4, ma molto abbondanti, proprio per pignoleria non metto 5. Disco davvero bellissimo. 'azzo.
"You may say that i ain't free, but it don't worry me"... 5 alla colonna sonora, 25 al film. Uno dei miei preferiti, poche volte ho visto qualcosa di così perfetto e unico. Dalle canzoni di una Ronee Blakley nel suo anno d'oro a quelle di attori che si improvvisano songwriter con buoni/ottimi risultati (Karen Black e, ovviamente, Keith Carradine) fino alle interpretazioni di Henry Gibson e di Timothy Brown (che canta "Bluebird" sempre della Blakley).
AA.VV.: No New York
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Uno dei miei dischi preferiti. Uno dei dischi della vita. Non c'è da dire altro perché, appunto, è uno dei dischi più belli e importanti di tutta la mia attività auscultatoria di note musicali.
  • adrmb
    28 mar 22
    oh che palle non puoi tradire così, ho aperto per leggere il commenton
  • hjhhjij
    28 mar 22
    Ma è come per "First Utterance" o "Rock Bottom", sono opere su cui non sento né bisogno né possibilità di esprimermi a parole :D Sono il top, per me, fine.
  • lector
    23 apr 23
    Celò! In vinile originale Antilles (mica la ristampa...)! #gnegnegne
Abba: Waterloo
CD Audio Ce l'ho ★★★★
(Molto) meglio del primo disco e meglio anche del successivo omonimo (soprattutto perché lì c'è "Mamma Mia"...). In questo c'è la title-track come singolo ultrafamoso ma non ha minimamente stufato quanto l'altra e resta una canzuncella carinissima. Tutto il disco è molto piacevole, non c'è una canzone che mi cachi il cazzo (ok forse "Honey Honey" si) e ci sono diverse piccole perle pop, leggere-leggere come da loro abitudine, ma anche messe in piedi con la loro indiscutibile classe e talento per la melodia pop e la cura del suono e dell'arrangiamento (soprattutto "My Mama Said", gran basso di Gunnarsson qui, e "Suzy Hang-Around"). Ma la mia preferita (proprio di sempre, degli Abba in generale, e muti tutti) e quella cazzatona palesemente divertita e divertente che è "King Kong Song", una puttanatona irresistibile. Infine, una parolina per i session-man (che poi son sempre gli stessi, altro che session man erano membri effettivi) che li accompagnano: Janne Schaffer è un chitarrista intrippato col Jazz e il Jazz-Fusion che ha suonato con gente come Gabor Szabo (un mostro ovviamente scoperto da me da poco qui sul deb) Brunkert alla batteria ha suonato spessissimo insieme a lui e qui in "Dance" fa una comparsata tale John Bundrick detto "Rabbit"... Uno che era nel "giro" di Paul Kossoff e che è stato il tastierista di John Martyn su "Solid Air" (tanto per dirne due, di molti nomi grossi). Non si può dire che sti quattro chiamassero degli stronzi a caso, nei loro dischi, eh.
  • hjhhjij
    11 nov 21
    è colpa sua infatti. Purtroppo in un periodo impegnato e stressante, mentre affogo negli scatoloni del cambio casa, debbo ammettere che gli Abba sono l'ascolto serale perfetto ahahahhaha
  • fedezan76
    11 nov 21
    #abbapietá
  • hjhhjij
    11 nov 21
    Abbapazienza, su.
  • fedezan76
    11 nov 21
    Ne ho abbastanza.
  • hjhhjij
    11 nov 21
    Non devi Abbatterti così
  • fedezan76
    12 nov 21
    E invece si, abbandono!
