Paolo Conte: Una Faccia In Prestito
CD Audio Ce l'ho ★★★★
4 moolto abbondanti. Grande disco, classe infinita, davvero pochi i brani minori, tante le grandi canzoni, pezzi come "Teatro" "L'incantatrice" "Una faccia in prestito" sono capolavori. Mi limito ad arrotondare per difetto perché ne ha fatti altri anche migliori secondo me, ma davvero siamo in costante bilico tra le 4 e le 5 pallozze. Bellissimo.
  • ranofornace
    9 giu 13
    Il nostro più grande cantautore vivente senza ombra di dubbio.
Pat Metheny Group: Offramp
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Per me disco tra i più belli di sempre. Perfetto, intesa totale di cinque fenomeni che agiscono come un tutt'uno. Ovviamente uno dei punti più alti del folk revival britannico, la fusione del genere con il Jazz e il Blues da risultati sublimi ("Train Song"), la ballata di Jansch è bellissima ("Springtime Promises"), le loro interpretazioni dei traditional britannici sono rigorose e splendide ("Lyke-Wake Dirge" lontana dalla prova sciamanica della Saint-Marie di due anni prima) o sorprendenti (il sitar in "Once I Had a Sweetheart") quando non diventano semplicemente opere d'arte al di la di ogni definizione ("The Cockoo" e "House Carpenter") e i pezzi scritti da loro sull'onda della tradizione folk anglosassone be, sono praticamente veri e propri traditional del XX secolo ("Light Flight" e "Hunting Song"). Sublime persino l'infiltrazione americana di "Sally Go Round the Roses".
Un ottimo lavoro, sebbene preferisca altri dischi del gruppo.
Pietra miliare. 9,5
Pere Ubu: Dub Housing
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Disco favoloso, folle, nevrotico, alienato, surreale. Di pochissimo inferiore al precedente.
  • tonysoprano
    8 lug 16
    Verissimo....solo questione di millimetri...
  • bluesboy94
    28 giu 20
    E' il contrario per me. Di pochissimo superiore al precedente.
Davvero bello
Perigeo: Abbiamo tutti un blues da piangere
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Perigeo: La Valle Dei Templi
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Il secondo disco solista di Peter Bardens, ultimo album in proprio del pre-Camel, è un disco valido tanto quanto il precedente "The Answer", non un capolavoro ma un disco di qualità che ben alterna ballate/pezzi più leggeri con più movimentate tirate rock-blues nelle quali Bardens si scatena alle sue tastiere (Hammond in primis) mostrandoci tutto il suo talento oltre a un gusto per il ritmo e il groove non da poco. Parliamo d'altronde di un musicista già avviato verso la maturità artistica, che si era fatto le ossa alla grande negli anni '60 con i Them e in diversi altri progetti successivi di minor fortuna. Brani come "Write my Name in the Dust" "My House" o "Tear Down the Wall" valgono il prezzo di questo bel disco (che infatti cercherò di procurarmi in ciddì). Quello che venne dopo questo album vabè... è storia.
Peter Gabriel: UP
CD Audio Ce l'ho ★★★★
7,5
Peter Gabriel: So
CD Audio Ce l'ho
Il disco più pop di Gabriel è quasi un altro capolavoro. Facendo finta che non esista quella schifezza di "Big Time", l'album è pieno di pezzi di grande valore. "Mercy Street" e "In Your Eyes" sono due capolavori, la seconda una delle vette del "pop-etnico" di Gabriel, entrambe tra le mie preferite del suo repertorio. Anche "Red Rain" è una grande canzone così come sono decisamente riuscite canzoni come "This is the Picture" (con Laurie Anderson) e "That Voice Again" e perfino la furba, ma bellissima, "Don't Give Up", celeberrimo duetto con Kate Bush qui in versione di dolce angelo consolatore, e che basso Levin! Suoni e atmosfere "soffuse-mistico-etniche" ricoprono tutto il disco e sono tipiche di quel Gabriel e immediatamente riconoscibili, al pari della sua versatilità, in un disco che alterna il pop ammazza-classifiche di "Sledgehammer" a cose come "We do What We're Told".
