I Black Beat Movement sono un collettivo nato da meno di un anno, attraverso l’unione di menti estrose e cariche al punto giusto. Quando si ha la fortuna di remare tutti nella stessa direzione i risultati vengono fuori molto velocemente, venendosi poi a creare quell’alchimia che sprigiona il lato artistico di un progetto in tutta la sua interezza.

Il caso specifico è questo EP omonimo di debutto, dannatamente efficace, bisogna ammetterlo. Tralasciando i nomi noti che potrebbero tranquillamente essere scomodati in fatto di influenze, ciò che colpisce da subito di questo lavoro è la sua estrema efficacia, da tramutarsi il tutto in una qualsiasi dancefloor. I cinque brani qui proposti sono estremamente efficaci, pur sperimentando soluzioni assai diverse l’uno dall’altro: si passa dall’intimità tipicamente jazz di “Slow” al lato black e catchy di “Ride The Wave” con tanto di trombe in levare. Pur lavorando su una manciata di canzoni i Black Beat Movement sono riusciti nell’intento di dare vibrazioni e personalità al tutto, muovendosi con disinvoltura tra black music, rap, drum’n’bass e soul senza mai dare l’idea di essere fuori posto. La voce di Naima Faraò è poi una gradevole sorpresa, la sua interpretazione del ruolo è senz’altro meritevole di lodi visto che non è affatto semplice districarsi con così tanta brillantezza in scenari così differenti l’uno dall’altro.

Una piccola impresa riuscita grazie soprattutto a una line-up che amalgama con semplicità membri di Vallanzaska, Rezophonic e Rootical Foundation a volti nuovi vogliosi di emergere. Ce la faranno? Di sicuro un EP non è il mezzo adatto a decretare le sorti di una band, ma sicuramente in questo caso le premesse sono più che rosee. Avanti così!

Carico i commenti... con calma