A livello "affettivo" è nettamente il mio disco preferito dei Sabbath e resta in ogni caso un grandissimo disco, ultimo ("Sabotage" è bello ma trovo sia già una spannetta sotto ai precedenti) tassello di un quintetto di dischi incredibili. "Sabbath Bloody Sabbath" è, ben più del "IV", il disco nel quale effettivamente vengono utilizzati arrangiamenti, stili e idee che musicalmente segnano una variazione abbastanza evidente rispetto al passato (insomma, tante tastiere, usate così e in un numero simile di canzoni, con loro nel '73 ancora era cosa non udita) anche se, di fatto, il marchio di fabbrica è ancora quello radicato nei lavori precedenti, per quanto qui si trovino a volte riff hard-rock snelliti e ritmi un po' più veloci, "agili" del solito (in "Sabbra Cadabra", pezzo che adoro, questa caratteristica è accentuata anche dall'ospitata al piano e al mini-moog di Svegliuomo Riccardo, con un ritmo meno da "colata lavica"- che cazzo sto a dì-rispetto ad altri loro classici). La lentezza riffica la ritroviamo in "Who Are You" in un certo senso, ma con i sintetizzatori al posto delle chitarre. Per il resto l'oasi acustica di "Fluff", gli accenni flautati di "Looking for Today", sono tutte finezze già apparse nel loro repertorio, più nuovo l'uso così forte degli archi in "Spiral Architect" (archi che non mi fanno impazzire qui, nonostante la bellezza della canzone). Vabbè, per i miei gusti ultimo disco davvero eccelso di Antonuzzo e compagni.
  • fedezan76
    4 nov 21
    È anche (nettamente) il mio preferito. Ma anche i precedenti non scherzano.
  • hjhhjij
    5 nov 21
    Uh, che io sappia siamo già in tre ad averlo come preferito dei Sabbath!
  • SydBarrett96
    5 nov 21
    Ultimo tassello di una strepitosa pentalogia. Però forse forse il mio preferito resta l’esordio, ma non ne sono sicuro.
  • hjhhjij
    6 nov 21
    Si be, di fatto sono da prendere in blocco 'sti cinque, ognuno poi può avere il suo preferito (il cervello tra l'altro a me direbbe "PARANOID, COGLIONE!" è più il corazon che dice questo qui).
Black Sabbath: Sabotage
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Un disco che ha preso una direzione musicale in buona parte improntata su un Hard-Rock più canonico e "classico", perdendo la pesantezza (perché loro suonavano la versione pesante del rock pesante, il rock sovrappeso) bella dei primi dischi; questo alle mie orecchie gli fa perdere qualche punto ma pazienza, perché è Hard-Rock di quello bello e "Sabotage" resta nel suo genere uno dei dischi a me più graditi degli anni '70 (e, dunque, in assoluto). Non mancano nemmeno qui canzoni che affrontano generi diversi, "Am I Going Insane" è più dalle parti di un pop-rock acidulo che altro (ed è molto carina se chiedete a me). "Supertzar" invece è una merda senza appello, credo la prima canzone demmerda dei Sabbath, roba inimmaginabile per una band simile, fino a quel momento. Per il resto è tutto bello, Symptom e la più elaborata "The Writ" (bellissima la parte acustica finale) sono le mie preferite, due grandissimi brani, anche i 10 minuti di "Megalomania" scorrono bene bene. Gran disco, l'ultimo così bello con Ozzy alla voce, prima di due dischi decisamente stanchi e meno ispirati (anche se non del tutto da buttare) e la ritinteggiata (salvifica sebbene per gusti a me non molto gradita) in toni "epici" con Ronni Geims.