  • London
    12 nov 21
    Avevano un sessione ritmica da paura, basta ascoltarsi i live del '79
  • London
    12 nov 21
    sezione
  • withor
    21 apr 23
    La loro musica ha il potere di mettermi allegria anche quando sono triste o paranoico
ABBA: Ring Ring
CD Audio Ce l'ho ★★
Rassicuranti come il pranzo della domenica da nonna, dal suono curato e pulito (anche se miglioreranno e tanto con i dischi dalla seconda metà dei '70 in poi) come il pavimento della casa di nonna dopo le grandi pulizie, solari quanto me dopo un 6- strappato al compito in classe di matematica, stucchevoli come il terzo frutto di marzapane mangiato di fila; ecco, gli Abba sono così, le prime 4-5 canzoni te le godi, apprezzi il loro indubbio talento per la bella melodia (e almeno "Disillusion" con la voce della Agneta a farla da padrona, è una bella canzone, niente di speciale ma bella), i pezzi sono tutti divertenti, coinvolgenti, begli incastri vocali e via dicendo, tutto bellino... A metà disco diventa tutto ripetitivo, nelle canzoni non ce ne sta mezza che spicchi sulle altre, e ti vengono anche le prime carie e dici "si, ragazzi e ragazze, ma che due coglioni sto pop allegro e solare eh". Gli Abba son così, anche se questo è solo il primo disco (nemmeno uscì a nome "Abba" all'epoca) e ha anche un paio di pezzi cantati ancora in svedese (tipo nei dischi di Agneta e Frida pre-Abba si facevano dischi da prima, separatamente, tutti e quattro), taitoltrac compresa, il che è bellissimo, imparate le lingue, ignoranti. Dopo faranno di meglio, ma il succo non è mai cambiato troppo.
  • hjhhjij
    6 nov 21
    @[dsalva] colpa tua, dannato.
  • dsalva
    6 nov 21
    ah!!!....scheletri nell'armadio, a quanto pare???
  • hjhhjij
    6 nov 21
    Ma no, a me gli Abba piacciono, sono sempre stati ottimi "artigiani" del pop, erano cantanti e musicisti preparati e autori pop eccellenti almeno nella cura del "packaging" e della produzione. E qualche bella canzone in lista. Solo che per lo stile e il tipo di melodie, rompono presto la nerchia. Prestissimo.
  • hjhhjij
    6 nov 21
    Ho tutti i loro dischi, ereditati, ma comunque invenduti :D
  • hjhhjij
    6 nov 21
    A proposito, ti toccherà postare tutte le canzoni dei dischi solisti di Agneta, Frida e Chip & Chop.
  • dsalva
    6 nov 21
    ti lascio il compito, ho giá troppi ammiratori nel DeBaser, ahahahahahhaa
  • hjhhjij
    6 nov 21
    Ahahahah passo volentieri anche perché, quei dischi la, chi cacchio li ha mai ascoltati ? Forse lo farò, un giorno, mi piace il cantato in svedese ahah
ABBA: ABBA
CD Audio Ce l'ho ★★
Questo disco ha da una parte quello che è forse il singolo spaccaclassifiche che preferisco degli ABBA ("SOS") dall'altra la canzone che è la mia personale vincitrice della più grande #diteloallozioiside di tutti i tempi e di tutti gli spazi dall'alba del Mondo e ancora tra 3000 anni, e non sto nemmeno a dire quale, dico solo che è la canzone che merita lo skip più veloce del west. Per il resto, comunque, a me piace decisamente meno rispetto a "Waterloo" o ad altri loro dischi successivi (soprattutto l'ultimo, che è il migliore) anche se l'Intermezzo strumentale di Andersson e Ulvaeus è carino, il suono è sempre curatissimo, i musicisti preparatissimi e bravi tutti, però meh.
AC/DC: Highway To Hell
CD Audio Ce l'ho ★★★
Bel disco roccherolla/rock-blues, divertente, tirato e senza punti morti. E con Scott che era un gran bell'animale da rock'n roll (continuo a pensare che Marta di Lupo Alberto non sia stata la miglior sostituta possibile...). Tutti bei pezzi, pur non esaltando (me) in modo eccessivo, questo disco e tutti i suoi colleghi fino al 1979 nel genere non hanno difetti. Oh, quel che è di Cesare...
  • Martello
    25 lug 21
    Se dicessi cosa mi ha ricordato il titolo di questo disco rischierei il linciaggio immediato con annesso bannaggio
  • hjhhjij
    25 lug 21
    No vada vada pure. Sarà bannato entro e non oltre il 2032 glielo assicuro.
