Smaltita la sbornia di fama e gloria ottenuta grazie alla sceneggiatura di "Juno", Diablo Cody torna al cinema, occupandosi della trama di "Jennifer's Body", pellicola uscita nelle nostre sale nell'autunno del 2009 e diretta da Karyn Kusama (regista di cui, forse, qualcuno si ricorderà per quella porcata di "Aeon Flux" con Charlize Theron).
Visti i risultati, c'è da supporre che la sbronza le abbia fatto maluccio...
Il fatto è che "Juno", seppur lungi dall'essere un capolavoro, poteva contare, oltre che su dialoghi brillanti (ma non certo illuminanti) ed un'ambientazione scolastico-adolescenziale tratteggiata con garbo, anche su una colonna sonora gustosamente low-fi e, soprattutto, sull'ottima prova della più che promettente Ellen Paige: elementi che hanno senz'altro finito per arricchire e impreziosire il plot della Cody.
Purtroppo, però, il miracolo non si è ripetuto.
Innanzitutto perché "Jennifer's Body" ricorda tanto un patchwork del "meglio del peggio" dei vari teen horror americani degli ultimi 25 anni. C'è la profonda amicizia tra due ragazze agli antipodi che cela, in realtà, un rancore atavico, c'è la bellona che si trasforma in un vampiro o giù di lì, ci sono gli assassini seriali di studenti nel solito, sfortunato college di provincia e c'è la sfigata occhialuta di turno che si accorge prima degli altri di quanto stia succedendo.
A livello registico, poi, siamo dalle parti della tristezza.
In primo luogo perché quella genia del male di Kusama decide di uccidere ogni tensione narrativa con un prologo-flashforward che, in pochi minuti, rivela allo spettatore non lobotomizzato più o meno tutto ciò che accadrà per la successiva ora e mezza.
In secondo luogo perche la stessa regista si conferma non esattamente un asso della macchina da presa, alternando cali di tensione esasperanti a frenetici montaggi alternati, utili quanto un calippo al polo nord.
Ma, soprattutto, a mancare è proprio una sceneggiatura che possa definirsi anche solo vagamente accattivante. Per tutta la propria durata, infatti, "Jennifer's Body" rimane privo di trovate davvero originali, oscillando titubante tra la teen-comedy scolastica (i goffi tentativi sessuali dei protagonisti) e l'horror più classico e stra-abusato ("Oddio! Ho sentito un rumore e sono a casa da sola!!").
Il vero problema è che "Jennifer's Body" non osa quanto avrebbe potuto (e quindi dovuto).
Non a caso, i momenti migliori rimangono quelli in cui prevale il taglio grottesco, surreale (come nella scena del sacrificio umano), quando la comicità si fa macabra e ce la si può sbracare col politicamente scorretto (povero studentello indiano in America per lo scambio culturale...). Purtroppo, però, si tratta di momenti rari, sporadici, in una pellicola che per oltre un'ora e mezza arranca incerta, incapace di decidere quale sia la strada, l'approccio narrativo da intraprendere.
Quasi pleonastica, infine, l'analisi della performance di Megan Fox.
Quattro sono le cose certe nella vita.
La prima è la morte.
La seconda sono le tasse.
La terza è che Megan Fox sia tra le più monumentali passere che abbiano mai calcato questo pianeta.
La quarta è che la stessa Megan Fox sia un cane a recitare.
Che poi il personaggio di Jennifer sia praticamente modellato a sua immagine e somiglianza e che la stessa Fox possa contare su un arsenale praticamente infinito di espressioni da lolita/ninfomane (bocca costantemente socchiusa, labbra turgide, occhioni da porno cerbiatta...), beh, questo è un altro discorso, che nulla ha a che vedere con il saper recitare.
Provaci ancora, Diablo...
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