Schifo, e conati di vomito. Disprezzo, verso qualunque volto conosciuto che incroci il mio sguardo. Voglia di urlare nei timpani di qualcuno, dopo avergli sputato in un occhio.

In linea di massima è questo il mio stato d'animo in autobus alla fine di una giornata nera, di quelle passate ad ascoltare i soliti mille discorsi infarciti dei soliti mille luoghi comuni. La voglia di sfogarsi è tanta, ma di certo non posso rischiare di finire in caserma per aver fatto qualcosa di illegale. E allora si mettono le cuffiette alle orecchie, si pigia su Drive Like Jehu e il compito di sfogarsi per te lo si molla a loro.

Il quartetto si forma in quel di San Diego, per volontà dei due ex-Pitchfork John Reis (leader allo stesso tempo anche dei Rocket From The Crypt) e Rick Froberg, che si uniscono ai due ex-Night Soil Man Mark Trombino (batteria) e Mike Kennedy (basso). Questo primo album omonimo è del '91 (anno di grazia per il rock'n'roll) e sarà suonato molto fresco e originale alle orecchie di quel periodo: una miscela esplosiva di un più che maturo post-hardcore consolidato da maestri del genere quali Jesus Lizard e Fugazi, e di un math-rock ancora ai primi vagiti.

Tecnica superba ovvero un pugno in pieno volto, ritmiche "matematiche" ma pressanti; molto di questo sound devastante si gioca sulla rapidità d'esecuzione (vedi cavalcata di chitarre e batteria in "Caress") e sulla voce angosciata ma "molto hardcore" di Froberg che si traduce in un tripudio di violenza e delirio (vedi finale concitato di "Spikes To You"). Il mio desiderio di sfogo di quella rabbia repressa è appagato già dopo 6 minuti: un uno-due devastante. "Step On Chameleon" vede protagonista la voce di Reis, più calda e meno acida, molto più adatta nei RFTC; "O' Pencil Sharp" è un brano molto lungo e dalle tinte un pò post-rock nel lungo intro iniziale fatto di delicati arpeggi di chitarra, che verso i 3 minuti (manco a dirlo) esplode seguendo un ritmo più complesso e anomalo rispetto al resto del disco.
Un pò antipatico fare il track-by-track, diciamo che i brani successivi ("Atom Jack" e "If It Kills You" su tutti) sono il miglior risultato dell'unione tra potenza bruta dell'hardcore e sezione ritmica articolata e precisa del math: unione che risulta essere l'elemento imprescindibile dei Drive Like Jehu.

Si sono divisi dopo 5 anni di attività, per volontà di John Reis di dedicare più tempo all'altra Signora Band di cui faceva parte; però continuano ancora a picchiare di brutto nelle mie cuffiette, in autobus, alla fine di una giornata nera: in fondo, almeno questo è legale, no?

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