Alberto Ezzu è un musicista torinese forse più noto per la sua militanza nei No Strange, probabilmente il gruppo psichedelico più importante in Italia dagli anni ’80 in poi. Lui è sempre stato l’anima musicale dei No Strange dove suona diversi strumenti etnici oltre ai synth. Da sempre grande cultore delle discipline orientali – è un seguace del buddismo - si interessa anche di musicoterapia. La sua filosofia della vita e la sua visione musicale lo hanno portato a sperimentare e ad allargare i suoi orizzonti: con il suo gruppo Alberto Ezzu Lux Vocal Ensemble si è dedicato al canto armonico. La sua unione di avanguardia e musica classica indiana può far accostare il suo nome a sperimentatori come Alvin Curran. I suoi lavori ultimamente sono pubblicati dalla meritoria Hic Sunt Leones di Stefano Musso, guru della musica ambient italiana. Ora esce il disco di esordio degli Almamantra, un ensemble musicale composto dallo stesso Ezzu (baritono), dalle cantanti Anna Siccardi (soprano), Paola Scatena (contralto) e Stefania Priotti (mezzo soprano) consacrato alla riproposizione di musica sacra. Troviamo però anche una cover dei Popol Vuh ovvero “Alleluya (Selig Sing Die Sanftmutigen)” – già proposta con i No Strange nel disco Universi e Trasparenze – proveniente dal classico Seligpreisung. In realtà è un brano che, in questo contesto, si inserisce alla perfezione. Florian Fricke dei Popol Vuh era anch’egli un instancabile studioso delle tradizioni religiose di tutto il mondo: voleva arrivare a trovare la sintesi fra oriente ed occidente trovando gli insegnamenti comuni a tutte le religioni: la sua musica era una preghiera che rendeva interiore ciò che era esteriore.

Il disco è bellissimo e vede, oltre alle parti vocali, il dispiegamento di una strumentazione che comprende flauti, campane, timpani e harmonium. L’interpretazione delle musiche medievali non è scolastica ma cerca di dare a queste composizioni un carattere meditativo anche grazie all’uso di strumenti come l’armonium e la tampoura indiana. Si avverte, in questo senso, la stessa tensione ideale e mistica dei Popol Vuh. Il repertorio è tratto principalmente da brani medievali – si tratta di canti trovadorici - del XII, XIII e XIV secolo. “Victimae Pascali Laudes” è invece un canto gregoriano di cui vengono suonate 3 interpretazioni strumentali. Ci sono anche 2 composizioni originali ovvero “Super Flumina” e “The Mourning Bride”. Si tratta di musica meditativa che scaccia le cattive vibrazioni e mette l’ascoltatore in uno stato di pace interiore.

In quest’epoca pazzesca e decadente dischi come questo rappresentato un antidoto salvifico contro l’abbrutimento morale e materiale della nostra civiltà. La copertina raffigura un'elaborazione grafica del pittore Luciano Cappellari. Disponibile su Bandcamp: https://aliodie.bandcamp.com/album/almamantra.

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