"Viandante sul mare di nebbia" (Der Wanderer über dem Nebelmeer) è un dipinto ad olio su tela di Caspar David Friedrich realizzato nel 1818.

Non sono un critico d'arte e non mi interessa nemmeno esserlo, se volessi parlare di questo quadro tecnicamente, scriverei sulle sedi opportune e invece voglio descriverVi cosa provo ogni qual volta mi trovo di fronte questa immagine. Il dipinto di Fredrich è l'essenza del Romanticismo stesso, con la sua carica emotiva impressionante, la sua negazione della ragione, il suo significato spirituale e la sua natura individualista. Ogni volta che vedo questo dipinto, mi immedesimo all’istante nell’uomo ritratto di spalle. E medito. Rifletto sull’origine delle cose, sullo scenario che m’è davanti, montagne impervie avvolte dalla nebbia. Cosa avvolge la nebbia? Essa è come un velo che nasconde l’inconoscibile?

Eppure basterebbe un po’ di vento per diradare quella nebbia e raggiungere la Conoscenza. E’ un viaggio mistico, un’esperienza conoscitiva senza eguali. Il tempo si ferma attorno a me, sono quasi arrivato a cogliere il senso di quel messaggio arcano, fino a quel momento inaccessibile a tutti, tranne a me, fortunato individuo. E invece mi blocco, rimango estasiato e allo stesso tempo impotente e terrorizzato di fronte a quello scenario. In piedi su questo picco, col tramonto che lentamente entra nel gioco visivo delle parti, mi accorgo di come sia meraviglioso l’Universo, il cosmo, lo spazio infinito. Mirabilia e impotenza allo stesso tempo, perché dell’Universo fanno parte delle forze a noi sconosciute che non possiamo combattere, destinate a soggiogarci per sempre, fino all’eternità. E’ il sublime, elemento tipico della cultura romantica. Sono estasiato nell’osservare questo panorama, ma non posso fare a mene di aver paura di esso e soprattutto di Colui che l’ha creato.

E allora? Devo per forza chiedermi chi governi queste forze, chi ha generato questo spettacolo sì inaccessibile? Per un attimo della vita mia non voglio pensare a cosa accadrà dopo, che cosa ne sarà di me, per un attimo della mia esistenza voglio essere un piccolo particolare della Natura, del suo mondo indomabile. Sarò parte di essa per quel momento che durerà in eterno.

Quando, purtroppo, mi riprendo da questo sogno, mi accorgo che i miei pensieri sono solo dei vagheggiamenti, delle riflessioni senza senso apparente, forse lo conosce il mio Io, ma non ne sono sicuro. Può darsi che abbia sbagliato tutto, ma non mi interessa. Ciò che conta sono le emozioni che mi regala questo quadro e il viaggio che compio osservandolo...

..."e il naufragar m'è dolce in questo mare..."

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