  • Falloppio
    26 lug 21
    Seguo
Il miglior disco degli Alla Cazzo Di Cane, o comunque è quello che ogni tanto mi viene da riascoltare rispetto agli altri dischi con Scott degli anni '70 (che pure considero più o meno sullo stesso livello). Rock'n roll dannatamente efficace e divertente, grezzo, spontaneo, ignorante e va bene così. Questo è un bel disco.
  • Aquarius27
    28 mar 17
    E comunque la sigla AcDc sta per " A Casa Dopo Cena"!
  • Mr. Money87
    28 mar 17
    Insieme a tutta la discografia del gruppo in questione il disco se ne è tornato bello bello da mio zio che me lo aveva regalato... Mi fa male agli occhi leggere AC/... Ecco non riesco neanche a scriverlo!!! XD
  • Cialtronius
    28 mar 17
    totty è stato bannato perchè ti ha messo BRUT?
  • hjhhjij
    28 mar 17
    Mr. Money: non riesci a scrivere nemmeno Adesso Cazzo Devo Cacare ?
AC/DC: Powerage
CD Audio Ce l'ho
La più scatenata scarica elettrica degli Alla Cazzo Di Cane. Bello, sarà che sono nel mood giusto, ma bello. Scontato e semplice, solo e soltanto rock'n roll elettricissimo e scatenatissimo e durissimo ma bello. Mi sa che è quello loro che mi piace di più insieme a Let There. Essendo tutto uguale, ha il merito di non avere pezzi minori, riempitivi o cali di tensione, le canzoni sono tutti rock'n roll molto fichi, tutti sul medesimo livello, forse anche più che nei due dischi precedenti, "Powerage" è un bel blocco di granito. Ci si diverte ad ascoltarlo.
  • tutto giusto. Il perfetto disco rock'n'roll anni settanta niente di più niente di meno. Fichissimo.
Acqua Fragile: Acqua Fragile
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Acqua Fragile: Mass-Media Stars
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Afghan Whigs: Congregation
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Molto bello, il gradimento cresce ad ogni ascolto. Di fatto è il primo album degli Afghan che prendo e ascolto come si deve e per intero, al primo giro mi ha lasciato in parte perplesso, mi aspettavo già da questo maggiori influenze Soul/Black varie, turlupinato dalla stupenda copertina, che già di suo è indicativa della passione di Dulli e compari per l'ibridazione tra rock bianco e il soul/r&b, così come è significativo anche il testo della title-track, ad esempio. Dal secondo ascolto in poi mi sono trovato comunque di fronte ad un bellissimo disco di tipico "rock anni '90", con canzoni molto belle una dietro l'altra, ispirate, alcune meravigliosamente coinvolgenti ("Turn on the Water" o "Conjure Me" o "Miles Iz Dead" con suo magnifico riffettino, "This is My Confession", ad esempio). Non c'è un pezzo poco riuscito, non mi fanno impazzire produzione e suoni (nel senso di volumi proprio, ma non ci capisco nulla di 'sta roba) ma il livello di songwriting qui è di ottima qualità. In questo disco non si avverte musicalmente (se non in modo vago-vago) la loro passione per il pop-soul-r&b, ma che avessero intenzioni più ampie del semplice "famo rocche grange" si intuisce... Dalla bellissima cover di "The Temple" tratta da "Jesus Christ Superstar" ad esempio. Be, da quello che ho capito "Congregation" fa un po' da ponte tra i primi due dischi più grezzi e i due successivi a questo, gli album della definitiva maturità. Un ponte fatto molto bene, non c'è che dire.
Alan Sorrenti: Aria
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Per me uno dei dieci migliori dischi italiani in assoluto. La prima volta che l'ho ascoltato quasi non potevo credere che quell'artista che si esibiva in deliranti, geniali vocalizzi seguendo le orme del Peter Hammill di "Pawn Hearts" e soprattutto del maestro Tim Buckley fosse lo stesso babbaleo che cantava quelle orride canzoncine disco-pop di fine anni '70. Sorrenti fu il primo a tentare di fare in italia quello che fece Buckley in America (e Hammill in Inghilterra). Strepitoso.
  • tonysoprano
    10 lug 16
    Ma è davvero così bello quest'album??
  • hjhhjij
    10 lug 16
    Si.
