In un periodo in cui la "nuova ondata" era più alta che mai, Vincent Reilly, da Manchester, nascondendosi dietro lo pseudonimo di Durutti Column, coniò un linguaggio di rara eleganza. Ispirato dalla musica ambientale di Fripp ed Eno portò in primo piano la sua chitarra, costellando le sue escursioni di tenui rumori elettronici di fondo. Ne venne fuori un ambient-guitar di grande suggestione, non per effetto di droni mantrici come avverrà negli anni '90, ma per merito di un tocco raffinato, capace di puntellare splendidi affreschi impressionistici, con un suono inconfondibile, evocativo e crepuscolare, che sembra mimare distese di diamanti brillanti.

Questo suo primo lavoro resta indimenticabile, una musica da camera austera, data dalla sobrietà degli arrangiamenti, ma non per questo fredda, anzi decisamante il contrario. I suoi contrappunti melodici emanano infatti un delicato romanticismo, grazie alle influenze folk e alle ispirazioni latineggianti, che si amalgamano perfettamante nei suoi nove bozzetti. Le percussioni, presenti con discrezione, esaltano ancor di più i disegni esotici, perfette nel ritmare le taglienti note di chitarra.

Insomma un lavoro originale, poco in linea col suo periodo d' appartenenza, che merita di essere considerato con attenzione.

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