suono il cd preciso che vale il concerto?", il batterista (nonché cantante) fa il chitarrista, il tastierista fa quello che gli pare, insomma, dei pazzi. Non credete che la loro anticonvenzionalità sia studiata, perché fino ad oggi di soldi ne hanno visti veramente pochi, credo più nella loro pazzia adolescenziale.

20 tracce per scoprirli, proprio ora che sono nel bozzolo, pronti per spiccare il volo.
Mmh...che voglia di farveli ascoltare... e allora correte, correte più veloci delle teste bagnate!!!

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