Nel 1967 una fredda corrente di vento proveniente dalla Finlandia portò nell'Europa che tiene le orecchie aperte le note rock di questa interessante band formatasi per volere del vocalist Jim Pembroke, britannico emigrante.

Nell'anno consacrato a manifesto della psichedelia, con i Beatles che pubblicavano "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" e altri quattro ragazzi inglesi semisconosciuti che se ne uscivano con un curioso disco dal titolo "The Piper At The Gates Of Dawn", nell'ala orientale della bianca Scandinavia i Blues Section piazzavano un prodotto che verrà considerato basilare per l'evolversi del cosiddetto Finnish Rock, oltre al già citato Pembroke prendono parte alla formazione Hasse Walli alla chitarra, Måns Groundstroem al basso, Ronnie Österberg alle percussioni ed Eero Koivistoinen al sax.

L'ispirazione della band è quella dei suoni mancini di Jimi Hendrix, con un occhio ai The Kinks e due a John Mayall, buttati tutti nel frullatore per ottenere una miscela di psichedelico blues-rock che dev'esser stato un piacere ascoltare nella taverna semibuia ed alcolica di un bar di Helsinki mentre la mente si fa guidare dalle note per trovare le luci che vuole.

"Hey Hey Hey", "Paint It Michael And Others, Maybe", la sognante "Answer To Life", tutti pezzi che se li lasci liberi di afferrarti ti portano lontano, ti fanno saltare su tutte le corde dal Mi grave al Mi cantino, la voce di Pembroke così dannatamente 60's, la chitarra di Walli pronta ad ipnotizzarti appena le presti attenzione, la ritmica potente di Österberg, Groundstroem che riempie ogni spazio e ed il sax di Koivistoinen sempre così protagonista nell'insieme.

Il tutto viene condito da elementi chiave del genere, una spruzzata di pianoforte qua ("Carpets And Bags And Balls", se la lasci fare, ti stordisce), un tocco di organo Hammond là ("Apartment 51") e molta atmosfera di blues rockeggiante: su "Once More For The Road" la chitarra spinge tanto da volerti trapassare i timpani mentre tutt'attorno è notte fonda e i locali si avviano all'orario di chiusura, un uomo al bancone chiede al barista di versargliene un altro, "Please Mr. Wilson" fa rialzare per attimo le luci, una ballerina di mezz'età sudata e spettinata attraversa la sala lentamente facendo ondeggiare i fianchi e lancia sorrisi alle occhiate prive di speranza che le si posano addosso, "Wolf At The Door" è quel pezzo da giocarsi verso la terza o quarta posizione nella scaletta della serata per far tornare su di sè l'attenzione mentre "Call Me On Your Telephone" ti fa canticchiare una canzoncina che in realtà non conosci, la chitarra acida ed il sax in calore non ti mollano un secondo. E c'è anche spazio per un intermezzo orientaleggiante, la breve "The East Is Red".

Dove sono i finiti i Blues Section? La carriera del gruppo terminerà nel giro di un paio di anni, Jim Pembroke fonderà i Wingwam con i quali conoscerà maggiore popolarità anche al di fuori della Finlandia, Eero Koivistoinen si darà al Jazz diventando anche qualcuno, Måns Groundstroem farà parte della band prog-rock Tasavallan Presidentti e Hasse Walli diventerà un po' la giostra del Finnish Rock sulla quale tutti prima o poi fanno un giro. Di Ronnie Österberg non vi sono notizie, probabilmente l'ha piantata lì.

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