Bergamo e San Francisco, la valle e la Bay Area. Che accostamenti assurdi. Eppure negli anni ’80 qualcosa avvicinò le due città. Il thrash. Quello con due H sia chiaro. Gennaio del 1985. I giovani kids italiani ascoltano quello che passa il convento: Iron Maiden, Judas Priest, Ac/Dc. Insomma i mostri sacri. Si intuiva nell’aria che qualcosa stava per accadere. Insomma una sorta di voglio un po’ di più. Come detto siamo a Bergamo, ci sono due fratelli che ascoltano heavy metal, quello sui generis di quegli anni. Si chiamano Marco e Andrea Vetturi. Hanno un amico di infanzia che sta imparando a suonare la chitarra e si chiama Giancarlo Carminati, detto Jun e quando decidono di mettere su una band arriva un amico musicista che segnala loro Germano Minuti, ottimo bassista.

Tra le influenze del gruppo ci sono i Mercyful Fate, a loro si ispirano per la registrazione di un demo su uno scassato 4 piste piazzato in una chiesa diroccata trasformata in studio musicale. Il nome che scelgono è tutto un programma Drunkards. Tre anni di gavetta. E tre anni in cui il mondo del metal subisce una mutazione clamorosa. Tra il 1985 e il 1988 gli Usa sostituiscono la perfida Albione, il thrash sostituisce la New Wave of British Heavy Metal. I Metallica sono dei miti inarrivabili per chi finalmente ha trovato quel qualcosa di più che cercava. La direzione musicale del gruppo, all’inizio incerta, adesso è chiara. Sono la prima vera band italiana ad avere le capacità tecniche e compositive per proporre un thrash credibile.

Le ossa se le sono fatte nei festival degli anni ’80. Il secondo demo, venti minuti di fuoco dal titolo Lethal to Weak Ones, stesso luogo di registrazione, finisce sulla scrivania di Luigi Mazzesi della LM records che intuisce le potenzialità della band. Decide di farli rodare con un pezzo inserito in una compilation, la mitica Heavy Rendez-Vous (che vedeva la presenza anche di Adramelch, Moon of Steel, Creepin Death, Masterstroke, Blackburn, M.A.C.E. e Napalm). Il pezzo che appre si intitola "Trooper of Death" e sarà una delle colonne portanti del disco di esordio, omonimo. Via dallo studio bergamsco il gruppo registra a Firenze al Much More Music Studio di Bernardo Baldassari e Andrea Corsellini. Qui il gruppo registra anche il disco d’esordio. Duemila copie, tra cassette e vinili, un tenativo di distribuzione europea. Ottime recensioni da parte delle riviste di settore per 8 pezzi al fulmicotone. Il disco, che avrebbe dovuto essere solo un mini LP, si era trasformato in un 33 in corso d’opera.

Dopo aver registrato "Looking for Troubles", la breve "Obsession (part I)", "Human Vivesection", "Nuclear Solution" e "Captive of my Vice" ci si rese conto delle potenzialità della band. Allora via dentro la gia conosciuta "Trooper of Death" e due pezzi riempitivi che alla fine invece si mostreranno essere i più belli del disco. Una ballata che gia stava sul demo, "Lost and Lonely", e la intricata e tecnicissima "Don’t Search for the Answer". Le influenze dei Metallica sono evidenti, anzi evidentissime, soprattutto in quest’ultimo pezzo, oltre 8 minuti di campi di tempo, melodie e perizia tecnica. HM e Metal Shock gridano al miracolo: abbiamo una band thrash degna di questo nome. Decine di concerti e i disco che diventa cult paiono essere il trampolino di una bella carriera per il gruppo di Bergamo.

Ma stanno arrivando gli anni ’90, terribili per il metal. Nell’estate del 1989 la band entra in studio per registrare il successore al disco omonimo. Quello che nasce al al Koala Studio di Senigallia è No Trace of Sanity, che potremo ascoltare solo oltre 20 anni dopo. Lo recupera ancora la LM records nel 2009 che lo ristampa assieme al mitico primo disco. Un gran disco che forse era stato registrato in ritardo sui tempi. Ma questa è un’altra storia.

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