  • Embal
    13 giu 22
    Disco bello e irripetibile, Jean-Luc Ponty immenso al violino, Tony Esposito prezioso alle percussioni, Alan Sorrenti gran cerimoniere. L'anno successivo licenziò "Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto" non all'altezza dell'esordio ma con alcuni momenti ancora apprezzabili. Già nel terzo album (quello con "Dicitencello vuje") si avverte una certa voglia di aumentare le vendite, anche se non si è ancora "svenduto" completamente. Poi arrivano i figli delle stelle e ... la metamorfosi (degenerativa) è completata.
    Pare che un giornalista, nei primi anni 80, chiese a Joe Cocker : "Come mai i tuoi ultimi dischi contengono brani abbastanza commerciali?", "Anch'io devo mangiare", fu la laconica risposta. Il parallelo fatelo voi.
Alberto Radius: Radius
CD Audio Ce l'ho ★★★★
alice: park hotel
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bellissimo disco, che introduce quello che per me è stato il decennio d'oro della carriera di Alice. Un disco che sembra perennemente avvolto dalla nebbia, una bruma perenne formata dalle tastiere di Fedrigotti che avvolgono il suono di ogni brano e che nemmeno gli sporadici interventi di chitarra di Phil Manzanera (nientemeno) riescono a dissolvere, creando un impasto sonoro molto suggestivo. Nasce l'Alice più "internazionale" intanto nelle collaborazioni: la sezione ritmica è Levin/Marotta (quella del suo amato Peter Gabriel). Primo disco prodottole da Francesco Messina anche co-autore, insieme alla stessa Alice, di quasi tutte le canzoni ("Luci lontane" la vetta del disco, a firma Messina/Alice). Altre firme (che torneranno in altri suoi dischi) sono quelle di Liverani, Di Martino, Cosentino, Zitello e ovviamente il Camisasca di "Nomadi".
  • adrmb
    8 lug 18
    Luci lontane che peraltro era stata concepita per una collaborazione con la Bush... sbav.
  • hjhhjij
    8 lug 18
    Non posso pensare a questa eventualità, realizzare che la cosa non andò mai in porto mi farebbe esplodere la testa.
  • adrmb
    8 lug 18
    BOOM!
  • London
    9 lug 18
    Ho fatto avuto l'occasione di fare alcune domande su questo lp ad Alice ma mannaggia mi sfuggì quella sulla collaborazione con Kate. I maligni dicono che fu la EMI a impedire che le sue due pecore nere si incontrassero sul medesimo solco
  • hjhhjij
    9 lug 18
    Ahahahah sai che roba avrebbero combinato, due donne così. Peccato. Che le hai chiesto su "Park Hotel" ? Io, ovviamente, se la incontrassi le chiedereiHAMMILLHAMMILLHAMMILL.
  • London
    9 lug 18
    In occasione della presentazione a Genova di "Weekend" le chiesi come era riuscita a collaborare con così tanti musicisti particolari che non sono proprio disposti a suonare con chiunque come Levin, Mick Karn, Dave Gregory ecc.. E lei mi disse che semplicemente, con molta timidezza e titubanza, provò a chiedere e loro accettarono subito senza esitazione. Su Park Hotel l'eco della batteria di Marotta mi spiegò è naturale, lui suonava in una stanza del castello in cui registrarono con un'eco particolare e volle sfruttarlo. In quell'occasione le ho fatto autografare una copia di "Capo Nord" e mi raccontò che la foto di copertina fu scattata a Rimini in pieno inverno con un freddo polare
  • hjhhjij
    9 lug 18
    Lei è una gran persona niente da dire, l'aneddoto di Marotta è bellissimo.
