Una Butterfly piccola piccola

Prendere un masterpiece come l'opera Butterfly di Giacomo Puccini e renderla un album vivente, con immagini virtuali, musica hi-tech e un pugno di esecutori midi (live), rappresentandola in un piccolo teatro di Roma (Piccolo Lirico-Teatro Flaiano), situato in una piccola strada alle spalle del Pantheon ed avere come protagonista una Cio-Cio-San di soli 19 anni (la stessa età dell'eroina pucciniana quando Pinkerton torna per prendersi il figlio nato dalla loro relazione quando lei ne aveva appena 15) è il succo di una rivisitazione che all'insegna del tutto "piccolo" ho trovato veramente "grande". Innanzitutto per i grandi mezzi messi a disposizione di uno spettacolo lirico che, fregandosene della tradizione del tutto "grande", ha surclassato le mastodontiche rappresentazioni stantie delle sedi preposte per questi spettacoli, immettendo nella realizzazione scenica e musicale ogni possibilità di nuova tecnologia. Anche il prezzo era piccolo, rispetto a quelli proposti dai boxoffice degli enti e teatri lirici, per un risultato che direi molto coraggioso e convincente. Faceva impressione vedere nella buca dell'orchestra tre fanciulle e un giovane musicista eseguire la partitura quasi tutta come primi e secondi violini, ottoni ed archi, oltre ai colori orientali voluti dal grande Giacomo Puccini. Ma tant'è, questa Butterfly piccola piccola mi è entrata nel cuore e nelle orecchie e la serata è passata veloce e piacevolissima. I temerari (penso a come giudicheranno blasfema questa operazione i critici musicali che frequentano il Teatro dell'Opera o la Scala) alternano le recite di  "Madama Butterfly" con la "Tosca" fino al 30 maggio 2009. E a quanto mi è stato detto, per questo ultimo titolo, hanno già superato un'ipotetico guinness dei primati con più di trecento repliche che per chi s'intende di produzioni operistiche è veramente eccezionale.

 Carola Lani

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