Il fato ha uno strano senso dell'umorismo: prima ti fa conoscere gruppi curiosi e stuzzicanti poi, quando decidi di mettierti sulle loro tracce, ti impedisce di ascoltarli. E' accaduto in passato con i romani Fasten Belt e s'è ripetuta la medesima storia, qualche anno più tardi, con i piemontesi Der Tod.

Per diverso tempo, infatti, ho cercato materiale a loro firma ma , a causa di scarsi risultati, ho dovuto per forza di cose ripiegare sull'acquisto online.

In passato scrissi una brevissima recensione sul loro EP di debutto, recensione che sfociò in una scazzottata virtuale tra me medesimo e un altro de-utente. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdámmoce 'o ppassato! Vi assicuro, però, che questa volta non mi limiterò a buttare giù dure righe e a dileguarmi. Non lo farò perché, semplicemente, qui di materiale ce n'è molto!

I Der Tod , da quanto ho capito, nacquero dalle ceneri dei Jesus Went To Jerusalem, formazione dark-punk tendente al rock alternativo . Uno dei gruppi più misteriosi della scena tricolore che ho potuto ascoltare tramite tre brani contenuti in una raccolta ultra-underground.

Nel 1991 il gruppo cambiò nome in Der Tod e nel 1995 decise di produrre l'omonimo debutto, oggetto di questa recensione, per la coraggiosa etichetta Last Scream Records.

Molte cose erano cambiate. Sia dall'esperienza dei JWTJ che dal primo EP della rinnovata formazione.

La produzione si fece sopraffina, la voce del cantante cambiò completamente (in meglio, ovviamente!) e lo stesso identico giudizio può essere formulato per l'altro musicista coinvolto nel progetto. Invece di un batterista in carne ed ossa, però, il gruppo optò per l'utilizzo della drum machine.

Certo, fin qui tutto fila liscia come l'olio. Ma cosa suonano i Der Tod? Dopo questa elementare domanda , mi trovo di fronte a un punto di non ritorno.

Sintetizzerò il tutto come mi è possibile.

Pensate a quei gruppi hard rock "intelligenti" che, per un motivo o per l'altro, filtrarono con le sonorità alternative. Due nomi su tutti: Jane's Addiction e Warrior Soul. Bene, ora volgete la vostra attenzione verso le soluzioni oscure tipiche di certa darkwave (Cure, Bauhaus ma non solo) . Aggiungete, se vi riesce , elementi progressive rock in grado di rieccheggiare i Marillion e dei riffoni che potrebbero essere il parto di qualche gruppo thrash metal.

Tutto ciò è allucinante!

Un caleidoscopio compositivo-musicale in grado di farvi perdere la testa, vero, ma la cosa più bella è che i Der Tod riescono comunque a mantenere il proprio marchio di fabbrica! Chiaro e oscuro, pesante e soft. Ogni apparente dicotomia viene qui superata.

Se non mi credete vi consiglio di dare un ascolto a pezzi come "Black Sun (I'm not of this world), "I Scream", "Lifetime" o "The Meaning Of Life".

Probabilmente troverete questo scritto eccessivo e dettato da una certa esuberanza. Non lo nego. Ma non potrete rimanere indifferenti di fronte alla bellezza dei brani succitati.

I Der Tod, com'era prevedibile, non diedero seguito a questo loro grande debutto e , in breve tempo, ritornarono nell'oscurità. Alimentando, com'è ovvio che sia, un mistero che ha pochi precedenti nella storia del rock italiano.

Bravissimi!

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