  • ALFAMA
    1 lug 17
    Certo ma un disco non puoi saltate che 3/4 pezzi e pensare che sia un bel disco . Sono belle quelle 2/3 canzoni e ciccia, ""So è un disco mal riuscito, musicisti da paura, suoni bellissimi. Se lo avesse fatto ........ capolavoro , ma è un disco do Gabriel e come è naturale ha avuto la sua parabola discendente. Magari dal vivo con quelle bestie che si porta dietro i pezzi migliorano sicuramente. Comunque "SO" è un lavoro modesto. L'ultimo lavoro, forse l'unico è quello di Shock The Monkei , o come si scrive., quello era ancora un disco selvatico
  • hjhhjij
    1 lug 17
    Me lo riscrivi quando sei più lucido per favore ? Altrimenti non ci sono le basi per una discussione, vedi. Io giudico solo un pezzo brutto altro che saltare 4 pezzi, gli altri sono tutti notevoli qui siamo su territori di pop ai massimi livelli. Poi veramente così a malapena ho capito quello che hai scritto, abbi pazienza. Davvero poi se a te non piace Gabriel anche in generale mica solo per questo album guarda poco me ne cale, non c'è il minimo problema, anzi lo sapevo già. Però se ne vogliamo parlare scrivi due frasi in una lingua sensata davvero altrimenti non ti seguo non è cattiveria e io sono felice di confrontare le mie con opinioni diverse, ci mancherebbe.
  • hjhhjij
    1 lug 17
    Tra l'altro al "Capolavoro" io nemmeno ci arrivo per "So" (altrimenti buttiamo questo termine per ogni cosa) però certo che "Mal riuscito" è un termine altrettanto sbagliato,al di la che piaccia o meno è un disco riuscito in tutto, poi può non piacere, possono non piacere le canzoni, i suoni o tutte e due le cose però sia artisticamente che commercialmente qui Gabriel non sbaglia un colpo. Quindi mal riuscito no anche perché le canzoni sono tutte melodicamente molto efficaci e c'è una felicità di scrittura davvero notevole poi certo è un disco molto costruito, di sicuro non selvaggio (ma in realtà tutti i suoi dischi sono furbescamente costruiti e calcolati, lui è così, da sempre), molto furbo, ma parliamo di una superstar internazionale della musica in pieni anni '80, per me è un miracolo che i risultati siano così validi. Per me. Ovviamente.
  • ALFAMA
    1 lug 17
    Mi sono spiegato molto male. Ecco volevo dire che il disco ha 3/4 canzoni bruttine , il resto sono bei pezzi, Per un Peter Gabriel avere in un suo lavoro una serie di 3/4 non è da lui, Per questo visto la grandezza dell' artista lo reputo un disco mediocre. Non sono un fan di Gabriel, ma lo rispetto e quindi parlo sinceramente. Ecco , mi sono spiegato ? Ma è una semplice opinione.
  • hjhhjij
    1 lug 17
    Oh, si, ti sei spiegato, grazie. Guarda a me la tua opinione va benissimo non ho il minimo problema ci mancherebbe altro. Un'opinione rispettabile come un'altra. E si, con il ragionamento sono anche d'accordo. Ovvio che se in un disco di 9 canzoni ne trovassi 4 mediocri anche io non lo riterrei certo un disco eccezionale, proprio in generale e a maggior ragione per un artista (sempre parlando in generale) che ha sempre riempito i suoi dischi di grandi brani. Hai ragione sul ragionamento, assolutamente. Poi parlando di "So" dipende da quanto piacciano le canzoni a seconda dell'ascoltatore ma quello direi è normalissimo.
  • Flame
    2 lug 17
    Mi ricordo di aver letto da qualche parte che lui lo dichiarò proprio di aver voluto fare una roba più accessibile per fare i soldi, che si era un pò rotto le palle di inseguire mulini a vento e andare in rosso in banca. Che poi non era così tragica la situazuone perchè con monkey aveva anche venduto. Sempre alto il livello, ma per me il Gabriel con la G maiuscola si ferma a IV
  • hjhhjij
    2 lug 17
    Si guarda anche "III" era andato bene, pensa ad un singolo come "Game Without Frontiers". Il problema del rosso in banca non proveniva tanto dalla vendite dei dischi che erano buone e con singoli di grande successo, il problema era l'associazione WOMAD, con il primo festival tenutosi proprio nel 1982 e che portò Gabriel alla bancarotta tanto da costringerlo a quel famoso concerto reunion con i Genesis nel 1983 per sostenere WOMAD. Quindi si, mi pare ovvio che si fosse rotto le palle e che abbia fatto all'epoca un disco pensato esclusivamente per vendere un botto. Grazie al cielo senza rinunciare alla qualità complessiva. Sul fatto che il Gabriel maiuscolo finisca con "IV" però ho i miei dubbi... Dove lo metti "Passion", disco cardine e sdoganatore a livello mondiale della cosiddetta "World Music" che resta un lavoro di un'intensità commovente ? E pure "Us" del 1992 per me è superiore a "So" (e all'esordio, disco incerto e altalenante) disco maturo e con grandi canzoni.
