I Cloud Nothings sono un gruppo di Cleveland, Ohio, capitanato dall'improbabile frontman Dylan Baldi, che ha portato il progetto dalla sua camera da letto, dove ha inciso i primi demo indipendenti, fino ai leggendari studi di Chicago di Steve Albini (Nirvana, Pixies, Shellac, Big Black, Owls...) per registrare l'album "Attack On Memory".

Attack on Memory è stato, per moltissimi versi, un momento definitivo per i Cloud Nothings: il passaggio da progetto solista a gruppo rock, l'abbandono di sonorità più spensierate in favore di un approccio piu ruvido, grezzo e minaccioso. C'è chi li ha adorati e chi li ha odiati, fatto sta che i Cloud Nothings hanno confezionato un disco memorabile che ha riempito molte "top 10" del 2013. 

La nuova prova del gruppo, Here and Nowhere Else, è un disco destabilizzante. Il suono più cupo e aggressivo di Attack on Memory diventa ancora meno definito, quasi ai confini dell'apatia. Il gruppo perde una chitarra e diventa un trio, proponendo arrangiamenti ancora piu semplici e diretti: le melodie, seppur orecchiabili, sono soffocate da una produzione caotica e lo-fi, in contrasto con il suono grezzo - ma potente e definito - prodotto in precedenza con Albini.

Se siete tra quegli ascoltatori che sono rimasti  molto colpiti dal predecessore Attack On Memory, questo album potrebbe lasciarvi inizialmente con l'amaro in bocca. Come qualche riga prima, la sensazione generale è quella di respirare un aria di apatia, quasi di svogliatezza nel modo di approcciare queste canzoni...poi...dopo qualche ascolto più approfondito, la stessa apatia, lo stesso chaos e la stessa svogliatezza che sono i difetti principali di questo album ne diventano i pilastri portanti:

Dylan Baldi scrive canzoni pop come fossero uscite da un disco dei Buzzcocks, ma non riesce proprio a cogliere l'euforia delle linee melodiche e l'energia del ritmo semplice e sostenuto. Invece, decide di "distruggere" le melodie con un'attitudine in bilico tra la non curanza del Kurt Cobain di "In Utero" e il senso di disagio tipico di personaggi come J. Mascis (Dinosaur Jr.). 

Questo mix di inlfuenze, volute o meno,  è quello che produce un disco interessante e "bastardo". Punk che non vuole essere punk, rock alternativo che non vuole essere troppo articolato, ma che inevitabilmente finisce per avere uno spessore maggiore di quanto pianificato.

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