Cornelius ci fa sentire l'alternative giapponese. Piccolo capolavoro che purtroppo non tutti conoscono. Eppure in Italia arrivò uno dei suoi video, ma di quelli che trasmettevano su Mtv alle due di notte (ora neanche più).

In questo disco troviamo alta influenza di suoni “naturali”, nel più vero senso della parola. Lo si capisce dalla mareggiata finale di “Smoke”, che è una sorta di simil funky in tempo dispari (bello l’assolo elettro-noise e stacco e ripresa), lo si capisce dalla famosa “Drop”, di cui il video, col gorgogliare dell’acqua scelto come base per tenere il ritmo alla chitarrina e alle varie atmosfere di tastiera. A proposito di “Drop”, è veramente un brano azzeccato, sia dal punto di vista compositivo che di suoni, una traccia molto godibile. Degna di nota anche “Tone Twilight Zone”, immersa in una buia campagna al suono di grilli e ranocchie, me la immagino davanti alla luna piena col suo giro di chitarrina unico e le atmosfere ok. Anche “Bird Watching at Inner Forest” ci riporta appunto in una foresta, campionamenti di fischi di pappagalli e un tipico tempo brasileiro. Infatti due tracce dopo c’è una cover di “Brazil”. Ma c’è anche spazio per le attitudini compositive in crescendo e ossessionanti di Cornelius (quasi un suo marchio di fabbrica), si sentono in “Point of View Point” e “I Hate Hate”, sicuramente la più violenta e schizzata traccia dell’album e anche quella più al di fuori dal tema dell’ album (pieno metal). Per non farci mancare niente, mettiamo anche archi, tromboni e simil-organi supersonici della chiusura di “Nowhere” e il gioco è fatto.

Ma voi penserete: tutto questo amalgamare di strumenti, sonorità e chi più ha ne metta, starà bene insieme? Bé, io penso di sì, non c’è un solo brano che sia stato fatto a caso in questo disco e tutto fluisce dolcemente verso le orecchie dell’ ascoltatore. Le bizzarrie di Cornelius colpiscono, anche quando usa “violenza”, dolcemente. Registrazione molto curata.

Voto: 8

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