  • Flame
    2 lug 17
    Sono consapevole dell'importanza di Passion, ma personalmente non mi ha mai preso tanto, e US non l'ho mai digerito, gli preferisco SO, UP ed alcuni pezzi di OVO.
  • hjhhjij
    2 lug 17
    Si "OVO" fu un lavoro interessante. "Up", che poi è l'ultimo disco di Gabriel di cui mi freghi qualche cosa, è ancora un buon lavoro però ecco a me non entusiasma. Comunque degustibus ovviamente. "Us" è un disco non facile è vero, cupo e molto intimista, probabilmente il più personale di Gabriel, piaccia o non piaccia in quel caso mi sa che se ne è proprio fregato (tutto il contrario di "So" in pratica). Nonostante questo non mancarono pezzi di successo, all'epoca Gabriel era tipo Re Mida, avrebbe fatto successo con un disco di rutti :D
  • Flame
    2 lug 17
    Per quel che riguarda in particolare US per penso che se il valore del disco vada trovato proprio in ciò che evidenzi tu, il buon Peter che fa i conti conj i suoi scheletri nell'armadio, perchè sotto l'aspetto strettamente musicale personalmente non trovo niente di nuovo. Ci sono gli strascichi della ricerca sonora di Passion e non vedo altro. In precedenza ogni suo album era stata una novità rispetto al precedente. Sono abbastanza vecchio per avere memoria dei singoli usciti a suo tempo. Non me ne piace uno, Steam sembra la bruttissima copia di Sledgehammer, Blood Of Eden e Digging In The Dirt li ho sempre trovati brutti pezzi. Il secondo hia tempi era addirittura diventato famoso tra i miei coetanei per il video abbastanza vomitevole. Mi piacciono invece pezzi come Come Talk To Me, dove si percepisce chiaramente un peter che canta con il cuore in mano a sua figlia, Washing Of The Water e Secret World.
  • Flame
    2 lug 17
    va beh, ho scritto da cani, ma il senso si capisce...
  • hjhhjij
    2 lug 17
    Si be è il rischio di un disco molto intimo e personale e senza compromessi, il rischio di venire apprezzato solo a metà o neppure un po', il rischio di non essere digerito come dicevi prima ed è una cosa che ci sta tutta. C'è anche l'apprezzare o meno le canzoni vabè, ovvio. Dici bene, è vero, non propone nulla di nuovo musicalmente, e ci sono gli strascichi di "Passion" solo che io non li chiamerei così, magari "Echi". Ho sempre visto una buonissima parte di "Us" come una rilettura musicalmente in chiave cantautorale/canzonara di ciò che aveva composto in "Passion" uno sguardo ulteriore verso l'etnico, verso il cuore dell'Africa attraverso ciò che era stato "Passion" ma riletto attraverso una scrittura totalmente personale a livello di testi e tematiche in cui Gabriel tira alcune somme e come dici tu molto bene fa i conti con i suoi scheletri nell'armadio. La forza di "Us" sta nel suo intimismo tematico, nei testi e in questa personale cupezza. Qui Gabriel si comporta più da cantautore "classico" e infatti è la categoria che, generalizzando un po', propone sempre lo stesso stile disco per disco. Solo che, ma qui è soggettivo, il livello di scrittura per me è molto alto nel complesso, per te evidentemente meno. Poi in fondo il tornare musicalmente sui suoni di "Passion" è un passo ulteriore di quella ricerca sonora che andava avanti fin da "IV" se non, almeno a livello ritmico-percussivo, già da "III". Quella della World gabrieliana, ossessionata dal contatto fisico-carnale e dagli istinti primordiali e ancestrali al contrario, ad esempio, del maggior misticismo del collega Sylvian per dire (và, và, Fripp ha messo le mani su tutti e due, và :-). Su "Steam" in ogni caso sono piuttosto d'accordo, molto meno su Blood e Digging ma son gusti. Totalmente d'accordo sui brani che apprezzi, tutti tra i più validi del disco.
