Primo e speriamo ultimo disco completamente cantato in Italiano per Elisa Toffoli. In lingua madre la sua voce è quasi terribile, cosa che per onestà intellettuale non accadeva con i lavori in lingua Inglese ed è palpabilmente peggiorata nel tempo. In questo ultimo lavoro la sua timbrica è a dir poco irritante, condita da eccesso di accento regionale che peraltro ha sempre avuto e mai migliorato (altro caso nostrano a riguardo è Francesco Renga), assenza di robustezza e peggiorata da cattiva equalizzazione, quest'ultima non da imputare a lei in prima persona. Sebbene la sua tutto sommato "vocina", qui sia paradossalmente sotto-mixata ed il disco sia registrato piuttosto male e "farcito" con parti di percussioni elettroniche poco credibili, proprio lei, che ha sempre denigrato i pro-tools, non sembra aver fatto chissà quale miracolo con gli ormai quasi sempre inutili "grandi studi"...

Canzoni con litanie e cori che ti martellano la testa, ripetitive, tediose e stuccose ed in realtà poco ispirate anche se in Italia basta accostare la parola amore ad altre di pari amenità per gridare al miracolo. In una parola: sopravvalutate e sopravvalutata. Nella frase: "L'anima mica si spegne" contenuta ne "L'Anima Vola", tutto il suo infantilismo da tema in quarta elementare e demagogia gratuita. Inoltre e purtroppo anche lei si è "adeguata" alla consuetudine tutta italiana, ma talvolta non solo, di cantare su tutto e non lasciare spazio agli strumenti e strumentisti i quali giustamente, essendo turnisti anche "prezzolati", se ne fregano e lasciano fare alla\o "starlette" di turno la voce "grossa" creando l'illusione che per fare un'opera completa e valida basti eseguire "gargarismi" starnazzando ovunque...

Tra gli episodi peggiori è l'iniziale "Lontano da qui" dove, a mio parere, si fa fatica a distinguere le parole dei vari cori armonizzati ed eccessivamente filtrati e monocorde, la già citata title-track "L'Anima Vola", canzoncina con pretese filosofiche da libro "Cuore" ed idem si legga per "Specchio Riflesso" dove le parole vengono ripetute fino alla nausea con un cantato non proprio convincente. In "Ancora qui" si va a "disturbare" nientemeno che l'incipit di "Per Elisa" di "Beethoveniana" memoria con delle dissonanze pianistiche anche interessanti ma, il registro sulle note alte della "nostra" e il suo solito ostinarsi a ripetere all'infinito un'unica parola finiscono per rovinare l'insieme.

Ma la sua voce non convince in nessuno dei brani, neppure in quelli meglio riusciti come " Un filo di seta negli abissi" che, ad un altro testo di impareggiabile banalità, contrappone una musica almeno in parte riuscita sebbene anch'essa ripetitiva e satura di cantato e nella finale "Ecco che" la quale  tirando le somme risulta forse la meno peggio. Inascoltabile "Non fa niente ormai" sulla quale sorvolerei soprattutto per il finale imbarazzante (si legga soliti cori che hanno bisogno di ben altro per non risultare se non altro fastidiosi...).Per concludere, mi dispiace essere impietoso anche perché pure al sottoscritto, da musicista, non piace essere giudicato negativamente e cerco sempre di trovare del "buono" in quasi tutte le "fatiche" discografiche.

Spero che la Toffoli torni a cantare come cantò nel suo più che discreto disco d'esordio e non solo, sperando che questi discografici "illuminati" ed "italioti" dotati spesso di troppo ed immeritato "potere" rinsaviscano e guardino "oltre", consolidando per gli artisti già affermati le loro giuste inclinazioni.

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