Dopo il fenomenale "New Forms", era difficile ipotizzare che Roni Size avrebbe potuto fare il bis, realizzando un disco di uguale e pregevole fattura. Il DJ e producer di Bristol, invece, sorprende tutto e tutti pubblicando, due anni dopo il suo multipremiato esordio, "Ultra-Obscene" (Talkin' Loud, 1999), album frutto della collaborazione con la vocalist Leonie Laws ed il "collega" DJ Die, con i quali dà vita al collettivo Breakbeat Era.

Con il suo artwork bizzarro e ultraminimale, il progetto presenta, nelle sue quindici tracce, analogie e, soprattutto, differenze con il precedente "New Forms". Resta, sicuramente, la voglia di far muovere la testa e i sederini di fans e clubbers di mezzo mondo, ma al tempo stesso viene approfondita maggiormente l'anima "black" del genere Drum'n'Bass, attraverso l'ottima e quasi onnipresente voce di Leonie Laws e le ritmiche grezze e coinvolgenti create dai due DJ all'opera, in molti casi dei veri e propri inviti a nozze per il dotato breaker di turno. I toni bassi e distorti dell'iniziale "Past Life" (in realtà, caratteristica dell'intero lavoro) ci introducono degnamente all'interno del disco, "Rancid", con i suoi ritmi pesanti e frammentati, pone luce, per prima, sui vocalizzi della signorina Laws, la magnifica title-track è un vero e proprio inno alle danze, oltre ad un caleidoscopio sonoro di incredibile complessità, tra innesti acidi e "pitchati" di batteria, chitarre wawa dal retrogusto funk e quant'altro. Ci si potrebbe soffermare a descrivere minuziosamente ogni singola traccia, dalla profonda e delicata (tra virgolette) "Bullitproof" all'ipnotica "Time 4 Breaks", passando per la strumentale "Late Morning", con il suo bellissimo sample di chitarra, "Animal Machine", dominata da tempi lenti e dilatati che precedono di poco il tripudio di effetti elettronici del ritornello, per poi giungere agli echi e riverberi della splendida "Control Freak" e al variegato universo sonoro della conclusiva e martellante "Life Is My Friend", che pone fine a 74 minuti di musica prossimi alla perfezione.

Certo, in alcuni casi (pochissimi) il livello del tutto scende leggermente, ma in ogni caso "Ultra-Obscene", pur posizionandosi un mezzo gradino più in basso dell'epico "New Forms", resta un lavoro imprescindibile per comprendere a pieno l'universo D'n'B della passata decade, un disco intenso tutto da ballare e, perché no, da amare. Voto: 4,5

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