  • hjhhjij
    2 lug 17
    Insomma è un disco completo e maturo che chiude un'epoca della sua vita e della sua musica, un po' malinconicamente e crudamente. Poi ci penserà il superbo live del '94 a tirare l'ultima riga. Non per niente dal 1994 partiranno i tempi di produzione biblica interminabili del buon Pietro e addio a tutti ciao.
  • SalvaDM
    2 lug 17
    Bellissimo disco So e pensa che per me 'Us' è il miglior lavoro di Gabriel dopo Passion e IV. La canzone iniziale e la canzone finale sono stupende!
    Ciao Hj buona Domenica! ;)
  • hjhhjij
    2 lug 17
    Eh si sono quasi completamente d'accordo, per me "Us" è alla pari con "II" subito fuori dal podio scalzato ovviamente dal per me indispensabile "III" che preferisco a "IV" di un capello e che metto subito dietro a "Passion". Poi viene "So".
  • Flame
    3 lug 17
    Sempre a mio gusto, dal vivo US guadagna parecchio, viene fuori proprio l'aspetto migliore del disco. Ho un live in DVD (penso sia quello del 94) e Come Talk To Me è fantastica, viene fuori bene persino kiss that frog. Per me il meglio di Gbriel sono, II, III, IV.
  • hjhhjij
    3 lug 17
    Come no "Secret World Live" spettacolare. Si certo ne esalta il lato tribale/musicale/animalesco e in più ne glorifica la potenza espressiva e sofferta di liriche e tematiche.
Peter Gabriel: Plays live
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Peter Gabriel: II
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Peter Gabriel: Peter Gabriel III
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
9,5
Mi piace un pochino meno del "III" perché trovo che "III" sia completamente privo di punti deboli, qui mi fa un po' storcere il naso "Kiss of Life" messa in chiusura, che dopo un capolavoro come "Wallflower" fa un attimo 'na figura di merda. Gabriel comunque fa ulteriori passi avanti nella sua ricerca sonora-musicale-lirica, tutta basata su micidiali ritmi percussivi e tematiche come quelle del contatto umano e l'incontro con culture diverse e lontane, che possono incrociarsi con le nostre (il capolavoro "Family and the Fishin' Net"). Un disco fondamentale per un certo tipo di sonorità e dove funzionano anche i brani più pop e scala-classifiche. Gabriel piega il pop al suo discorso musicale-tematico e non viceversa a mio avviso, e lo fa, nel complesso, piuttosto bene.
Peter Gabriel: Peter Gabriel (Car)
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Bellissimo disco, forse il mio preferito di Hammill negli anni '90, nonostante la nutrita concorrenza in una prima metà di quel decennio decisamente ispirata per lui. Qui su 9 brani almeno 6 grandi canzoni e ancora una volta il capolavoro se lo tiene per la conclusione, con l'intensa, commovente "Gaia", brano straordinario con Hammill che tiene la voce sui toni più bassi, profondi e baritonali e con la consueta, enorme intensità espressiva e quasi riesce a ripetere i brividi dati con "A Way Out" due anni prima su "Out of Water" (quella canzone è per me il suo zenith degli anni '90). Anche la title-track è un gran pezzo, ossessiva nella sua ripetitività quasi da "slogan" delle liriche del "ritornello". Altre canzoni da applausi su questo disco sono "Curtains" "His Best Girl" "Given Time" e i pruriti esotici e "word" di "Oasis" dove David Jackson torna a dipingere altre meraviglie e dove sento qualche eco delle lezioni dell'altro Peter, Gabriele pur in chiave totalmente, inconfondibilmente hammiliana. Grande prova al violino di Stuart Gordon, tra le altre cose, onnipresente negli arrangiamenti.
  • bluesboy94
    27 feb 19
    Il fatto che fosse ispirato in quegli anni lo si nota da una serie di cose; una delle quali è la scrittura di pezzi pop "catchy", ma non ruffiani, come "I Will Find You" o "I'm not The Man".
  • hjhhjij
    27 feb 19
    Vero. "I Will Find You" per i suoi standard, al confronto di altre canzoni qui presenti, mi piace meno ma è bella pure lei.