Black Sabbath: Heaven And Hell
CD Audio Ce l'ho ★★★
I Black Sabbath 2.0 con Dio alla voce (si, i Black Sabbath con Dio, hanno fatto la gag), i Black Sabbath 2.0 che si danno all'Heavy Metal alla NWOBHM. Qui premetto, per me non ha senso riferirsi a questo tipo di musica con "Heavy Metal", soprattutto parlando di questi Sabbath, quando il termine "Metallo Pesante" fu coniato proprio per dischi di rock o rock-blues particolarmente duro nelle sonorità, tra i quali i primi lavori dei Sabbath stessi, quindi non sarebbe una contraddizione enorme indicare con lo stesso termine "Heaven and Hell", che è tutt'altra cosa ? Che cavolo ci sarebbe di "Metallo Pesante" qui dentro e in altri dischi del genere ? Al massimo questo è "Soft Metal", tiè. Suoni puliti, leggeri, aperture epiche e assolutamente melodiche, in qualche occasione praticamente pop-rock, in altre un Hard-Rock dal suono brillante e "grandioso". In ogni caso, ritengo questo disco una rinfrescata di sonorità (radicale) e line-up di cui i Sabbath avevano bisogno, dopo i due ultimi dischi sottotono con Ozzy, e un disco eccellente nel suo genere, che tuttavia a me non fa affatto impazzire. Lo reputo comunque un buon disco, con un'ottima title-track (gran pezzo) e molto bella anche "Lonely is the Word", che sono i brani che spiccano, con belle melodie, la bella voce di RJ e ottime parti chitarristiche di Totonno Iommi. Il resto mi dice molto meno ma è gradevole.
Black Sabbath: Born Again
CD Audio Ce l'ho ★★★
Black Sabbath: Never Say Die
CD Audio Ce l'ho ★★★
L'altro loro disco più bello insieme al precedente. Ha tutto del disco "classico" del rock e la band era in un periodo di forma smagliante (ben espressa anche dal successivo disco live). A livello musicale/di arrangiamento lo trovo un po' meno nervoso e cupo di "Tyranny" (che infatti preferisco di un capello) ma anche qui c'è tutto quello che contraddistingue il rock'n roll al Culto dell'Ostrica Blu: i testi fanta-orrorifici che sono uno dei loro pezzi forti, il cantato di Bloom con quel pizzico di teatralità per condire quei testi, il rock'n roll "espanso" di brani come "Dominance and Submission" ad esempio, il tiro pop-rock irresistibile di una "Career of Evil", la splendida sezione ritmica dei Bouchard Brothers e ovviamente una sequenza di brani tutti tra i migliori della loro carriera: "Subhuman", la ballad rock "Astronomy" (il loro pezzo più classico dal "lato rock" prima che nel disco successivo arrivasse l'evergreen pop a segnar loro una carriera) e soprattutto la mia preferita "Flaming Telepaths" (probabilmente il loro più gran brano dopo "7 Screaming Diz-Busters") con una maggior presenza delle tastiere di Lanier e che contiene il mio solo di chitarra preferito di Buck Dharma. Gran canzone davvero. E gran bel disco.
Blue Öyster Cult: Tyranny And Mutation
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bellissimo disco, il migliore dell'Ostrica al pari con il successivo, ma personalmente è di un pelo quello che preferisco tra tutti. Se nel bel disco d'esordio c'erano molti bei pezzi ma anche un paio così e così (tipo quello di Joe Bouchard, "Scream") qui tutti gli otto brani sono di alto livello, con una media generale superiore a quella del primo disco. "7 Screaming Diz-Busters" ad esempio lo considero il miglior parto dell'Ostrica insieme ad "Astronomy" e il perfetto esempio del loro cercare delle composizioni che andassero oltre la canonica forma-canzone dell'Hard-Rock tipico dell'epoca. Di più ampio respiro, più mutevole, con una struttura più complessa, una ficata. Oltre a ciò, il gioiello rock-pop-r&b "O.D.'d on Life Itself", la ballad acida dalla bellissima melodia arcano-melanconica e dal riff (ma solo quello) molto sabbathiano di "Wings Wetted Down", la prova molto ma molto migliore di Joe Bouchard come pezzo scritto da lui solo, rispetto all'esordio, con "Hot Rails to Hell" e "Baby Ice Dog" (testo della Patti) nobilitano tutte un disco davvero molto bello, ma sono tutte su questo livello, non le cito per mancanza di spazio. Band al massimo della forma, come autori e come musicisti (sezione ritmica dei Bouchard broda splendida, Bloom canta quasi tutte le canzoni, Roeser ha un chitarrismo perfetto e mai troppo invadente o strabordante, Lanier non scrive nulla ma le sue tastiere sono graditamente più presenti stavolta e via così).
