Premetto che le mie capacità di recensore sono troppo poco per un simile capovaloro. Penso che qualunque cosa scrivo non gli rendo giustizia, qua ci vorrebbero Gide o Apollinaire. Ci provo, non so se renderò l'idea; comunque un disco del genere non può mancare nel Debaser. Cara Musa assistimi nell'impresa.

Le fiancate della Rolls sfrecciano baldanzose, io e lei ci avventuriamo in una zona pericolosa. Io, Principe delle Tenebre, Arcangelo Maledetto. Lei, la Venere d'argento del radiatore, soprannominata dallo scultore, un inglese, "Spirit of Ecstasy". Mi avventuro senza timore in cul de sac proibiti dalla legge, la tengo al morso dei suoi ventisei cavalli-vapore. Quando ad un tratto il piede mi scivola sulla frizione, lo so sono sempre stato un guidatore modesto oltre che il Principe delle Tenebre. Da quel bravo coglione che sono prendo una svolta a secco, freno bruscamente in un turbinoso testacoda. Una ruota di bicicletta che volteggia solinga mi sottrae ad i miei deliranti soliloqui di onnipotenza. Ho appena rischiato di accoppare un angelo dai capelli rossi che giace davanti a me impaurita. "Come ti chiami? Melody. Melody come? Melody Nelson." Dovete sapere che la mia cara innocente creatura, di 15 anni appena, non aveva stretto tra le braccia nessun uomo. Di origini irlandesi, una piccola dolce perversa fanciulla. Veramente adorabile. La porto con me in un hotel di cui sono cliente abituale. Per entrare si deve bussare prima un colpo poi altri tre; scale e colonne si succedono all'interno, decorate con stucchi barocchi dorati, Afroditi e Salomè. Se è libera vi consiglio la 44, la stanza che è detta di Cleopatra, con le colonne del letto in ebano intarsiato in stile rococò, con degli schiavi neri che recano omaggi. Tra questi testimoni muti abbraccio Melody. Ma come in ogni storia che si rispetti non c'è il lieto fine. Melody ha una grande nostalgia del sole d'Irlanda, così si prende uno di quei dannati voli low-cost Ryanair che ora sono così di moda.
La mia mente va ad un antico incantesimo che ho imparato da certi indigeni della Nuova Guinea: il "Cargo Culte". Invoco l'incantesimo per fare atterrare il volo della mia piccola amica qua davanti a me. Ma la mefistofelica magia fa esplodere l'aereo. Io rimango qua, faccia a faccia con il demone della solitudine dell'uomo non più giovane non ancora vecchio, "non ho niente da perdere e nessun Dio in cui credere". Nella mia mente echeggia una sola scena: "Come ti chiami? Melody. Melody come? Melody Nelson".

Gli arrangiamenti rock con sfumature funk di Jean Claude Vannier vi colpiranno per la loro spartana bellezza; solo una chitarra, un basso ed una batteria con degli archi ogni tanto. Tra l'altro credo che uno dei giri di basso sia stato campionato e riutilizzato dai Massive Attack in "Karma Coma". Se pensiamo che l'album è del 1971 ci si rende conto che il sound per è estremamente moderno.

In copertina la divina Jane Birkin che ovviamente interpreta il ruolo di Melody (ve la ricordate? tra l'altro all'epoca era apparsa da poco nel film "Blow up" di Michelangelo Antonioni).
Gainsbourg non ne ha mai fatto mistero: "Melody è Jane, senza di lei non ci sarebbe stato il disco."

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