La Scandinavia è la "nuova terra" del Jazz.
I caldi colori degli Stati Uniti vengono sostituiti sempre più dal verde pallido e l'azzurro tipico delle giornate nordiche. Ai magici trombettisti dalla pelle di ebano vengono ora contrapposti capelli biondi e occhi color ghiaccio. Un cambio di situazioni che può lasciar preplessi ma che ha funzionato\funziona a meraviglia.
Copenaghen e Stoccolma sono ormai le capitali europee del Jazz e ad Oslo così come in tutta la Norvegia il fenomeno è in continua e rapida espansione. Non c'è pub o locale dove non capiti casualmente di imbattersi in 3-4 suonatori che deliziano gli spettatori con vituosismi al contrabbasso, chitarra o xilofono senza trascurare fiati e moltitudini di strumenti tipicamente retrò. Da questo humus culturale fervido e ricchissimo è quasi naturale che vengano fuori delle perle.
Perle nascoste, difficili da scovare perchè sono casuali. Sono frutto di improvvisazioni e di attimi e a volte si tratta di avere la fortuna di essere al momento giusto nel posto giusto per poterle assaporare appieno. Il jazz viene qui maltrattato, talvolta stuprato. A volte lo si tratta con rigoroso rispetto e altre volte lo si usa come ingrediente principale o secondario di ricette musicali più complesse. Un crossover di generi che amalgama elementi stridenti tra loro ma che si fondono talvolta in un'unica magnifica fotografia.
Anne Lene Hägglund è una di queste new-music-chef. Con un amore sviscerato per Tom Waits e forti richiami a Norah Jones caracolla con la sua voce tra melodie che hanno abbandonato il classico 4/4 della musica moderna per sentieri più tortuosi e imprevedibili. Chitarra contrabbasso batteria e qualche strumento improvvisato fanno da cornice a questa serie-di-canzoni emozionante e struggente, mai noiosa e in ogni caso affascinante. La timidezza che si riflette tra le note e gli accordi della chitarra dà all'insieme quelle tinte naive che caratterizzano tutti i brani, che ne fanno da filo conduttore in questa mezz'ora di musica più vissuta che suonata, più sentita che recitata. Se Lisa Ekdhal e Silje Nergaard sono le "reginette" del popular-jazz prodotto nelle terre nordiche Anne Lene recita la sua parte partendo dalla base.
Da quei live con 20 spettatori attoniti e dai cd semi autoprodotti che ti fanno sentire parte della musica e non solo un semplice ascoltatore. Se avete mezz'ora della vostra vita da dedicarle o se semplicemente siete incuriositi da note vocali oblique e scale musicali inusuali Anne Lene vi saprà condurre in quel sentiero tortuoso e impervio che collega il jazz al folk senza pretendere niente di più che quella mezz'ora.
Tutte le tracce sono ascoltabili gratuitamente sul sito http://www11.nrk.no/urort/user/?id=5593
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