Buon esordio per il Culto dell'Ostrica Blu (uno dei nomi di band più fichi in assoluto) che per me resta sempre un gran bel gruppo di "rock classico" con varie sfumature di eclettismo stilistico che ne colorano qua e la canzoni e i dischi (un po' di Blues, un po' di psichedelia leggera, un po' di vaghe atmosfere sci-fi-dark, tutte caratteristiche ben presenti in questo primo disco). Hanno un bello stile personale 'sti americani, e un modus operandi compositivo interessante, con una scrittura collettiva con gruppi di collaboratori esterni alla band vera e propria che contribuiscono alla scrittura dei brani, soprattutto dei testi. Detto questo, sono meno originali e particolari di come a volte li ho sentiti definire, ma nulla toglie alla loro bravura. Questo primo disco omonimo non è all'altezza dei due disconi successivi ma è bello. Le mie preferite sono "Transmaniacon MC", "Then Came The Last Days of May" (una delle due sole canzoni scritte da un solo componente del gruppo, Roeser in questo caso che ovviamente se la canta anche), ballad che dimostra il loro buon gusto per le melodie e "Workshop of the Telescope" gioiello acido dall'andamento irregolare e un po' distorto, sul loro lato più "psych". Ma a parte tre canzoni che restano solo sul "gradevole" e nulla più il resto è di ottimo livello, compreso un piccolo classico come "Cities on Flame", gran pezzo, o l'altra psych-ondeggiante "She's as Beautiful as a Foot". Sempre un bel disco da riascoltare.
  • Littlelion
    22 apr 22
    Quanto mi esalta "Starway to the stars"!
  • hjhhjij
    22 apr 22
    Ahahaha son gusti, pensa che è una di quelle (due, alla fine) che mi piace meno.
  • Littlelion
    22 apr 22
    Immaginavo che fosse una di quelle :3
  • Littlelion
    22 apr 22
    Oggettivamente le altre canzoni sono meglio, ma soggettivamente mi gasa troppo.
  • hjhhjij
    22 apr 22
    Legittimo, ci mancherebbe.
Ho un rapporto contrastante con questo disco, negli anni sono passato ad altalena a considerarlo mediocre o molto piacevole a seconda del momento. Ad oggi si è attestato sul molto piacevole. Si tratta del disco con cui i BOC enfatizzano la loro parte pop (che hanno sempre avuto, ma qui è dominante) concentrandosi su canzoni semplici, dalle melodie immediatissime, qualche volta banalotte qualche altra più riuscite e con strutture molto più lineari. Si perde quello stile e quel "mood" più personale che avevano mostrato nei precedenti tre dischi, inoltre aumenta anche la rotazione al microfono dei vari componenti della band, mentre il più attivo nella scrittura dei pezzi è Albert Bouchard che scrive le musiche di metà disco, due canzoni con testo di Patti Smith, particolarmente attiva come collaboratrice in questo disco, visto che oltre che scriverne le liriche, partecipa anche alla voce in una delle due canzoni migliori: "The Revenge of Vera Gemini", bel pezzo davvero. L'altra, ovviamente, è il gioiellino pop e loro evergreen firmato tutto da Roeser, l'inquieta, elegante "(Don't Fear) The Reaper". Ci sono altre canzoni molto carine ("Tenderloin" di Lanier, "E.T.I." l'hard-rock divertente e tamarrone di "Tattoo Vampire") e alcune invece che mi piacciono poco ma nel complesso è un buon disco pop-rock, con un paio di ottime canzoni.
  • Onirica
    3 giu 22
    Mitica e trascinante Don't fear the reaper, con quell'intermezzo claustrofobico e un testo che per me è tra i più saggi e profondi del rock n roll...
