Un altro interessante disco uscito su etichetta Beyond Beyond Is Beyond lo scorso 23 settembre. Questa volta abbiamo a che fare con un duo di Stoccolma, Svezia. I due titolari del progetto sono Daniel Collas e Morgan Phalen e la loro 'creatura' si chiama Drakkar Nowhere, così come il loro primo disco eponimo, un lavoro che i due hanno cominciato molto tempo fa, nel lontano 2012.

Parliamo quindi di qualche cosa che è stato costruito nel corso del tempo, ma anche di una esperienza vera e propria che ha portato Collas e Phalen a incontrarsi e ricevere l'attenzione di altri musicisti della scena svedese, e tra questi anche membri di band come Dungen e The Amazing (che prendono parte attivamente alle registrazioni del disco) e ovviamente del batterista Moussa Fadera, che suona in tutte le tracce del disco. Impossibile poi non menzionare quella che è la super-guest del disco, il cantautore e vocalist degli anni settanta Ned Doheny da Malibu, California, incontrato dal duo durante un loro viaggio a Los Angeles e che canta nella terza traccia del disco, 'Higher Now'.

Influenzato primariamente dalla buona tradizione svedese nel panorama della musica psichedelia e da sonorità pop degli anni sessanta-settanta, 'Drakkar Nowhere' è in realtà un disco che contiene un bel po' di sorprese.

Il disco si apre con una traccia, 'Any Way', che ha sensibili influenze che risentono del songwriting del duo Lennon-McCartney. Subito appare molto peculiare già da questa prima traccia, con quello che è in questo caso specifico un certo contrasto nel riferimento ai Beatles, quello che è l'utilizzo della batteria, dato che si evince da subito che Moussa Fadera ha un imprinting di tipo jazz e che sarà costante per tutta la durata dell'album. Un disco dove via via si dipanano le varie differenti altre influenze, dal cosmic jazz a una certa soul music: 'How Could That Be Why?', 'Higher Now', 'At The Edge Of The Mangroves' (una canzone che, cazzo, in alcuni passaggi mi ha addirittura fatto pensare ai Police!), 'Did It Ever?', 'The Line'. Che dire infine dell'ultima traccia, 'Salutation To The Sun'. Una composizione di cosmic free-jazz dalla durata di circa nove minuti, che comincia furiosa e dilatandosi nello spazio in una deflagrante esplosione, una specie di rivisitazione in scala del big-bang, prima di entrare invece in uno stato di quiete che sia quasi una specie di mantra profondo, la colonna sonora di un film degli anni sessanta e che per forza, sia sul piano musicale che proprio figurativo, mi ha fatto pensare al film di fantascienza italo-francese 'La decima vittima' di Elio Petri e tratto da una short story di Robert Sheckley, 'The Seventh Victim'. Un film in cui i protagonisti principali sono parte di una competizione, una vera e propria caccia all'uomo e che è praticamente una specie di provvedimento istituzionale allo scopo di limitare l'uso della violenza. I due protagonisti principali che poi sarebbero Marcello Poletti (aka Marcello Mastroianni), che è un ministro e devoto al culto dei tramontisti, una specie di religione e allo stesso tempo una derivazione della cultura hippie e che consiste nel culto del sole. L'altro protagonista, anzi l'altra, è invece la bellissima Caroline Meredith, interpretrata da Ursula Andress, la prima bond girl, e che pensavo fosse anch'essa svedese, ma invece no: è svizzera. Non si finisce mai di imparare.

Non parliamo di qualche cosa che debba per forza essere originale, anche se è sicuramente un disco particolare e pieno di inventiva: immaginate di ascoltare qualche cosa che metta assieme allo stesso tempo alcuni elementi della follia di George Clinton e delle sue 'gang', la sensibilità soul di Marvin Gaye, dei trip di psichedelia cosmica e una specie di devozione al fascino delle incantevoli foreste attorno a Bagarmossen e Midsommarkransen in Svezia e un certo gusto pop contemporaneo 'indie' e alternative tipo Tampe Impala. Il risultato è qualche cosa che senza dubbio considero accattivante, groovy e allo stesso tempo fottutamente sexy. Qualche cosa che debba necessariamente essere oggetto di ascolto in pratica.

Daniel Collas e Morgan Phalen hanno cominciato questo viaggio quattro anni fa, nel 2012, e da quel momento hanno preso a bordo sulla loro nave vichinga, il loro Drakkar, un sacco di gente, musicisti oppure ascoltatori o semplici avventurieri del cosmo. Se volete salire a bordo e aggiungervi alla ciurma, c'è ancora posto. Per il resto, è risaputo che i vichinghi siano tra i più grandi navigatori di tutti i tempi. Furono loro o no a scoprire l'America, o fu Cristoforo Colombo? O furono popolazioni che arrivarono in Alaska dalla Siberia attraverso lo Stretto di Bering. O più semplicemente furono le persone che abitarono questo continente 14.000 anni fa. A-ah. Lo so, è una questione troppo controversa, direi di rimandare la cosa e parlarne un'altra volta e adesso, invece, dedicarci semplicemente all'ascolto.

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