Peter Hammill: Sitting Targets
CD Audio Ce l'ho ★★★★
"Sitting Targets" è un gran disco, come poi tutti quelli di Hammill negli anni '80 fino al 1986, sebbene potrebbe essere considerato un disco transitorio (cosa che, in ogni caso, non ne diminuirebbe il valore) posto com'è tra quel trittico di nuove sperimentazioni sonore nel triennio '78-'80 e gli album con il K-Group. In questo disco l'interesse di Hammill per i nuovi suoni "wave" ha ormai trovato una certa compiutezza, una sicurezza stilistica che porta ad una maggiore "agilità" nelle canzoni, quantomeno rispetto alle scheletriche, disarmanti, cupe strutture di "Black Box". Naturalmente questa è la "Hammillwave" e il suo approccio alla "wave" dell'epoca è del tutto coerente con il suo credo artistico (e a volte marchiata dal timbro del sax di Jackson) e anche qui ci sono canzoni che poco concedono ad un facile primo ascolto, mai banali nella struttura, altre che invece riassumono la migliore esplosività espressiva di Hammill unita a ritmi wave-pop molto brillanti ("My Experience" "Sign" "Empress's Clothes" la splendida title-track). Il "pavimento" su cui si posano è lo stesso dei VDGG, lo stesso anche della genuinità rock viscerale di Nadir, ma riletti in chiave di una wave sui-generis. Poi ci sono pezzi più vicini al rock nadiriano ("Hesitation") delicate ballad chitarra-voce immancabili ("Ophelia") e piano-voce ("Stranger Still" che tuttavia sfocia in un marasma sonoro liquido indefinito) Compatto e vario allo stesso tempo, è davvero un disco molto bello.
Peter Hammill: Out Of Water
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Iniziano alla grande gli anni '90 di Hammill con quello che resta uno dei suoi dischi più riusciti del decennio. Molto "classico", lontane le rivoluzioni stilistiche alla "The Future Now", ma davvero, semplicemente, bello. Belle canzoni, melodie ispirate (ci tengo a citare "No Moon in the Water" che atmosfera) solita schiera di fedeli musici al seguito, comparsate del sax di Jackson comprese e solita voce che penetra nell'anima. Un discorso a parte lo merita l'elegia di "A Way Out" un capolavoro di disarmante intensità emotiva che merita di entrare nella lista delle più belle canzoni scritte dal Peter, una delle sue più sentite e personali. Gran disco questo "Out Of Water".
  • bluesboy94
    13 mar 16
    Disco ispirato che,però, decolla solo con le due eccellenti canzoni finali (entrambe tra le migliori 20 canzoni della sua carriera solista, e ciò dice molto visto che parliamo di un autore che di canzoni ne ha scritte a centinaia). Anche per me 4 stelle piene.
  • hjhhjij
    13 mar 16
    Non so, per me le prime 3-4 son già belle canzoni che non trovo così inferiori a "On the Surface". "A Way Out" ovviamente si, decolla e se ne va per conto suo, nella stratosfera delle canzoni immortali.
Peter Hammill: In Camera
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Io sono di parte ma anche in questo disco è pressoché tutto perfetto non c'è una canzone che sia al di sotto dell'eccellenza. C'è l'Hammill che difficilmente si trova con i VDGG, quello del cantautorato acustico magari solo chitarra-voce, canzoni semplici, evocative grazie alla sua voce e a delle sublimi melodie ("Dropping the Torch" per dirne una). C'è il classico Hammill di brani straordinari come "In the End" e "German Overalls" c'è la sublime prosecuzione dell'epopea di Mike e Susie in "Easy to Slip Away". Partecipano tutti i suoi amici vandergraffi ma solo in alcuni brani ("Rock and Role") e sono partecipazioni al disco solista del compare. Tranne che in "In the Black Room/Tower" un capolavoro scritto e pensato per il gruppo e di fatto da loro eseguito. Ci sono tutti e non sono solo ospiti, è un brano dei VDGG al 100%. Conclusione immane per un album stupendo.
Peter Hammill: Fool's Mate
CD Audio Ce l'ho ★★★★
A lui nemmeno i Van Der Graaf Generator bastavano... Ed ecco l'inizio di una carriera solista ricchissima di cambiamenti, evoluzioni, esperimenti e dischi favolosi. Questo è bello ma è solo il riscaldamento. "Vision" e "The Birds" i primi due capolavori dell'Hammill solista.
  • Dragonstar
    15 ott 15
    Conosco abbastanza bene i Van Der Graaf Generator, ma confesso di non aver mai approfondito l'Hammil solista. A sto punto proverò ad ascoltare per bene qualcosa...ti farò sapere...