Blue Öyster Cult: Spectres
CD Audio Non la voglio ★★★
Non è cosi male. In questo periodo i BOC avevano decisamente abbracciato un rock/pop-rock leggero e radiofonico, ma la buona vena per la melodia pop ce l'avevano sempre avuta e il disco è un lavoro dignitoso nel suo genere, molto piacevole da ascoltare anche solo in sottofondo. Rispetto al precedente non ha quelle due o tre canzoni che spiccano sulla media ma è quasi tutto sullo stesso livello di divertente canzone rock-pop. A me non dispiace, al netto di un paio di grosse cacate di gabbiano che non avrebbero affatto sfigurato in una chart del peggior pop del decennio successivo, precursori della merda insomma. Però è un disco carino.
Questo è proprio un gran bel live, i BOC rendono moltissimo dal vivo. Primo disco live della band, che "celebra" e chiude il loro periodo "aureo", quello dei primi tre dischi (soprattutto i due gran dischi del biennio '73-'74). Rispetto al sound in studio, ben più leggero, qui puntano molto più nettamente sull'Hard-Rock/Hard-Blues, con un sound ben più muscolare e aggressivo e con il tipico approccio dal vivo delle band rock anni '60-'70: brani dilatati (anche se in maniera piuttosto contenuta rispetto a molte altre rock-band dell'epoca) con improvvisazioni e modifiche rispetto alle versioni studio (come la versione fenomenale di "The Subhuman" che apre il disco o la splendida resa di "7 Screaming Diz-Busters") o altri pezzi che sono vere e proprie palestre di sfogo, libertà e improvvisazione, in questo caso di impronta soprattutto chitarristica (ma con spazio a volte anche per degli ottimi soli di Lanier) e Rock-Blues, nella strumentale "Buck's Boogie", in "ME 262" o nelle due cover finali, compresa una "Born to be Wild" che si trasfigura in marasma chitarristico di puro rock psichedelico. Anche "Last Days of May" è in una versione superiore alla già bella canzone presente sul primo disco (una delle migliori di quel debutto) e "Hot Rails Hell" spacca sempre culi a manetta. Dispiace per l'esclusione di brani eccellenti come "Astronomy" "Flaming Telepaths" o "O.D.'d on Life Itself" però il disco è comunque davvero molto fico.
Disco ultra-underground del sottobosco folk/folk-rock americano degli anni '60, formato dal duo di Baltimora, Ben Syfu/George Friggs (e chi cazzo sono ? Boh, solo questo hanno fatto). Nulla che spicchi particolarmente per qualità e personalità, o per originalità, rispetto al vasto panorama folk/folk-rock di quel 1968, ma ha belle canzoni ed è un disco più che valido a mio parere. I due pezzi che mi hanno colpito di più sono "Son of Kong" e "Sundown Stick" perché, fra tutte, sono quelle dove si nota di più il debito al Buckley goodbyeandhelliano, quello più "groovy" e ritmato, per capirci, con un richiamo anche vocale del cantante che a me sembra abbastanza evidente. Una chicca è "Devil & The Aces of Spades" folk-ballad impreziosita nell'arrangiamento da belle pennellate di sax che rendono tutto più notturno, bluesy e atmosferico, forse è la canzone migliore del pacchetto. Anche "Time is Money" sarebbe un gran bel rock-soulfully ma è penalizzata dalla pessima qualità di registrazione. Per il resto, qualche vocetta e rumorino psichedelico standard, un blues sciapetto ("Down Child") un bel pezzo di folk americano più ruspante ("Alligator Man") e infine tre canzoni di quel folk acustico e dalla melodia delicata, intima e malinconica, sintetizzabile nell'opening "Little David", ricollegabile tanto al folk americano di questo tipo sia in parte alle melodie del folk barocco britannico. Bel disco.
  • adrmb
    20 dic 22
    Questo comunque dalla descrizione mi dava più le vibes di tre stelline 👽
  • hjhhjij
    20 dic 22
    In realtà sarebbe il classico 3,5. Ma le canzoni sono buone, è solo schiforegistrato, per questo ho arrotondato generosamente.
