Classifica LIMITATA AI CANTAUTORI STATUNITENSI. Esclusi Bruce Springsteen e Tom Waits per i motivi che sa bene chi mi conosce, questa è l'America che per me conta. Rigorosamente in ordine.
Sopra tutto e tutti, comunque.
Mr. Zimmerman ha scritto le parole più belle, lui le melodie più intense. Canzoni indelebili, meravigliose.
In assoluto il cantautore che più mi ha commosso, voce straordinaria e toccante come nessuna.
Il poeta dell'era psichedelica, i vertici del lirismo più puro.
La canzone "popolare" nel suo senso etimologico e nella sua incarnazione più sincera.
Un album solo, ma di quelli che non si scordano. Autore straordinario, "totale" con i Feats, fra le più luminose menti di tutto il Rock.
La controcultura, quella viscerale e non di facciata: l'erede di Woody Guthrie.
Rurale, ribelle, ruspante, eterno James Dean di provincia nemico delle convenzioni. Il R'n'R come lo insegnarono Stones e Faces.
Eternamente "periferico" e trascurato come l'Oregon da cui veniva. Suo uno dei live più belli e intensi della storia.
Il "solitario" per eccellenza, la migliore voce venuta dal Texas. Schivo, essenziale, nato vissuto e morto senza che il grande pubblico se ne accorgesse.
La California degli anni '70: il fallimento dei sogni, la solitudine del cantautore, la morte. Parole di un'umanità e una sensibiltà che feriscono.
L'eterno bambino, il giocherellone che non vuole crescere. Il poeta della leggerezza venuto dal Beat e amante del Blues.
Sulle orme di Sir McCartney. Pianoforte e sentimenti, pensieri e melodie indimenticabili.
Ancora tanto sottovalutata, ma che voce e che voce... E che composizioni... Maestosa.
I Byrds nell'anima: un Genio che in due minuti sa dire tutto, semplice ma perfetto. "American Girl" e "Refugee" sono le canzoni che chiunque vorrebbe scrivere.
Dimenticato (e compianto) ragazzo del Village, amico strettissimo di Dylan ma pessimista come il Cohen più cupo, con qualche tocco di psichedelia.
Quante volte avrò ascoltato "Bring The Family", perché è un disco che più invecchia e più si fa ammirare, come il suo autore (arrivato al successo dopo lunga, lunga gavetta).
Folk, Punk (negli anni del CBGB's), Country, Buddy Holly e gli Who (ma anche tanto altro): ecco perché questo piccoletto mi ha sempre intrigato, alla faccia di più noti colleghi.
Beh, il suo nome di battesimo parla forse più d'ogni altra cosa... I primi due dischi eccezionali, il resto di carriera comunque validissimo con pochi cali. Doti vocali superlative.
"Laggiù nel Paese dei tropici dove il sole è più sole che qua". Ma in pochi sanno che l'originale era di questo signore qui. Poetico, eclettico, sincero, influenza dichiarata per molti.
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I commenti a questa classifica
  • j&r
    6 feb 12
    ..bella classifica...tuttavia non capisco perchè escludi tom waits (trilogia di Frank) e il primo bruce springsteen (fino a Born in the USA ESCLUSO)...potresti aggiungere neil young e leonard cohen, che sono canadesi, però...
  • hjhhjij
    6 feb 12
    Waits nun je gusta J&R che ce voi fà.
  • proggen_ait94
    6 feb 12
    ne hai ascoltati, ma è curioso che bobby sia ancora in cima eh..
  • woodstock
    6 feb 12
    quanto è bella sta classifica. veramente. pur smsndo il 'genere', non ne conosco molti di quelli che hai messo, e pian piano li approfondirò.
  • woodstock
    6 feb 12
    *amando, ovviamente