  • SilasLang
    15 ott 15
    Gran bel disco. Ho il vinile. Per il resto, come Dragonstar. Il Pietro solista non l'ho mai approfondito troppo bene...se non erro ne parlammo già in passato. Dovrò mettermi all'opera prima o poi. Sui VDGG sai cosa penso invece...
  • hjhhjij
    15 ott 15
    @[Dragonstar] allora comincia pure con questo e vai avanti credo proprio che troverai tanta roba. @[SilasLang] proprio perchè i VDGG ti piacciono ti consiglio di proseguire, quando avrai tempo, con i dischi solisti successivi a questo, sono tutti superiori almeno fino al 1980 e qualcuno anche dopo. Inoltre affronta stili più vari, andresti pazzo per dischi come "Nadir's Big Chance" o "The Future Now" o "Over" o "The Black Box" insomma quando puoi prova fidati. Esce una vena più cantautoriale, a volte ancora più intimista inoltre lui si è sempre evoluto e tenuto al passo con i tempi, quando non li ha anticipati, con enorme personalità e originalità. Uno da botta sicura.
  • SilasLang
    15 ott 15
    Grazie per i preziosi consigli caro mio. Mi attira prima di tutti proprio 'Nadir's Big Chance', che da quel che ho ascoltato è bellissimo. Di lui solista ho oltre "Fool's Mate", "The Future Now", che è bello, il resto approfondirò. Mi sa che devo tornare a trovare mio padre, chissà che non li trovi gratis un po di solisti di Hammil...XD
  • hjhhjij
    15 ott 15
    Può darsi di sicuro avrà roba come Chamaleon o Silent Corner per altro due capolavori assoluti di "Hammillog" (il prog alla Hammill). "The Future Now" ero sicuro ti piacesse, New-Wave secondo la visione di Hammill, ha contribuito parecchio al genere quel disco. Black Box secondo me lo adorerai, ancora più sperimentale, secco e claustrofobico e il brano di quasi 20 minuti è la cosa più opprimente e scarna (per un brano "prog") che abbia mai scritto. Un buco nero. Roba per noi anzi come si dice adesso sul debasio #robappenoi
  • SilasLang
    15 ott 15
    Mi sa che devo rompe er porco di porcellana, va....
  • SilasLang
    15 ott 15
    XD
Peter Hammill: Nadir's Big Chance
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Peter Hammill: Over
CD Audio Ce l'ho
Chi ormai conosce qui la mia opinione su Hammill direi che sa già che di questo disco, sulla celeberrima Isola Deserta, me ne porterei tre copie, così per star tranquillo. La vetta assoluta e vertiginosa della carriera solista di Peter, da podio anche mettendoci in mezzo i Van Der Graaf Generator, un turbinio di commovente, disarmante sincerità espressiva, di intimismo e di impulsi autobiografici di un artista che qui si mette a nudo e parla senza filtri all'ascoltatore, con rimpianti, dolore, malinconia da brividi e, si, anche rabbia, amarezza ("Betrayed" per dire, è la canzone incazzata più bella della sua carriera). Ispirazione a livelli sublimi, con alcuni dei suoi testi e delle sue melodie e dei suoi arrangiamenti migliori in assoluto. Lontano dall'essere comunque una raccolta di sole ballad tristi (vedi roba come "Crying Wolf" e "Lost and Found", due pezzoni da paura), le ballad malinconiche che ci sono ecco, sono tutte da lacrime, soprattutto, ovviamente, la tripletta "Time Heals"-"Alice (Letting Go)" e "(This Side of) The Looking Glass", brani in cui Hammill mette veramente tutto se stesso e pure qualcosa che gli era avanzato. Il disco, ve lo devo pure dire, è IL Capolavoro di Hammill, che dopo farà ancora tanta roba veramente bellissima ma questo Everest, per forza di cose, non lo raggiungerà più.
  • Cervovolante
    12 apr 22
    Si decisamente uno dei migliori Hammill in assoluto.