Bob Dylan: The Times They Are A-Changin'
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Il suo migliore del periodo '62-'64 (fino a "Another Side" in pratica). Disco bellissimo, testi al vetriolo, ispiratissimi, voce raspante e sgraziata come non mai e una manciata di brani capolavoro indimenticabili (title-track, Only a Pawn in Their Game, With God on our Side, Ballad of Hollis Brown e così via).
  • piro
    11 gen 15
    Dopo averlo ascoltato e riascoltato in quest'ultimo periodo ti do proprio ragione. Se la gioca con Frewheelin', mi sa.
Bob Dylan: Another Side Of Bob Dylan
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Bob Dylan: Bringing It All Back Home
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bob Dylan : The Freewheelin' Bob Dylan
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Bob Dylan: Blonde On Blonde
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Altro capolavoro assoluto, probabilmente il migliore dopo Highway. Tra Visions of Johanna e Sad-Eyed Lady è dura scegliere il capolavoro del disco. Doppio di monumentale bellezza.
Bob Dylan: Highway 61 Revisited
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Il suo capolavoro. Disco immortale, praticamente perfetto, pietra miliare del Rock e del Cantautorato. E poi c'è "Desolation Row".
  • fuggitivo
    18 apr 15
    Dissento. 3 parole... Blonde on Blonde.
  • hjhhjij
    18 apr 15
    Anche quello è un gran capolavoro.
  • tonysoprano
    8 giu 16
    Che tra l'altro Desolation Row è la mia canzone preferita di Bob Dylan
Bob Dylan: Pat Garrett & Billy The Kid
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Una splendida colonna sonora. Il tema iniziale e quello finale sono capolavori e poi c'è la splendida e celeberrima Knockin; il resto è una spanna buona sotto ma comunque di buon livello (vedi Billy 1).
Bob Dylan: Time Out Of Mind
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Bob Dylan: Desire
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Boston: Boston
CD Audio Ce l'ho
L'unico che conosco dei Boston, trascinato dalla celeberrima "More Than a Feeling". Il disco è bello anche se le sonorità e lo stile sono decisamente lontani dall'essere tra quelli che preferisco e finiscono per stufarmi inesorabilmente dopo pochi ascolti. Bel disco dunque, però sento che con i Boston sono a posto così.
  • dsalva
    20 mag 18
    prova anche con "don't look back", il successivo, gran disco anche questo.
  • hjhhjij
    20 mag 18
    Il problema è che questo stile, questi suoni, queste canzoni mi stancano molto presto. Per quanto validi possano obbiettivamente essere questi lavori non sono proprio la mia tazza da thè, questo lo ascolto con piacere 2-3 volte e poi però rimane lì, inutilizzato. Difficilmente troverei stimoli per ascoltare un successivo disco sugli stessi binari.
  • dsalva
    20 mag 18
    che ti devo dire...in gioventù li ho amati molto, un rock tiratissimo ma anche molto leggero, incentrato sulla chitarra di Sholz dicono un precisino mica da ridere, ma effettivamente godibili sul momento e dai quali ti rimane il giusto. Comunque anche "third stage" non è male.
  • hjhhjij
    20 mag 18
    Sholtz è indubbiamente un chitarrista e un musicista capace, il problema però di questo tipo di musica è proprio la sua certosina pulizia anche quando è "tirata", oppure quella sua "grandiosità sonora" decisamente patinata e alla lunga stucchevole anche se indubbiamente coinvolgente e qualche volta divertente ai primi ascolti. Non è un tipo di musica che mi trasmette molte emozioni anche se è senza dubbio buona musica. Impressioni molto soggettive.
  • Ho le mie idee sui Boston.
    Definisco la loro musica "architettonica": per apprezzarli è necessario mettere in secondo piano il fatto che i giri di chitarra siano sempre gli stessi, i testi banalissimi, le (poche) deviazioni verso il progressive pacchiane e primitive. Il talento sta in tre cose:
    La prima è l'arrangiamento dei brani, a piani multipli di chitarre elettriche e acustiche che hanno la squisitezza e la facoltà d'incastro proprio dell'opera architettonica.