Alice: Alice
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Alice: Capo Nord
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Davvero valido il primo disco di Carla Bissi sotto il nome d'arte di Alice e sotto l'ala di Battiato e Giusto Pio. Di fatto la sua carriera inizia da qui. "Capo Nord" rientra in quel ciclo di dischi scritti da Battiato e Pio in un momento di ispirazione pop fantastica, nelle musiche, nei testi, negli arrangiamenti, il pop-rock/synth-pop d'autore battatiano non ne sbagliava mezza, in più qui (come per Giuni Russo o Milva negli stessi anni) questa ispirazione è data in dono ad una interprete tra le più grandi della musica italiana; interprete ma anche autrice, sia perché la sua era una collaborazione attiva nella scrittura con i due maestri, sia perché due canzoni se le scrive tutte da sola e una, "Una sera di Novembre", è tra le più belle del disco, raffinata ed elegante. In più, la voce e le grandi capacità interpretative. Alice lo sappiamo tutti quanto grande si è dimostrata nel proseguo di carriera, quello che ha fatto come musicista, autrice e interprete, ma questo disco è un antipasto già gustosissimo. "Il vento caldo dell'estate", "Bael", "Sera" e soprattutto la cupa malinconia rassegnata di "Rumba Rock" sono canzoni memorabili davvero. Bello.
Alice: Azimut
CD Audio Ce l'ho
Gran disco questo, il mio preferito del primo periodo di Alice. Qui comincia ad imporsi come autrice (quasi tutte le canzoni sono composte da lei o da sola, ben 5, o come co-autrice) e ad allontanarsi dalla collaborazione con Battiato che qui si limita a due canzoni, tra cui il piccolo classico "Chanson Egocentrique". La grande personalità e il talento di questa artista emergono alla grande, tanto nella scrittura quanto nelle sue splendide interpretazioni; che voce e che bel modo di usarla. Le canzoni migliori sono la title-track e "Laura degli specchi", scritta per lei da un ispirato Finardi, ma le belle canzoni sono tante ("La mano" "Animali d'america" o "Deciditi"). Sono un grandissimo ammiratore della Alice del decennio '86-'96 ma anche prima veramente non si butta niente di lei, questa è musica pop-rock coi controcazzi.
  • adrmb
    30 giu 19
    Qua era bella da paura poi.
  • hjhhjij
    30 giu 19
    Era bella, si (e mica solo lì) il che diciamo non guasta.
Alice: Gioielli Rubati
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Buon disco di cover. Alcuni che rendono decisamente meglio cantati da lei (i pezzi da Orizzonti perduti e Mondi lontanissimi) altri che continuano a non dirmi nulla ( i tre della Voce del padrone) e tutti gli altri interpretati benissimo (soprattutto la prospettiva e Luna indiana, pezzo dal fascino incredibile qui con testo inedito ben recitato da Carletta). Bel modo per congedarsi da Battiato e, da Park Hotel, iniziare la fase matura della sua carriera.
Allman Brothers Band: At Fillmore East
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Alphataurus: Alphataurus
CD Audio Ce l'ho ★★★
Disco primo (e per molti, molti anni anche unico) di una delle tante band del sottobosco progressivo italiano degli anni '70, prodotto dalla Magma di De Scalzi (che scrive loro anche i testi, sul quale però preferisco soprassedere che 'nzomma...); è un buon disco, purtroppo penalizzato (non poco) soprattutto dal cantato italiano che è spesso e volentieri il punto debole di molti gruppi prog-rock italiani (vuoi per mancanza di voci valide, vuoi-come in questo caso-per la pessima resa della lingua italiana con il progressive e per lo stile inutilmente enfatico e pomposo del cantato) e che qui è davvero paradigmatico di quei difetti, il che è anche un peccato perché il cantante, Michele Bavaro, di suo aveva anche una bella voce. Giusto ne "La mente vola" le cose migliorano un poco da questo punto di vista (e infatti è un bel pezzo) ma per il resto è fastidioso assai. Quindi, i 3 minuti della strumentale "Croma", finiscono per essere la cosa più bella del disco, una piccola perla di delizia melodica organistica di Pietro Pellegrini, leader, tastierista e compositore degli Alphataurus. Per il resto i brani sono piacevoli pezzi di hard-progressive di forte impronta tastieristica, validi senza però imporsi al di fuori del mucchio. La copertina invece è bella, dai.
