(Questa è la mia personalissima vendetta contro il mio non professore di storia dell'arte. La recensione risale al 10/10/2005)

“Batti le mani [e] dì sì”. Questa è l’omonima opera prima di cinque newyorchesi di Brooklyn. Uscito inosservato alla fine di maggio, completamente auto-prodotto e ancora introvabile nei negozi di musica “non specializzati”, Clap Your Hands Say Yeah è il più sconvolgente e commovente album di tutto il 2005.

Questi cinque ragazzi, amatissimi già da David Bowie e David Byrne, propongono un alt rock raffinato, tra sonorità new-wave e country. Vicini a Tom Waits con spruzzi di Neutral Milk Hotel, Modest Mouse e Wilco, i CYHASY mischiano ritmiche epiche ("The Skin Of My Yellow Country Teeth") con ritmiche che inclinano verso un climax di emozioni ("Details Of The War") evocate da laceranti chitarre galoppanti ("Is This Love?").

Artefice di questo vortice giro ipnotico è la sgraziata, stonata, epilettica voce di Alec Ounsworth che insieme a resto del gruppo dà vita ad un suono ingenuo, malinconico e tendenzialmente leggero (vi è difatti una predilezione per gli arpeggi piuttosto che per qualche giro di accordo). Lanciati, come l’altro fenomeno cult della scena Indie, i Wolf Parade, dai bloggers i CYHSY sono l’emblema di quel rock imperfetto che non smette mai di rigenerarsi, nell’alternarsi di atmosfere tenebrose e decadenti a quelle solari e quasi trascendentali.

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