    La seconda è il suono bombastico della chitarra solista, prezioso non già nell'attacco, bensì nel rilascio, nell'inviluppo; non è facile da spiegare se non lo si è provato con mano... le armoniche generate dai distorsori dell'ingegner Scholz generano una particolare ricchezza ed appagamento acustico, e fisico.
    La terza è la voce del povero Brad Delp. Così angelicamente alta da "bucare" il mix, pur senza andare di potenza, restando pulita e celestiale anche nei passaggi più estremi. Solo Jon Anderson degli Yes come lui, ma quest'ultimo con un feeling più freddo e nordico.
    Voglio segnalare le grandi, per me grandissime canzoni dei Boston: dal primo e in ordine di preferenza "Long Time", "Hitch a Ride", ""Smokin" e solo ora "More than a Feeling"; dal secondo "A Man I'll Never Be", "Don't Look Back" e "It's Easy". Dal terzo "Amanda", "My Destination" e "Holyann", dal quarto "Livin' for You".
    Ultima cosa: il quinto e il sesto album, usciti rispettivamente nel 2002 e nel 2013, sono orrendi e mi sento male al pensiero di quanto lo siano.
  • dsalva
    21 mag 18
    Direi che Ella la sa lunga....impallidisco davanti alla sua perfetta disamina
  • hjhhjij
    22 mag 18
    I tuoi commenti da un punto di vista più tecnico mi fanno piacere, anche se ahimè la perizia della band (hai colto due cose indubbiamente apprezzabili anche per me come le alternanze chitarre acustiche-elettriche e il suono della chitarra di Scholz) era da me già riconosciuta sia chiaro, ma proprio non riesco a sposarmi con questo tipo di musica e di suono. "More Than a Feeling" e "Long Time" due grandi pezzi comunque.
  • hellraiser
    22 mag 18
    I primi due consumati ai tempi ma mai più presi in mano. Sarà che ormai li conosco a memoria da anni. Mi piacciono molto
Brand X: Unorthodox Behaviour
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Brand X: Moroccan Roll
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Di tutto, di più e oltre. Oltre si legge "Third Uncle". Dopo quelle di "On Some Faraway Beach" nel disco precedente altre sensazioni indefinibili qui con la title-track e l'incredibile melodia di "The Fat Lady of Limbourg". Da incorniciare la voce e la partecipazione di Robert Wyatt su "Put a Straw Under Baby". Disco ovviamente avanti anni luce, precursore di tanta roba.
  • Carlos
    27 dic 15
    Qualcosa che per una volta Battlegods farebbe bene a citare come influenza per un disco da lui recensito.
  • hjhhjij
    27 dic 15
    Andrebbe sul sicuro questo è certo.
  • bluesboy94
    28 dic 15
    Che cosa unica "Third Uncle"! E' giunta l'ora in cui cominci ad ascoltare Eno.
Brian Eno: Here Come the Warm Jets
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
"Bebi's On Faaiiaaaaaa", Robert Fripp... e l'indefinibile atmosfera di "On Some Faraway Beach". Perfezione.
  • piro
    29 apr 15
    Ohhhhhhhhhwoooooooooottttttttaaatat atati'llbethere, Drivin' Me Backwaaaaaaaaaaardss! (scusa, mi è scappato)
  • hjhhjij
    29 apr 15
    Spettacolare quel pezzo, le robe che fanno Eno e Fripp sono meravigliose.
  • hjhhjij
    29 apr 15
    No ma "Dead Finks Don't Talk", ne vogliamo parlare ?
  • fuggitivo
    29 apr 15
    Rivalutato col tempo. Ieri volevo riascoltarlo ma sto rifacendo la camera ed è un casino (tra l'altro è rispuntato fuori Pawn Hearts), giusto per dare un giudizio. Tra le preferite un tempo c'era Paw Paw Negro Blowtorch, giusto per quelle cazzatine di tastiera... e da tempo devo comprare gli "acquerelli ambient" di Eno.