"Consequences" è un disco che cresce con gli ascolti, negli anni, sottilmente, lentamente o almeno è così che ha funzionato con me, tanto da arrivare a considerarlo il miglior disco di Hammill nel terzo millennio e addirittura il migliore dal 1986, dai tempi del bellissimo "And Close As This". Basterebbe l'iniziale "Eat My Words, Bite My Tongue" a ripagare il prezzo del disco, ma più si va avanti e più si scopre una concentrazione di ispirazione davvero altissima, in un disco a volte anche ostico, ermetico, scarno negli arrangiamenti e ricco soprattutto di cori e sovrincisioni vocali mentre pianoforte e chitarra (il disco è interamente composto, suonato, arrangiato dal solo Hammill) sono accompagnamenti essenziali, in un disco di grande espressività, intimità e crudezza senza rinunciare del tutto alla teatralità drammatica che lo contraddistingue. Solo grandi canzoni (cito "Scissors" e i suoi due minuti finali di esplosione di chitarra elettrica, qui protagonista, distorta e graffiante) e un Capolavoro tra i più belli e intensi della sua carriera: "A Run of Luck", massima espressione dell'Hammill più desolato, cupo, cantore di solitudine e rassegnazione. Un brano da brividi. Il disco è un mezzo capolavoro, e non è da tutti uscirsene così nel 2012, con già 45 anni di carriera alle spalle.
  • adrmb
    15 apr 22
    Ma questo quanti dischi ha fatto...
  • hjhhjij
    15 apr 22
    35 in studio e almeno 13-14 live + 13 in studio e 8 live con i Van Der Graaf Generator, senza contare raccolte di demo varie. In totale 48 in studio e una ventina abbondante live :D
  • adrmb
    15 apr 22
    Ciaoneeee
  • hjhhjij
    15 apr 22
    Ahahahahahaha
Peter Jackson: King Kong
DVD Video Ce l'ho ★
Peter Jackson: Amabili Resti
DVD Video Ce l'ho ★★★
peter weir: the truman show
DVD Video Ce l'ho ★★★★★
Film strepitoso, con un Jim Carrey che si scopre grande attore drammatico.
Peter Weir: L'Attimo Fuggente
DVD Video Ce l'ho ★★★★
Ottimo film, ha dei difetti e non è il miglior film di Weir (Gallipoli, Truman Show, Picnic), ma ha un finale davvero bello (un po' scontato ma splendido) e commovente e Williams si dimostra attore assai versatile e adatto anche a ruoli drammatici. Ottimo.
Peter Weir: Picnic A Hanging Rock
DVD Video Ce l'ho ★★★★★
Onirico, inquietante, incredibilmente affascinante. Un film dall'atmosfera unica, un sogno su pellicola, qualcosa di inspiegabile, fotografia che toglie il fiato, musiche stupende, regia d'autore. Il capolavoro di Weir (di pochissimo superiore a Truman Show e Gli Anni Spezzati).
  • adrmb
    16 mag 18
    Lynch+L'età dell'innocenza=si vola
Phil Collins: Face Value
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Oh, io continuo a dire che Philco da solista era partito bene, con due bei dischi di quel pop-fusion-blue eyed soul-r&b che gli piace tanto, a lui, intrattenitore nato. Questo primo disco è uno delle mille facce di Collins (nello stesso 1981 c'è stato anche "Abacab", ma nello stesso periodo ci sono stati anche i Brand X, la collaborazione con John Martyn, insomma il solito uno, nessuno e centomila) e soprattutto la prima metà devo dire che è una bombetta, con in cima quel pezzone che è "In the Air Tonight" ovviamente; ci sono le idee, come il riportare qui il batterismo secco e senza piatti dovuto all'esperienza dell'anno prima con Peter in "III-Melt". Le ballad/i lenti a volte son proprio bellini altre volte sono dei lagna-Collins ma 10 volte più gradevoli delle lagna-Collins che verranno. Dalle sessioni "crisi coniugale" del '79-'80 sono venuti fuori bei pezzi, qui c'è groove, una gran sezione ritmica (c'è il compare John Giblin, per dire eh, per dire...) un cantante all'apice della maturità e dell'espressività, un musicista che non aveva ancora dimenticato di essere tale. Certo, nella seconda metà un po' cala ma resta gradevole nel complesso. E comunque è proprio ovvio che dei pezzi suoi ai Genesis riservava gli scarti, basti pensare a "No Reply at All" sul coevo "Abacab".
Phil Collins: Both Sides
CD Audio Ce l'ho ★★
Disco perlomeno sincero e molto intimista. Anche il suo disco meno commerciale. Riuscito a metà però.
