Nella scena musicale sono pochissimi i gruppi che fin dall'esordio hanno realmente avuto un impatto devastante sul pubblico, gli W.A.S.P. rappresentano un esempio perfetto di come si può far presa immediata sulle folle senza seguire qualsiasi schema o regola, sicuramente uno dei loro motti sarà sempre stato quello di andare avanti per la propria strada senza tentennamenti, infischiandosene di quello che potevano pensare gli altri.

Soltanto gli artisti dotati di un talento straordinario possono concedersi un lusso del genere e Blackie Lawless è uno di quelli che ha sempre fatto parte di questa categoria privilegiata, d'altronde avendo mosso i primi passi come bassista nei seminali New York Dolls (anche se questi ultimi si trovavano nella fase conclusiva della loro storia) poteva essere già visto come un predestinato ad una carriera esaltante! Non mancava niente a lui ed alla sua band per una rapida scalata verso le vette più alte del rock: un look accattivante, un'attitudine perennemente trasgressiva ma soprattutto una serie di canzoni diventate molto presto degli inni immortali per più di una generazione di metalheads!

Il sottoscritto nell'aprile del 1984 compiva dieci anni... Loro contemporaneamente portavano un uragano sonoro sul mondo con il primo singolo "Animal (Fuck Like a Beast)" un uragano che nel giro di pochi mesi con la successiva "I Wanna Be Somebody" ed il debut album omonimo assunse proporzioni epocali con un successo meritatissimo; i moralisti ed i bigotti pensavano di aver trovato dei nuovi nemici da sconfiggere, poveri illusi, alla fine gli unici vincitori furono soltanto gli W.A.S.P.!

Nel novembre del 1985 giunge il secondo assalto di Blackie e dei suoi temibilissimi compagni d'avventura, un album che si presenta minaccioso e combattivo fin dal titolo:The Last Command, anche questa volta accanto al cantante/bassista troviamo gli stessi soldati del primo disco, Chris Holmes, Randy Riper (entrambi alle chitarre) e Steve Riley (batteria) grazie alle loro qualita sia in veste di musicisti che di coautori erano i migliori membri che il comandante poteva trovare all'epoca per completare la sua opera di conquista in un posto di primo piano nel panorama metal.

La copertina a differenza del debut ritrae esclusivamente Lawless, sembra fatta apposta per ribadire il suo status di leader assoluto, con quella sua espressione così determinata ed arrabbiata era diventato un obbligo seguirlo! E' arrivato il momento di far partire il disco: la puntina scende sui solchi, irrompono le note di "Wild Child", opening track che già dai primi secondi ha tutti i tratti distintivi del mega classico; il ritmo è sostenuto, la voce di Blackie riesce contemporaneamente ad accarezzare ed a graffiare, le chitarre sono potenti ed oscure, la sezione ritmica non solo colpisce sugli strumenti ma anche l'anima di chi sta ascoltando, il refrain è una vera forma d'arte, s'imposseserà di noi in eterno, è soltanto il primo pezzo e gli W.A.S.P. si sono già guadagnati stima incondizionata per tutto il resto della loro carriera. Non danno neanche il tempo di riprendersi, infatti arriva come una freccia la carica impetuosa di "Ballcrusher", altro frenetico giro sull'ottovolante messo su dalla band, soltanto vivendo nella Los Angeles dei primi anni ottanta si poteva comporre un brano come questo, degna colonna sonora di scorribande motociclistiche tra le assolate vie di Hollywood.

"Fistful of Diamonds" continua con la stessa irruenza, la tensione resta alta, non si può non evidenziare il lavoro particolarmente curato delle linee vocali ed i funambolici assoli; un riff tritatutto guida con forza Jack Action, il top è caratterizzato dal fantastico ritornello (il senzalegge è un vero maestro nel catturare l'ascoltatore con la sua particolarissima voce) e dalle corde di Holmes e Piper che continuano ad infuocare ulteriormente ogni traccia. Un suggestivo intro arpeggiato apre "Widowmaker", massiccio mid tempo dove l'influenza degli AC/DC è piuttosto evidente, il combo ci aggiunge un pizzico della sua personalità creando così un altro eccellente anthem.

Se non avete ancora alzato il volume al massimo sarete costretti a farlo con "Blind in Texas" (scelto anche come singolo apripista) come si può descrivere in poche parole questa track leggendaria? Molto semplice: Rock N'Roll! La vera anima degli W.A.S.P. è racchiusa in ogni secondo di questo pezzo: ubriacarsi e voglia di divertirsi sono le parole d'ordine, il tutto accompagnato da un ritmo coinvolgente e da un indimenticabile refrain, il frontman è sempre più scatenato, nessuno può fermarlo! Per forza di cose occorre tirare il fiato dopo un'esplosione così fragorosa, ci pensa "Cries in the Night", il mood diventa oscuro, le accattivanti e malinconiche melodie chitarristiche colpiscono dritte al cuore, il singer ci regala una performance intensissima.

Si torna in territori più tirati e rocciosi con la title track, la band dimostra che si può creare un grandissimo pezzo puntando dritti all'essenza metallica; riffs ed assoli precisi, base ritmica potente e lineare, un ritornello che ci farà seccare la gola a furia di cantarlo ad alta voce ed il talento dei quattro pervertiti sono le componenti di questo eccezionale mosaico sonoro! Se c'erano ancora dei dubbi un titolo come "Running Wild in the Streets" metterà in chiaro una volta per tutte qual'è la filosofia del gruppo, sfido chiunque a non alzare i pugni ed a scuotere violentemente la testa ascoltandola, questo è uno dei numerosi poteri della musica degli W.A.S.P., non si può restare immobili di fronte ad un'energia così travolgente.

Il giro frenetico termina con una bomba ad orologeria come "Sex Drive", Blackie da gran cerimoniere qual'è ci accompagna nel suo mondo di eccessi con la solita grinta, sentirlo gridare a squarciagola frasi come '' I'm talking bout a sex drive ooh it makes you feel so alive'' ci fa capire ancora di più la sua fortissima personalità, nel metal e nel rock ci sarà sempre bisogno di personaggi come lui.

The Last Command insieme al suo predecessore ha segnato un'era leggendaria per il gruppo, entrambi hanno costituito le basi di una carriera che pur tra numerosi cambi di line-up (a cominciare da quello di Piper, la sua avventura si concluderà con questo disco) e qualche episodio non proprio esaltante continua da quasi trent'anni. Gloria e devozione totali per Blackie Lawless, non solo un sublime artista ma anche uno dei guerrieri più veri e puri che il metal ci abbia mai regalato. Lunga vita al fuorilegge!

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