Ve li ricordate quelli di "Le vent nous portera"? Esatto, loro!!! Quelli che hanno scassato le palle per una estate intera!!! Se avete solo ascoltato quella canzone dei Noir Désir e pensate che abbiano fatto sempre quel genere di musica, vi sbagliate di grosso: le loro radici si piantano nel Rock!!!

"666.667 club" è il quinto album in studio del gruppo, pubblicato nel 1996, arrivato dopo "Tostaky", l'album più "estremo" dell'intera discografia. Il cd si apre con la title track, una sorta di intro che fa da limbo al disco. La seconda traccia "Fin de siècle" mostra subito la faccia nuda e cruda del rock che il gruppo suonava: chitarre essenziali e distorte in rilievo e la voce di Bertrand Cantat che urla per tutto il pezzo, quasi a volere liberare tutta la rabbia che ha in corpo contro i potenti.
"Un jour en France" è un inno per i giovani francesi di quasi dieci anni fa, una canzone più orecchiabile ma con un testo che di politico non ha poco. "A ton étoile" è un pezzo con un ritmo più lento di buona fattura. "Ernestine" è un pezzo stacca momentaneamente con la carica esplosiva delle prime tracce, in cui la parte musicale è affidata ad una chitarra elettrica ed un violino, successivamente accompagnati da una timida batteria.
Con "Comme elle vient" la carica torna a farsi sentire sottoforma di punk degli ultimi anni '70, con un ritmo da pogo che non ti può risparmiare durante un concerto, perchè ti prende e non ti molla fino alla fine. La traccia numero 7 "Prayer for a wanker" è la prima cantata in inglese da Cantat in quest'album, seguita da "Les persiennes" in cui si sente per la prima volta un sax, all'inizio e alla fine della canzone stessa.
"L'homme pressé" è un altro inno che ha scritto il gruppo in cui i ritmi tornano a calcare ritmi della seconda traccia, con Cantat che urla tutta la sua rabbia espressa anche nel testo, dura critica contro la politica francese, seguita da "Lazy".
Le ultime tre tracce sono acustiche: la prima "A la longue": chitarra accompagnata da basso e in sottofondo una batteria con l'armonica nel finale. "Septembre, en attendant", chitarra elettrica e voce, e "Song For JPL", con cui il gruppo vuole sperimentare un blues, mal riuscito per la voce troppo indisponente di Cantat.

Con testi tremendamente politici, chitarre distorte e la voce del leader che interpreta a dovere i testi, il gruppo di Bordeaux fa centro nel cuore dei francesi, successo replicato con "Des visages des figures" del 2001 per poi vedersi interrompere bruscamente la carriera a causa della morte della moglie del leader Marie Trintignant, uccisa dallo stesso a Vilnius un pomeriggio dell'estate 2003, con la condanna di otto anni ad una persona che aveva una reputazione negli anni '90, persa completamente con questo brutale gesto. Peccato veramente.

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