6,5
Ecco, credo sia l'ultima cosa decente mai fatta dal Collins solista in carriera (in senso assoluto c'è "We Can't Dance" dei Genesis anche lui "decente") e di sicuro più piacevole del pessimo disco precesususussudiodente. I pezzi più tirati sono a loro modo carini e divertenti, c'è "Another Day in Paradise" innocua ma con una melodia azzeccata e poi eh, poi ci stanno 5-6 lagnone di quelle terribili purtroppo e non c'è niente da fare. Tiriamo tutti le mele marce a Steve Winwood per aver suonato l'Hammond su "All of my Life". Comunque disco ascoltabile, se si è di bocca buona e a patto che siano piaciuti almeno i primi due del Philco solista.
  • pippo 70
    24 gen 17
    L'enorme successo commerciale conseguito dai Genesis negli anni '80 li ha portati sempre più alla deriva, nel disperato tentativo di consolidare ulteriormente quel successo (e di riempire i loro portafogli), hanno composto musiche di volta in volta sempre più melense, mortificando la vena creativa che li aveva contraddistinti un decennio prima, quando, in verità, di successo, ne avevano comunque avuto parecchio, ma, si sa, che il vile danaro fa perdere la testa a molte persone. Detto questo va riconosciuto a Phil Collins, se non altro, il merito di avere partecipato ad un progetto interessantissimo, in quel periodo storico, riscattando le sue doti di musicista e compositore, con i "Brand X", parallelamente ad una imbarazzante (artisticamente) carriera solista, che però, lo premierà enormemente dal punto di vista commerciale. Mi trovo d'accordo sul fatto che "...But seriously" e "We can't dance" siano forse il meno peggio della produzione più recente di Phil Collins e dei Genesis. Per quanto riguarda Steve Winwood, anche lui, una volta uscito dai Traffic, si è dato ad una carriera solista più "leggera" dal successo commerciale stellare, ma, a differenza di Genesis e Collins, si è sempre mantenuto su standard qualitativi alti, senza snaturare la sua vena artistica esclusivamente in favore di un mero riscontro economico, come, purtroppo, hanno fatto tanti altri celebri artisti.
  • hjhhjij
    24 gen 17
    I Brand X però iniziano nel 1976, quando i Genesis erano ancora al massimo splendore, non sono molto paralleli, o almeno sono paralleli solo fino al 1982 (anno del loro primo scioglimento) anno del secondo album solista di Collins; c'è da dire che i primi due dischi solisti di Collins però sono validi e rispecchiano il fatto che all'epoca Collins, anche se in una deriva pop/soul/soft-jazzy facilotta continuava a fare il musicista su un certo livello, oltre appunto al bel progetto dei Brand X. Quando Collins si è dato al commercio senza scampo e anima (diciamo dal 1984) i Brand X non c'erano più. Se noti nei primi due album di Collins ci suona anche John Giblin e quindi in pratica la ritmica dei Brand X anni '79-'82 (i due suonano insieme anche in "III" di Gabriel ovviamente, è un peccato che Giblin non si sia portato Philco dietro anche in "Never for Ever" di Kate Bush, sai che figata). Collins solista e ultimi Brand X sono collegati anche da una buona qualità musicale. Il peggior Collins, purtroppo, non è mai stato accompagnato dalla parallela carriera dei Brand X, solo da quella con i Genesis.
  • hjhhjij
    24 gen 17
    "disperato tentativo di consolidare ulteriormente quel successo" Mica tanto disperato pippo, ci sono riusciti abbastanza agevolmente, ahinoi. Lì però è Banks che ha deciso di sfruttare l'onda del successo solista di Collins, certo ben contento di poter fare il colpo doppio. Prima gli unici vaghi esempi di Genesis stra-commerciali furono Follow You (che c'entra in quel disco come i cavoli sulla nutella) Turn it on Again (pezzo poppettoso però molto gradevole) e Misunderstanding, che fa schifo.
  • hjhhjij
    24 gen 17
    Su Winwood sono d'accordo. Conosco i primi lavori solisti e si sono più leggeri ma di alta qualità. Poi lui, ma per questo anche Collins, si risolleva con l'intensa attività da session-man spesso in dischi anche interessanti (come anche Richard Thompson che appare in tantissimi dischi, anche se lui non ha mai avuto bisogno di "risollevarsi" da alcunché anzi è sempre a livelli sublimi, Winwood forse nemmeno, Collins si :D). Quella su Winwood era più una battuta che altro.