Io mi chiedo come si continui a parlare, celebrare e fare uscire singoli fino all'anno scorso da un album inutile e per di più uscito più di tre anni fa.. Lasciando perdere la tipica introduzione sul gruppo che tutti conoscono, dico solo che questo è il secondo album dopo il primo omonimo da semi-sconosciuti uscito nel 2002.

Molti si sono fasciati la testa o non hanno dormito la notte cercando di definire questo e altri gruppi. Fanno metal? No, forse punk? Nemmeno lontanamente... Allora emocore? Ma quale? Questo non è altro che un album rock come tanti senza menate varie. Le dieci tracce sono di quanto più sciatto il mercato discografico possa proporre. Generalmente da una rock band ti aspetti qualche assolo, cambi di tempo invece niente di tutto questo, il gruppo con gli strumenti in mano non riesce a fare quasi niente incredibile! Ma quello che più irrita è la riproposizione delle ennesime strutture che compongono le canzoni che si ripetono dall'inizio alla fine del disco senza nessun cambiamento.

Prendiamo la traccia di apertura "Attack", si ok carina e molto orecchiabile devo ammetterlo.. Ma passiamo avanti dalla numero due fino all'ultima cosa notate? Incredibile ma vero le canzoni sono tutte uguali. Certo ci sono canzoni più lente e non, ma la struttura dei pezzi rimane invariata seguendo uno schema prestabilito: strofa sempre tranquilla, ritornello finto incazzato in cui il frontman si sgola (in cui fate caso il cantante nelle varie canzoni si fissa a ripetere nei ritornelli sempre le due parole chiave che subito ti entrano in testa, vedere in "Attack" il "run away run away" etc etc) e poi la parte centrale dei componimenti che è davvero brutta e tremendamente statica. Ora delle singole canzoni che dire, tutte tremendamente orecchiabili e patinate che rimangono subito sullo stomaco, dovendo salvare qualcosa salvo la già citata "Attack" e poco altro. Dalla seconda traccia in avanti parte un copia e incolla spaventoso, un riciclo di idee mal riuscito. La tanto acclamata "The kill" (non mi importa se i loro video citano i grandi del cinema, contano le note) di degno di nota ha solo la melodia base forse (anche se il finale della canzone ricorda vagamente il riff base del pezzo "Smile in your sleep" dei Silverstein), poi tutto irritante a partire dai refrain appiccicosi finendo per il 'magnifico' screaming finale giusto per far vedere di essere dei duri e accalappiarsi nuove leve. Punto di domanda: che centra la codesta tecnica vocale innestata su niente altro che su un sound rock classico? La risposta è semplice: anni fa per vendere dovevi farcire le tue opere con effetti elettronici e condire il tutto con frequenti muri di chitarre tipici del nu, oggi vanno di moda gli urletti fini a se stessi e i nostri cavalcano alla grande questa onda. Per il resto, i nostri ci fanno sapere qual è il terzo comandamento della bibbia dei gruppi fake emo dopo il look da circo e i titoli lunghi e impronunciabili, ma si proprio lo screaming costruito.

Gli altri spunti interessanti arrivano da una discreta "Savoir" con refrain anthemico e finalmente non 'schiamazzato' mi si passi il termine, mentre la melodica ?The fantasy? annegata in un brodo inutile, si fa apprezzare però per la sua scanzonatezza e allegria che emerge sui ritornelli, quasi simil pop-punk. Il peggio del peggio si ascolta (si sente? Siamo li insomma) con i due singoli "The fantasy" e "A beautiful lie" da molti spacciate come le migliori del platter sono tremendamente orribili. Qualcuno qui direbbe pop mascherato dietro i chitarroni, no non voglio essere così banale. Piuttosto da qui si evincono tutti i difetti che affliggono il gruppo: produzione, cantato e scarso livello compositivo (già detto prima). La produzione è terribilmente cannata e il tutto risulta overprodotto, per di più i suoni risultano sfasati passando da tonalità basse a tonalità alte (dei refrain) senza la benché minima gradualità e il tutto crea fastidio all'orecchio. Si ascolti "The fantasy" che passa dai suoni pop dei versi al suono spacca timpani del ritornello. La prestazione del caro Jared Leto risulta nella sua teatrale drammaticità spesso patetica, soprattutto quando cerca in tutti i modi di prendere le note in screaming o comunque cercare l'estensione vocale a tutti i costi. Il difetto principe senza girarci intorno troppo è semplice: questi non riescono a staccarsi dai soliti ritmi, melodie e si ripetono all'infinito stancando presto.

Per dovere di cronaca dico anche che al disco sono abbinate due bonus track: "Battle for one" e "Hunter". La prima riporta alla mente il suono del lavoro s/f, la seconda è una cover di Bjork. Un ulteriore riflessione meritano le differenze stilistiche tra questo lavoro e il precedente e non ci vuole molto a capire il perché il successo sia arrivato solo adesso. Il precedente omonimo a parte nel complesso non eccellere particolarmente, almeno aveva una formula sonora diciamo più complicata e suonava anche un po' più duro. Adesso? Beh, si è passati dal nu metal del primo ad un alleggerimento netto del sound in "A Beautiful Lie". Lancio pure un ulteriore spunto: un album rock (annegato tuttavia in derive punk-pop) più o meno stesso genere dei 30 Secondi per Marte come "The Black Parade" dei tanto odiati My Chemical Romance è nettamente superiore a livello qualitativo di questo, anche se sempre avvolto dalla spirale del mainstream.

In conclusione un album orrendo da evitare. Se poi vi piace il rock moderno, tanto per rimanere in tema, colgo l'occasione per consigliarvi un gruppo valido e allo stesso tempo orecchiabile, che seppur semi-sconosciuto e non pubblicizzato merita un ascolto ovvero i Three Days Grace. Per quanto mi riguarda spero proprio ci vadano su Marte o che qualcuno glieli spedisca di corsa, in meno di 30 secondi e possibilmente che ci restino a lungo, non se ne sentirà certo la mancanza.

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