Storia divertente questa. Ci troviamo nel 1969 e due anni sono passati da quando gli amici Dave Stewart e Steve Hillage, dopo aver fatto la felice conoscenza di Mont Campbell alla City of London School e reclutato Clive Brooks tramite un annuncio su Melody Maker, formarono una band chiamata Uriel. La vita del suddetto progetto fu breve e già dopo un anno Steve abbandonò con l'intenzione di concentrarsi sugli studi universitari, lasciando i tre compagni a procacciarsi un contratto, questa volta sotto il nome di Egg, che non tardò ad arrivare da parte della Decca.

E qua comincia il nostro racconto. Gli Egg, poco tempo dopo, vengono contattati anche dalla sconosciuta Zackariya Enterprises, che propone loro di registrare una sessione di materiale prettamente psichedelico in un solo pomeriggio in cambio di una discreta somma di denaro (per l'epoca s'intende). I nostri accettano la sfida e per l'occasione richiamano Steve a suonare con loro, ma le complicazioni sono dietro l'angolo: il contratto stipulato con la Decca è infatti esclusivo, quindi i ragazzi decidono di usare degli pseudonimi e di cambiare il nome del gruppo per aggirare l'ostacolo. La scelta cade su Arzachel, cratere lunare scoperto da Mont in un poster astrologico affisso nel suo bagno, e capita così che il batterista Basil Dowling (Clive), il chitarrista e vocalist Simeon Sasparella (Steve), il bassista Njerogi Gategaka (Mont) e il tastierista Sam Lee-Uff (Dave) si ritrovino impegnati a suonare materiale sufficiente per la realizzazione di un album in meno di otto ore.

Nonostante molte divagazioni strumentali siano completamente improvvisate e nei pezzi registrati intorno allo scadere del tempo i musicisti fossero molto più concentrati sulle lancette dell'orologio sadicamente riposto davanti a loro invece che su cosa stessero effettivamente facendo, il disco omonimo uscito da questa prova è unanimemente riconosciuto come uno dei picchi della psichedelìa inglese. Dave, impegnato quasi esclusivamente all'organo hammond, avvolge con i suoi toni cupi e profondi tutte le composizioni, partendo dai duetti vocali ora ritmati e vivaci ("Garden of Earthly Delights"), ora litanici ed evocativi ("Azathoth") fra Steve e Mont, passando poi per esecuzioni strumentali mirate a sottolineare le capacità melodiche del suo strumento ("Queen St.Gang"), fino ad arrivare a mescolarsi alla chitarra di Steve e alle sue sonorità blues ("Leg").

Il lato B del disco si presenta con brani lunghi ed intricati e se "Clean Innocent Fun" ci mostra ancora una volta il connubio raggiunto tra l'hammond di Dave e la chitarra blueseggiante di Steve, è con "Metempsychosis" che i viaggi lisergici prodotti da quest'album iniziano a sfiorare livelli "interstellari", catapultandoci in realtà acide e sconcertanti, che, grazie all'incessante lavoro di Clive e Mont, diventano a tratti ipnotiche e suggestive, perlomeno fin quando gli strumenti, completamente impazziti, non rievocano il caos da cui tutto ha avuto inizio.

Sebbene Steve in futuro affermerà che questo lavoro venne realizzato "giusto per ridere", siamo comunque lieti che questi ragazzi, i quali faranno poi la storia del Canterbury Sound e non solo, ridendo e scherzando, abbiano generato un tale gioiello di space rock tardo psichedelico in un'epoca in cui non avevano nemmeno raggiunto i vent'anni d'età.

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