I Duran Duran hanno insita una sottile vena masochista che li porta, con sorprendente regolarità, a lasciarsi morire in calce a svariate resurrezioni. Non ne faccio una questione artistica, ma di popolarità e consensi. I Fab Five (o Three, o Four, dipende dalle annate) sanno creare affinità con l'ascoltatore, ma sono spesso votati all'autogol. Qualche esempio ? Giunti sul tetto del mondo, nel 1984, disintegrarono la band. Nel 1990, dopo essersi rimessi al passo con i tempi con "Big Thing" (1988), se ne uscirono con lo sconclusionato "Liberty". Dopo Astronaut (2004), che vide riassemblarsi il nucleo originale, pensarono bene di fare incazzare Andy chiamando Timbaland e Timberlake alla produzione dello sfortunatissimo "Red Carpet Massacre" (2007), inferocendo la critica.

Questo lavoro (che per evitare di confondere con l'omonimo album di debutto viene indicato dai più come "The Wedding Album", per giustificare la copertina che ritrare i genitori dei membri del gruppo nel giorno del matrimonio) è l'ennesima resurrezione, datata 1993, seguita da un' improbabile album di cover e dall'incompreso "Medazzaland" (1997) che ne segnarono l'ennesima sepoltura: incorreggibili.

Comunque. Dopo che i fans voltarono le spalle a "Liberty", il nucleo congedò il batterista Sterling Campbell (o si congedò da solo, archiviamo la vicenda in quota "chissene", ndr) e, piuttosto che andare in tour, si rinchiuse saggiamente in sala d'incisione per riordinare le idee e studiare un prodotto d'impatto, che richiamasse consenso di critica e facesse da defibrillatore al cuore malandato dei fans.

Il mentore del progetto fu l'ispiratissimo Warren Cuccurullo, chitarrista in orbita dalle sessioni di "Notorious" (1986) ed integrato ufficialmente proprio in occasione di "Liberty". Cuccurullo è un chitarrista di livello: scuola Frank Zappa, bravissimo a mantenere alto il compromesso tra rock e pop, con un orecchio pazzesco ed una pulizia di esecuzione notevole anche nei momenti più intensi. Simon (voce), Nick (tastiere) e John (basso) accettarono con entusiasmo le idee proposte da Cuccurullo garantendo un apporto superiore rispetto al recente passato: la voce di Simon, che in alcune occasioni accarezza il falsetto, non è più stridula (per quanto ammorbidita e regolata in studio, ndr), Nick è parsimonioso ma l'apporto c'è ed è di tutto rispetto, John è più vivo che mai e lo si apprezza soprattutto in "Love Voodoo" (punta di diamante dell'album).

Ne consegue un lavoro gradevole, sostanzioso, ottimamente suonato anche se la perfezione, a cui ognuno dovrebbe puntare in sala d'incisione, non è ancora raggiunta. "Too Much Information", che apre il disco, è un pò troppo sbarazzina. "Ordinary World" piace per postulato: è oggettivamente gradevole, anche se, giustamente, non esiste una regola scritta. "Love Voodoo" è qualcosa di mai sentito e, purtroppo, mai replicato in ambito Duran: non mi ci perdo in una disamina ma vi invito all'ascolto: notevole, tanta roba davvero. "Come Undone", rielaborazione azzeccata fino a risultare meravigliosa metamorfosi, è reinterpretazione cuccurulliana di "First Impression", inascoltabile delirio rockettaro di "Liberty". Un pò troppo pacchiana ma ben assemblata "Drowning Man", che avrebbe meglio figurato in "Liberty" per affinità elettiva; di prima fascia, per esecuzione ed intensità, "Breath After Breath" nella quale Simon duetta con Milton Nascimento. Da "UMF" a "Sin Of The City", rispettivamente tracce #6 e #13, si scade un pò nella linearità, ma mai nella banalità. Molto ma molto belli un paio di refine: in "Shelter", verso la fine, e nella lunghissima "Sin Of The City", esattamente qui ==> "...stop killing your people now...stop wasting your people now...your jacking your people off...". Menzione particolare per un brano che meritava un posto in prima base, "Falling Angel", piazzato tra le b-sides di "Come Undone" e, insieme ad un'altra manciata di inediti nel cd-bonus, "Uk Tour Edition", realizzato a fine 1993 in un'edizione limitata.

E niente, "The Wedding Album" è un disco confezionato non solo di pancia, a differenza del predecessore, ma con cognizione di causa, senza frenesia e tanto buon senso. Ebbe anzi una gestazione complicata in ragione della Capitol, casa discografica storica con quale iniziarono ad affiorare le prime tensioni, poco propensa a dare ancora credito alla band dopo il mezzo fiasco di "Liberty". I masters, infatti, erano pronti e infiocchettati fin da metà 1992. E' per questo che i quattro approfittarono dell'attesa per dare il là alle sessioni di "Thank You", dalle quali sottrassero (per annettere a "The Wedding Album") "Femme Fatale" dei Velvet Underground di Lou Reed. Primo passo falso verso un'ecatombe, alludo proprio a "Thank You", che li segnerà per sempre.

Credito per la buona riuscita del progetto a John Jones che co-produsse il disco assieme ai Duran Duran e a Frank Zappa, chiamato dall'allievo Cuccurullo, che assieme allo stesso Lou Reed contribuì alla buona riuscita di "The Wedding Album" in fase di post-produzione, poco prima di morire.

Carico i commenti... con calma