Le radioline cantano la pubertà / Le radioline dicono oh-oh-oh-oh

Italia, l'infanzia e l'adolescenza tra gli anni 80' e '90, fotografata con scatti vivi, raffinati, testi da letteratura, musica che unisce la canzone d'autore e un pop da maestri a un'aria come leggera da new-wave. Il Sussidiario llustrato della giovinezza (2000, Baracca & Burattini) è un album fotografico, un libro di ricordi, uno sguardo dentro al suo tempo. Sfogliando le pagine i Baustelle sparano uno dopo l'altro colpi al centro: si è catapultati su ritmi elettronici su una corriera estiva del 1983, nelle piccole catastrofi di Martina, tra anfetaminiche crisi d'amore, bambine rapite, provini per film erotici, amanti nel parco...

L'album inizia con il ritmo e gli accordi sospesi de Le Vacanze dell'83, il loro primo ritornello epico, che si trasforma magistralmente dall'elettronica alla bossa nova e culmina in gloria tra vecchie radioline che suonano sulle spiagge di Rimini, con crescendo di batteria, sfogo di chitarre e coda che si schianta diretta sugli arpeggi di Martina: visioni senza pillole, visioni dell'83. Martina è un angelo di mascara denso, la sua anima di miele gli arpeggi e le volate delle chitarre, le sue catastrofi rasoiate di accordi. Sadik racchiude una torbida storia nel ritmo di una canzonetta la-la-la, mentre Noi bambine non abbiamo scelta è una melodia eterea che sprofonda in (dolce) apatia. Gomma è poesia del crepuscolo di reminescenze 80' su opprimente rimbombo di basso e synth da new-wave assoluta: corsa attraverso i mesi, ritroviamo vecchie fotografie d'amore e d'adolescenza tra scintille di chitarra; Tremavo un pò di doglie blu / e di esistenza inutile / leccavo caramelle amare / e primavere già sfiorite con te - confessione-rievocazione e memoria in 3 minuti e 45.

La Canzone del Parco è un altro passo nella poesia, e si innalza a uno sguardo quasi metafisico: un lento tango di corde pizzicate che si stringe alle parole cantate dalla voce scura di Rachele Bastreghi, una lirica di un attimo che implora il tempo di scacciare via le domande inutili. Due amanti stretti in un parco che sorride, su nuvole di desideri, sotto lo sguardo di rami stupidi.

A che cosa pensano questi umani fragili
a che cosa servono i miei rami stupidi
a che cosa servono se mi lascio prendere da pensieri inutili
posso solo esistere
In eterno vivere senza avere
gli attimi degli amanti giovani
degli amori giovani


Un organo con interferenze elettroniche prova a suonare la redenzione per la storia di Virginia e del suo amante tossico: La canzone del riformatorio è una visione allucinata che potrebbe scaturire dall'incontro tra De Andrè e i Velvet Underground su una melodia epica, visione di vite sfasciate mentre sulle domande senza risposta attacca un coro senza
parole:

...era una dose tagliata male mi sconvolgeva l'umidità
ma conservavo un certo stile ti guardai
con la felicità irrazionale
con la carezza dell'eroina che mi cullava
mi perdonerai Virginia?

...amore fra cinque anni dove andrò?
e tu chi sarai e chi saremo noi?
fuori dal riformatorio le vite perdute
come gioia passata per sempre come moda
cos'è che ci rende prigionieri?


Chiudono le eleganti Cinecittà (un provino per un film erotico), Io e te nell'appartamento e Il Musichiere 999: una specie di Gainsbourg un pò sotto ketamina per un disco raffinato, decadente, fotografia dei suoi anni. Lo scrivi si lo scrivi o no / il tuo romanzo erotico?

Settembre, cortile della scuola, venti sigarette, la prima felpa dopo l'estate e la new wave da liceali... forse, la poesia è tutta qua.

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