Mettetevi comodi, isolatevi da tutto e da tutti e spegnete la luce.

Solo così riuscirete ad immergervi al cento per cento nella bellezza brutale e melodica degli Archivist, ennesimo side-project del mostruoso Alex CF (leader dei defunti Fall Of Efrafa e dei defunti Light Bearer, tanto per citare due tra i suoi progetti più noti). Il sestetto, che unisce musicisti dall'Austria, dalla Germania e dal Regno Unito, non si scosta di molto dalle band appena citate. E per fortuna, direi.

Il flusso continuo di perturbazioni emotive, il saliscendi di melodia, urla, melodia, urla, l'alternarsi di aperture post-rock e shoegaze con muri di chitarre e una batteria senza freni fanno sì che anche questo progetto sia degno di nota. Ancora meglio, questo progetto è uno degli album metal più intensi dell'anno. "Ascension" si apre delicata, e da subito strappa il cuore, ci fa uscire lacrime trattenute per troppo tempo, ci fa vibrare ogni fibra del corpo. Poi arriva lo tsunami. Un'ondata sonora da cui non possiamo scappare, dalla quale possiamo solo farci trasportare, galleggiando a braccia aperte e con gli occhi chiusi.

"Escape Velocity" è un grido di ribellione, è la voglia si scappare, di liberarci dalle catene che ci impediscono di vivere una vita vera. Alex urla a pieni polmoni, e il black metal abbraccia la sua voce senza più staccarsene. Non voglio parlare dei brani, sarebbe inutile. Voglio solo sottolineare come la chiusura del disco, affidata alla bellissima "4,500" dimostri come questa band abbia dentro una capacità di creare musica che ci entra dentro fino al midollo con una maestria e una violenza esemplari, come fosse uno schiaffo datoci dalla persona che più amiamo al mondo.

Ogni singolo brano di questo prezioso album è un'emozione senza sosta, un continuo accostamento di suoni puliti e violenti e voci sporchissime e penetranti, di grandiose liriche filosofiche sul senso del mondo e sulla voglia di scrollarsi di dosso la ruggine della vita. Alex CF ha di nuovo creato un capolavoro, è di nuovo riuscito a ficcare nel terreno un'altra pietra miliare del moderno black-metal (o qualsiasi altro sottogenere vi venga in mente).

Sdaiati e immersi nel buio, il disco ci fa fluttuare su un oceano di sensazioni sconvolgenti. Non è musica negativa e deprimente: sono 66 minuti di energia che ci fanno sentire liberi, che ci svegliano dal torpore sociale, che ci danno coraggio e speranza.

Ho scoperto gli Archivist per caso, in una calda giornata di fine agosto, e da quel momento non posso più farne a meno. Intelligente, solido, coeso, furioso, melodioso, emozionante, spettacolare. Questo album è questo e tanto altro. Ed è pure gratis su Bandcamp. Che aspettate? Siete ancora qui?

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