Davvero un bel disco, mai ascoltato in quindici anni di ascolti progressive. 13 brani "concept" direttamente collegati tra loro, come sezioni di lunghe suite, originariamente pensato come lavoro teatrale (ne resta traccia nel recitato grottesco "Perché ho venduto il mio sangue"), è un lavoro convincente, che dosa bene il minestrone di influenze che si possono individuare nello scorrere delle tracce; nell'alternanza costante tra strumentali e pezzi cantati si passa tra momenti di splendido pop-prog melodico, progressive-rock classico, momenti jazzy e la bella voce graffiante e un po' "rock-soul" di Duty Cirla che con il suo cantato fa spaziare le canzoni in un luogo di mezzo tra cantautorato-rock e ballata pop della più raffinata, con gli interventi delle sue ottime percussioni, delle tastiere di Massimo Parretti (uno dei due principali compositori della band) del flauto e a volte del sax e del corno di Mario Cirla (l'altro autore principale) e le chitarre di Guido Gabet (al basso il terzo Cirla, Guido). Gli arrangiamenti sono ricchi, vari, è un disco divertente, intenso, dove anche il cantato rende molto bene e le trame strumentali sono fantasiose e ispirate, negli spunti più intricati e in quelli più melodici. Disco fico, una chicca.
Amon Düül: Psychedelic Underground
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Amon Düül II: Phallus Dei
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Oh, Amon Düül II, quanto vi amo. Il Cazzo di Dio è uno dei più grandi dischi d'esordio e capolavori del rock acidissimo-psychedelico di questa amorfa "tipologia" di musica. Questo ben nutrito gruppo di fricchettoni teutonici ha preso il rock-acido e psichedelico anglo-americano e lo ha estremizzato, lo ha trasformato in un sabba grottesco, in una festa tribale, distorta, nel pieno della Foresta Nera. E lo fa con poca intenzione di prendersi sul serio, lo fa col gusto del grottesco, del teatrale sopra le righe, della fascinazione orientale e della tenebra, del macabro giocoso, del divertimento nel goliardare con strilli, cantato enfatico, versacci, dolci e inquieti vocalizzi da incantatrice dei boschi della Renata Knaup. Alla fine è rock psichedelico, ma è anche qualcosa di più e allora che le chitarre sferraglino, le percussioni tribalizzino, il basso rimbombi, il violino sfrigoli, il sassofono spernacchi, le 12 corde arpeggino e le voci ci trasportino in notti oscure dove il rock acido anglofono è finito in Germania, all'Inferno, per divertirsi di più, estremo, libero, privo di confini, privo di muri maledetti. Da bravi rockers fricchettoni nel profondo, tirano fuori anche ritmi e riff irresistibili, e quelle percussioni... Meraviglioso dal primo all'ultimo secondo, ma "Luziferz Ghilom" e gli strabordanti 20 minuti del Cazzo di Dio title-track sono i due brani che volano nell'infinito. Vi adoro.
  • Onirica
    23 mag 22
    Noto solo adesso che non hai mai scritto recensioni.
    Un vero peccato, perché dalle tue definizioni trasuda una certa competenza nel parlare dei dischi che ami.
  • hjhhjij
    23 mag 22
    Giuro che prima che debaser muoia ne scriverò una. Se un altro rapper permaloso non ci fa chiudere prima, si intende.
  • Conteverde
    20 apr 23
    Bellissimo affresco maledetto degli amatissimi Amon Düül II, parli bene di quella cupa teatralità, questo e lo Yeti colossi della loro golden age
Amon Düül II: Yeti
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Il loro capolavoro e uno dei 5 dischi più belli della scena tedesca anni '70.
Amon Düül II: Tanz Der Lemminge
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Amon Düül II: Wolf City
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Bel disco di rock psichedelico. Ovviamente il confronto con i suoi predecessori è improponibile, qui siamo una spanna buona sotto; tuttavia gli Amon Duul II restano su livelli più che soddisfacenti e il disco è buono dall'inizio alla fine. Infinitamente più leggero dei monoliti che vennero prima di lui, inoltre.
