Non poteva mancare, da parte mia, la recensione del primo disco del Banco: si tratta di un lavoro fondamentale per la corrente del progressive italiano, che dimostrò, come molti altri "colleghi", di avere qualcosa da dire anche ai blasonati colleghi tedeschi ed inglesi.

Il mitico "salvadanaio" riascoltato oggi, suona attualissimo, penalizzato esclusivamente da una produzione non perfetta, inevitabilmente molto "'70", controbilanciata da un senso della melodia ed un gusto armonico proprio della musica classica barocca. Ciò, unito all'esperienza di tutti i componenti della band nei "Crash", fa di questo disco una vera e propria "opera rock". Essa fornisce le basi per quel capolavoro indiscusso che verrà dopo, "Darwin!", di cui ho già parlato tempo fa.

Si inizia con un'introduzione medievaleggiante che si richiama ad Ariosto ("da qui messere/ si domina la valle"), a seguire la splendida suite "R.I.P.". Basata su un riff portante con pochi accordi "secchi", essenzialmente rock'n'roll (Led Zeppelin su tutti), evolve in solismi sfrenati, ed in una successiva parte rallentata, che si avvale del pianismo classico di Nocenzi. È qui che si sta formando il suono caratteristico della band, fatto di chiaroscuri, momenti di grande intensità, ballate malinconiche, e la "tradizione", in svolgimento all'epoca, degli Who, Hendrix, ed altri. Il pezzo prosegue in un crescendo di intensità, fino ad arrivare al finale da brivido, nuovamente rallentato. Un chiaro-scuro veramente indimenticabile. Dopo un breve "Passaggio", possiamo ascoltare "Metamorfosi" che, come suggerisce il titolo è una traccia piuttosto sperimentale, ricca di digressioni "Area-style". Abbiamo poi la seconda, splendida suite "Il Giardino del Mago", divisa in 4 parti: "...passo dopo passo", "...chi ride e chi piange", "...coi capelli sciolti al vento", "compenetrazione".

Descrivere nel dettaglio la straordinaria performance vocale di Di Giacomo è impossibile, meno ancora gli indimenticabili funambolismi degli altri musicisti. Voglio qui citare Todaro e la sua splendida esecuzione chitarristica, blueseggiante e creativa: fu presente anche nel successivo disco, e venne sostituito degnamente, dal 1973, da Maltese. Una perfetta "fusion" tra musica classica barocca, sperimentazione e rock'n roll. La conclusiva "Traccia" si richiama vagamente all'iniziale intro, concludendo un lavoro perfetto, anche se il meglio, come accennavo, deve ancora venire con Darwin!, primo concept del rock italiano. Consiglio a tutti gli interessati i siti: http://www.italianprog.com http://www.progreviews.com sull'argomento...

Elenco tracce testi samples e video

01   In volo (02:13)

Lascia lente le briglie del tuo ippogrifo, o Astolfo,
e sfrena il tuo volo dove più ferve l'opera dell'uomo.
Però non ingannarmi con false immagini
ma lascia che io veda la verità
e possa poi toccare il giusto.


Da qui, messere, si domina la valle
ciò che si vede, è.
Ma se l'imago è scarna al vostro occhio
scendiamo a rimirarla da più in basso
e planeremo in un galoppo alato
entro il cratere ove gorgoglia il tempo.

02   R.I.P. (Requiescant in pace) (06:40)

03   Passaggio (01:19)

strumentale

04   Metamorfosi (10:52)

Uomo
non so
se io somiglio a te
non lo so
sento che però non vorrei
segnare i giorni miei coi tuoi
no no

05   Il giardino del mago (18:26)

06   Traccia (02:10)

(strumentale)

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