Carnenera, già il nome dice tutto. Basta leggerlo per dedurre il loro sound. Onirico, infernale, dannatamente graziato ed unico. Questo è il loro album di debutto ed è già un successo sonoro. Sicuramente musica “di nicchia” ma poco importa.

L’album si apre con la pesante “Tilikum”, a mio parere miglior brano dell’album, che inizia con chitarre ed effetti sonori simili a “canti d’oltre oceano” per poi arrivare al brano strumentale vero e proprio molto ritmico e calzante, difficile da descrivere a parole. Davvero interessante un “intro” azzeccatissimo. L’album continua con “William Blake” brano che sembra essere il pennello o l’inchiostro di questo grande poeta/artista del passato. Andamento lento, onirico, ansioso. Da l’impressione d’essere in una delle sue visioni, in uno dei suoi incubi, nell’inferno da lui stesso rappresentato. Subito dopo abbiamo “La Marcia dei Triceratopi” unico brano non strumentale del disco, che vede la partecipazione di Dalila Kayros alla “voce” o meglio “free phonetics”. Uno fra i brani più belli dell’album, sicuramente quello che potrebbe diventare più “popolare”. Spettrale. Il brano è seguito da “Duello”, altro bellissimo strumentale, una vera e propria lotta fra batteria e chitarra, giocano fra di loro con tempi davvero interessanti. Successivamente abbiamo “Twenty-one thousand Leagues”, le atmosfere di questo brano riportano sicuramente all’immaginazione del profondo oceano, dolce ed inquietante allo stesso tempo, ma a mio parere è il pezzo meno interessante dell’album. Subito dopo abbiamo “Nine and Then Some” che risveglia un po’ l’attenzione dell’ascoltatore, seguita da “William Wallace”, brano “condottiero” dalle atmosfere noise-doom. L’album prosegue con “Tre Gatti”, psycho-jazz-core molto interessante ma mai quanto l’ottima chiusura dell’album “Self-Harm”, atmosfere sperimentali, a tratti ambient, a tratti jazz, a tratti psichedelica.

L’album è davvero un ottimo esordio. Forse ci vorrebbe qualche brano in più arricchito da “free phonetics” per agevolare l’ascolto. Ma comunque sia consiglio a tutti di ascoltarlo. E’ nuovo, sembra frutto di un gruppo straniero, ma è un trio Milanese ad averlo composto, arrangiato e suonato. Continuate così!

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