Da brividi. 9
Anthony Phillips: Sides
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Il terzo disco, volendo considerare la serie delle "PPP" come una sezione a se stante della sua discografia, di Ant nel complesso è un disco molto bello, solo che la sua qualità si divide nettamente a metà. Nella prima metà c'è un Ant che concede più di qualcosa ad un pop leggero con forse un occhio speranzoso alle classifiche e con risultati altalenanti (un paio di canzoni sono francamente bruttine, soprattutto "I Will Love You", un lento-pop ruffiano davvero lontano dalle sue corde, ma altre sono belline, come "Um & Aargh" e "Lucy Will") ma nella seconda metà di "Sides" il livello cresce in modo evidente, Ant si allontana dai tentativi "pop-rock" tentennanti e si alterna tra il tornare nei suoi territori acustici tipici oppure sperimentare sonorità più dure e corpose ("Nightmare" è molto Hackett, per esempio), decisamente più elettriche e decisamente lontane dalle pop-song della prima metà. In questa metà i pezzi sono tutti ottimi, solo grandi canzoni per Ant, che elevano "Sides" a disco assolutamente valido, con giusto un paio di cazzatine all'inizio. Ant come sempre suona tutte le chitarre e le tastiere ma qui, tranne in qualche brano, lascia spesso il microfono a vari altri cantanti. Ah, bellissima la copertina col biliardino.
Anthony Phillips: Wise After the Event
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Disco cresciuto negli anni nella mia considerazione. Da opera molto valida è passata ad essere per me un'opera stupenda, intrisa di tutta la particolare sensibilità di Ant, della sua intima delicatezza melodica, armonica e compositiva; lo stile di Ant in questo disco si svela più che mai come figlio dei Maestri della grande melodia POP degli anni '60 e '70 così come del folk britannico in generale e il suo irraggiungibile gusto melodico, il tutto però filtrato da uno stile personalissimo e immediatamente riconoscibile, lo stesso che marchiò indelebilmente la fase primigenia della carriera dei Genesis; Ant è così unico, nel suo essere così classico, che in alcune occasioni, in alcune di queste bellissime canzoni, le melodie, il suo cantato, i tocchi di note timide, discrete, suonano così fragili, così effimeri quasi, da ricordarmi spaventosamente le delicate e spesso dolorose melodie di molto cantautorato o di molto folk-pop "indie" (diciamo così...) degli anni '90 e '00, cosa alla quale tempo addietro non avevo fatto caso ma che ora suona abbastanza evidente, non sempre, ma a volte spunta fuori con forza. Ant, che qui comincia già a destreggiarsi con tastiere e pianoforte oltre alle sue chitarre soprattutto acustiche, e che presta la sua voce, perfetta per queste canzoni, all'intero disco, crea un capolavoro di canzone intimista e dal senso melodico semplicemente sublime. Stupendo.
  • adrmb
    20 feb 23
    uh questo lo devo recuperare, non sono mai andato oltre l'oca e il fantasma
Anthony Phillips: The Geese And The Ghost
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bellezza sublime. Eccezionale esordio solista per Phillips, uno dei punti più alti del suo chitarrismo inconfondibile, meravigliosamente acustico, folk, bucolico, sognante dal sapore antico e stupendamente inglese. Con l'amichevole partecipazione del compagnone Rutherford, di Phil Collins, Vivienne McAuliffe e John Hackett, tra gli altri.
  • hjhhjij
    25 lug 16
    Una recensione superba, me la ricordo. Non ho capito se è una domanda, ti è scappato un punto interrogativo.
  • bluesboy94
    25 lug 16
    Disco ascoltato un paio d'anni fa, ma che non mi colpì granchè.
  • hjhhjij
    25 lug 16
    Per la coerenza dell'idea musicale di un artista che ha poi comunque saputo rinnovarsi, per la cristallina bellezza delle melodie e degli incastri acustici tra Phillips e Rutherford, per l'atmosfera da... Be, vedi copertina, per tutto questo, visto che lo ascoltasti ben due anni fa, ti consiglierei di riprovarci. Poi, ovviamente, de gustibus.
  • RIBALDO
    25 lug 16
    è una domanda. io lo conobbi così. mi piacque molto ma mi stufai presto. alla lunga stucca. belle melodie però
  • hjhhjij
    25 lug 16
    Ah ok. No no io ci sono arrivato semplicemente seguendo la scia Genesis, quando commentai la recensione di Giona lo conoscevo già.
