Il primo album dei BÖC, omonimo inciso nel ’71 e pubblicato nel ’72, è composto da un’inedita mistura di rock’n’roll anni ’50, garage blues, psichedelia e hard rock.
L’album si apre con Transmaniacon MC, pezzo rock dominato dalla chitarra di Donald Roeser e dal cantato di Eric Bloom, dai toni particolarmente esagitati. La successiva I’m a Lamb but I’m not the Sheep, un mid tempo non particolarmente incisivo,è eseguita in modo piuttosto compassato, e sarà meglio rivisitata dagli stessi BÖC, con il titolo The Red & the Black, nel successivo Tyranny & Mutation. In bella evidenza, tuttavia, il drumming di Albert Bouchard. La ballad (Then come) the last Days of May, composta e cantata da Donald Roeser, si distingue per il fraseggio blueseggiante della chitarra elettrica e per le inflessioni psichedeliche dell’arrangiamento. Stairway to the Stars, con sarcastici riferimenti al mondo dello show biz, è un boogie enfatizzato dalle chitarre e dal cantato di Bloom. (Before the Kiss) a Redcap è la traccia più atipica dell’album, caratterizzata da una parte introduttiva blueseggiante ed un break centrale marcatamente jazz, ben sostenuto dall’impasto di basso e batteria dei fratelli Joe e Albert Bouchard, per concludersi poi come iniziata. I brani più significativi e originali dell’album sono probabilmente Screams e She’s Beautiful as a Foot: la prima è un lento caratterizzato dalla voce filtrata di Bloom e da ottimi contrappunti di tastiere in stile doorsiano ad opera di Allen Lanier; la seconda è un pezzo dal mood catatonico, sia nel cantato che nell’accompagnamento musicale, che anticipa sorprendentemente i tratti dei Sonic Youth e di molta scena grunge o affine (Nirvana, Smashing Pumpkins), espressamente debitrice dei BÖC. Cities on Flame with Rock’n’Roll è il pezzo che maggiormente risente delle influenze dell’hard rock dell’epoca (Black Sabbath) quantomeno nel riff monolitico che sorregge l’intera canzone. Si tratta di uno dei cavalli di battaglia dei BÖC, riproposto negli anni a venire in sede live, con risultati forse più apprezzabili di quelli ottenuti in studio. L’album prosegue con Workshop of Telescopes, in cui si evidenzia il cantato quasi teatrale di Bloom, per finire con Reedemed, pezzo sorretto dalle chitarre acustiche e caratterizzato da toni rilassati che non si rinvengono in nessuno dei brani precedenti.

L’album è raccomandato ai cultori del rock anni ’70 e a chi voglia approfondire il background musicale di molte formazioni punk, rock e no wave emerse in area newyorkese a partire dalla fine degli anni ’70. Il voto è elevato per il suo carattere seminale, sebbene i BÖC abbiano saputo superarsi nei successivi lavori, maggiormente incisivi sia in fase compositiva che esecutiva. Suggestivo l’artwork, ed in particolare la copertina del disco.

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