Per molti aspetti Ask Me Tomorrow è l'album più importante dei Mojave 3. E' il primo disco dopo la fine del progetto Slowdive e quindi fu composto in uno di quei difficili periodi di passaggio. Periodi in cui si è stretti tra diverse e confliggenti esigenze: mantenere e rinforzare le vecchie consapevolezze ma anche la necessità di elaborare una nuova identità e di porre le fondamenta di un nuova carriera artistica.

E' sorprendente allora notare come il lavoro appaia già dotato di una estetica molto forte e ben definita. Le canzoni fluttuano in un mare sonoro dotato di regole proprie indifferente rispetto al mondo esterno. Ciò che i Mojave hanno mantenuto del vecchio impianto degli Slowdive sono le partiture vocali eteree e sognanti, sussurrate a mezza voce quasi per paura di svegliare delicate creature immaginarie che popolano un mondo fragile e attonito. L'elemento di novità viene dato dalla dimensione folk che avvolge le composizioni. Ma è un folk rallentato, sospeso, onirico.
La lentezza è infatti la cifra stilistica del progetto Mojave e in particolare di questo lavoro. In un certo senso è anche una lentezza sfrontata, spavalda; in un mondo che corre sempre più veloce e non ha voglia di rallentare e riflettere. Le canzoni dei Mojave sono invece lente e maestose, malinconiche e fragili.

Entrare nei particolari e citare brani singoli è superfluo anche se non dobbiamo sbagliarci: le canzoni sono belle. Tuttavia il disco è il fluire uniforme di un'emozione antica, di una nostalgia arcana perduta ormai nel marasma quotidiano. Sta a noi decidere se abbiamo tempo di ritrovarla.

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