Dovessi compiere una scelta masochista, direi che dei "Fantastici Quattro" degli Area (e senza nulla togliere all'ottimo "1978" o persino a TiccheTacche) questo è quello che mi piace leggermente meno degli altri; forse, anzi sicuramente, è perché "Mirage" ho sempre faticato un po' a digerirla, tra tutte le loro caos-inate sparse nei vari album è l'unica che non mando bene giù, mi ci vuole il bicarbonato. Però, a parte questo, disco incredibile con pezzi come "Brujo" e ovviamente "Cometa Rossa". Capolavoro del disco è "ZYG", c'è poco da fare, brano esaltante, performance magnifica (uh, quando attacca il basso di Tavolazzi. UH), tra i loro brani migliori. Ora, lo dico con la perizia di un grande virtuoso strumentale del campanello di casa mia e nulla più, ma forse la prova della sezione ritmica in "ZYG" è quella più spaccaculi in assoluto tra tutte quelle della coppia Tavolazzi-Capiozzo. Che roba oh.
  • SilasLang
    3 mag 21
    paradossalmente, ma neanche troppo, è quello che forse preferisco degli Area, assieme a Maledetti. A tratti pare di ascoltare qualche strana forma di proto-Industrial. Immensi, a prescindere.
  • hjhhjij
    3 mag 21
    Si questo è il più "industriale" nelle sonorità di alcuni brani, il che è molto fico.
8
Area: Arbeit Macht Frei
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
9,5
Che devo dire, è il mio disco preferito (anche per motivi affettivi) di una delle mie band preferite in assoluto. Totale. Ogni volta che attaccano pezzi come "Gerontocrazia" o "Diforisma Urbano" non ci capisco più niente. Suoni, melodie, evoluzioni vocali di Stratos, la superba prova strumentale di Fariselli & co (nonostante Capiozzo e Tavolazzi suonino solo in alcuni brani- e che brani- comunque i sostituti non sono esattamente due stronzi qualsiasi, eh) ogni singola nota in questo disco mi sollazza, perfino il "Caos" del loro tipico momento più cacofonico mi diverte. Dopo anni e tanti ascolti, c'è poco da fare "Maledetti" è il disco degli Area che mi diverto di più a riascoltare.
  • nix
    18 apr 21
    mi unisco in sostegno a hjhhjij, anch'io ho adorato questa band mitica. Vorrei citare, tra i tanti dischi fantastici, "Caution Radiation Area", del 1974.
  • hjhhjij
    18 apr 21
    Assolutamente. Dischi fenomenali, poi ognuno ha il "suo".
Area International POPular Group: Crac
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Aretha Franklin: Aretha in Paris
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Be, è Aretha dal vivo all'Olympia di Parigi nel 1968, nel pieno del suo momento di massimo splendore artistico quanto di massimo riscontro commerciale, che altro aggiungere. Oddio, poi non è che ci sia molta differenza tra questo live e un suo coevo album in studio, è più una compilation eseguita dal vivo di alcuni dei brani migliori del suo repertorio, ciò non toglie che il disco sia una ficata. Tutta la bellezza e l'energia della Franklin e del miglior Soul ed R&B qui si trovano alla grande. Penso solo alle canzoni che aprono e chiudono il live: la sua versione di "Satisfaction" io la preferisco, nettamente, all'originale degli Stones, per quanto mi piacciano gli Stones, mentre "Respect" vabbè... La solita bomba perfetta per chiudere un disco live con i fuochi d'artificio. Bello bello.
Il disco della svolta per Aretha, semplicemente uno dei più grandi dischi Soul-R&B mai concepiti. Sublimi le sue versioni di "Respect" di Redding e "Change Is Gonna Come" di Cooke, quest'ultima è talmente bella e intensa da mettere i brividi ad ogni ascolto; poi c'è tutto il resto del disco, con la Franklin co-autrice di ben 4 canzoni. Capolavoro.
  • Renagade
    14 gen 15
    Beh, Aretha Franklin è Aretha Franklin, e su questo non temo smentita, a meno che ora non spunti fuori giacobbo a dirci che Aretha Franklin in realtà e Paul McCartney
  • hellraiser
    14 gen 15
    Che disco ragazzi...
Aretha Franklin: Aretha Now
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Canzoni bellissime+voce della stramadonnapronkoddio= disco meraviglioso.
  • SydBarrett96
    19 giu 13
    Il bel è per "stramadonnapronkoddio" che mi è costato una buona mezz'ora di risate. :D