A quasi mezzo secolo di distanza, la bellezza assoluta di quest' opera rifulge in tutto il suo splendore: bastano le prime note dello standard "My Foolish Heart" (una versione eterea ed impalpabile, che scorre realmente all'udito come le nuvole scorrono in un cielo terso e limpido durante una bella giornata di sole) per entrare in un mondo sonoro magico ed incantato. Ci conducono al suo interno tre musicisti che non registreranno mai più insieme (per tragiche circostanze indipendenti dalla loro volontà), ma lasceranno una traccia indelebile nella storia del jazz per aver codificato con nettezza e precisione la formula strumentale pianoforte-contrabbasso- batteria, portata in questa incisione dal vivo al Village Vanguard di New York a livelli di perfezione quasi assoluta. Bill Evans, Scott La Faro e Paul Motian non stupiscono con effetti speciali, ma catturano l'ascoltatore per l'intesa quasi telepatica che si stabilisce tra loro in maniera assolutamente naturale: basti pensare alla title-track, la cui splendida melodia viene digitata all'unisono dai suddetti Evans e La Faro nelle sue battute iniziali, per poi swvilupparsi e distendersi in uno swing robusto e frizzante al contempo, di una classe sopraffina ed irraggiungibile.

Stesso discorso per la meravigliosa "Detour Ahead", composizione cantata da Billie Holliday e suonata nella circostanza in maniera superlativa dai nostri: che delicatezza e raffinatezza in questa ballad! Ma la prevalenza del materiale melodico (si badi bene che qui c'è intimismo, ma non la struggente malinconia dell'album "You must believe in spring", produzione dell'ultima fase evansiana) mette in risalto, all'inverso, la tensione e la drammaticità dell'incalzante versione di "Milestones", classico davisiano che lo stesso trombettista ha molto apprezzato in questa veste, come ci informano le esaurienti note di copertina. Insomma, un disco da sei stelle, da portare su un' isola deserta e da riascoltare fino alla noia per riuscire a catturarne tutti i particolari: chiedendosi magari come sarebbe continuata la storia se, a quindici giorni di distanza da questa registrazione, Scott La Faro non avesse perso la vita in un incidente automobilistico, cristallizzando dunque quasi il suo breve passaggio terreno nelle note dell'assolo che esibisce su questo Cd all' interno della bellissima "My Romance". Anzi, sapete che vi dico? Quasi quasi vado a risentirlo. . .

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