  • fuggitivo
    29 apr 15
    Rivalutato in peggio ovviamente. Quando ancora consultavo Allmusic su Wikipedia gli davano 5 stelle ed ero tutto convinto, lol.
  • hjhhjij
    29 apr 15
    Ecco, era meglio che smettevi di leggere allmusic e continuavi a dare "5 stelle" a questo disco, una di quelle cose che NON si può rivalutare in peggio fuggi, non ha un difetto, non ha una sbavatura e Paw Paw è una di quelle robe a cui parte del Bowie berlinese e la New Wave devo dire grazie ad ogni ora :)
  • fuggitivo
    29 apr 15
    Non posso dire molto, mi rode il culo che adesso non lo posso ascoltare.
  • hjhhjij
    29 apr 15
    Quando lo ritrovi ne riparliamo, ci sono bei confronti da fare tra questo e Taking Tiger.
  • fuggitivo
    29 apr 15
    Posso dire che le ultime differenze che notai tra questo e Taking Tiger sono appunto le "strategie oblique". Mai capito cosa cazzo fossero ma cavolo se si sentiva la differenza.
  • fuggitivo
    29 apr 15
    Basta, ho già detto troppo.
Il mio disco preferito di Eno, per quanto sia un esercizio di stile abbastanza inutile "sceglierne" uno tra le meraviglie da lui sfornate soprattutto negli anni '70). Trovo sia una sintesi perfetta tra l'Eno Pop e le sperimentazioni ambient che stava portando avanti, è un disco perfetto, negli strumentali dove il piccolo Braian fa tutto (o quasi) da solo o nelle sue inconfondibili pop-ballad dalle splendide melodie nelle quali è accompagnato da molti dei soliti amici-collaboratori di quegli anni (Frippolo, Cale, Turrington ecc.) e dalla sezione ritmica dei neonati Brand X, Philco-Persi Gionz, il tutto, in ogni pezzo, giocando e inventando suoni tra chitarre e percussioni trattate, sintetizzatori vari ecc. Un capolavoro, da gustarsi tutto con piacere, senza avvertire il minimo cedimento. Dovessi dirne due, una per i pezzi "pop" e una per gli strumentali con Eno-tuttofare, direi "St. Elmo's Fire" (perché dove c'è un solo di Fripp c'è casa e delle tre con lui questa è quella un pizzico più bella) e la clamorosamente avvolgente e cullante "Becalmed" (giustamente).
  • 123asterisco
    22 feb 21
    Taking Tiger, questo qui e Before and After per me sono degli oggetti magici ed alieni. Però, non so cosa ne pensi acca-j, ma l'Eno ambient non l'ho mai troppo amato. Nemmeno lo getterei via, ovvio. Ma qui siamo su altri piani!
  • hjhhjij
    22 feb 21
    Guarda, per me pure Here Come, ma in pieno proprio. Per quanto riguarda l'Eno ambient be, è proprio un diverso tipo di fruizione, se non dico cazzate Airports è pensato proprio per essere ascoltato mentre ti fai gli altri cazzi tuoi, ad esempio. Comunque belle cose anche lì, ma l'Eno di quei 4 album è il massimo, sono pienamente d'accordo.
  • 123asterisco
    22 feb 21
    Sì, anche Here Comes, anche se un pochino (pocopoco) meno.
  • hjhhjij
    22 feb 21
    Pinzillacchere.
  • 123asterisco
    22 feb 21
    & quisquilie
  • De...Marga...
    23 feb 21
    Più volte mi sono chiesto perché non hai mai scritto una recensione!!!
Bruce Springsteen: The Ghost Of Tom Joad
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Bruce Springsteen: Nebraska
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bruce Springsteen: The River
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bruce Springsteen: Born To Run
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bruce Springsteen: Human Touch
CD Audio Ce l'ho ★★
Bruce Springsteen: Lucky Town
CD Audio Ce l'ho ★★★
Bruce Springsteen: The Rising
CD Audio Ce l'ho ★★