Essendo schiacciato tra due dischi che reputo i due migliori del Waits prima maniera (pre-Trombonepescespada insomma) a volte ci si dimentica forse, e ci sono cascato io stesso, quanto sia bello "Foreign Affairs"; anzi, probabilmente è il disco nel quale Waits esprime più esplicitamente, fino a quel momento, tutto il carico di ispirazioni e bagaglio culturale che si portava dietro da una vita e nelle sue canzoni: l'amore per gli autori e le figure della letteratura Beat, che sempre riecheggiano nel suo scrivere testi, le vecchie canzoni popolari di varia estrazione, i vecchi film crime-noir in bianco e nero ("Potter's Field" con arrangiamenti e musiche di Bob Alcivar, è un talking-recitato che più che mai ci trasporta in uno di questi vecchi film, con un testo che si fa letteratura noir, un piccolo capolavoro anche da leggersi mentre lo si ascolta); poi, lo si chiama "minore", ma anche qui a Waits, che alleggerisce la sua voce da orco rispetto ai toni di "Small Change", per un disco più elegante e raffinato del precedente, basta pochissimo per creare capolavori: una marca da schiuma da barba diventa un sogno infranto d'evasione verso una città che non verrà mai raggiunta, una dolce ninnananna diventa un brindisi spezzacuore alle memorie e ai ricordi; poi chicche come l'elegante duetto (altra novità) con Bette Midler. Essere schiacciato tra due capolavori non impedisce a "Foreign Affairs" di essere un disco molto, molto bello.
  • adrmb
    11 dic 22
    "i vecchi film crime-noir in bianco e nero" uh, qua ho drizzato le orecchie
  • hjhhjij
    11 dic 22
    Ascoltati "Potter's Field", con testo alla mano, e sappimi dire.
Tom Waits: Blue Valentine
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Tom Waits: Heartattack and Vine
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Disco da 3,5 arrotondato per eccesso grazie ad ottimi brani quali la title-track, Ruby's Arms e On the Nickel. Sicuramente un disco minore, uno dei meno riusciti (all'anima), di transizione verso gli splendidi lavori degli anni '70 con quelli straordinari della svolta "Swordfishtrombones"
  • hellraiser
    21 ott 13
    Bello bello anche questo, ma Blue Valentine secondo me il migliore con Sword..
  • hjhhjij
    21 ott 13
    Guarda, dovessi sceglierne uno direi Sword, poi in generale per me il periodo 1983-1993 è il massimo. Ma anche quelli degli anni '70 e quelli da Mule Variations in poi sono splendidi. Di lui sono pochissime le cose che non adoro, vedi questo che comunque è buono.
Tom Waits: Swordfishtrombones
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Eh, mi sa che a Rain Dogs preferisco questo. Rispetto al successore è più innovativo, coraggioso e sperimentale, anche se la qualità dei pezzi è più o meno la stessa. Uno dei miei dischi preferiti, in ogni caso.
Tom Waits: Bone Machine
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Ci sarebbero molte cose da dire su questo disco, mi limito ad un banale "capolavoro assoluto" che a mio avviso rende l'idea. Tra le 16 canzoni non una sbavatura, ma due in particolare mi mandano in delirio: "Black Wings" e "I Don't Wanna Grow Up".
  • Psychopathia
    24 ott 13
    mio fratello lo comprò per goin' out west. a me colpirono in the colosseum e il gospel malato di jesus gonna be here... ma è inutile: sono tutte belle le canzoni in questo disco. forse l'ultima un pò sottotono. il fatto è che l'oceano non mi vuole...
  • ranofornace
    24 ott 13
    Album "immenso", concordo pienamente sulle tue le tue due preferite, e che dire di questo genio? Tom, l'unico insieme a Bob a dividersi l'appellativo di "mito vivente".
Dopo aver inciso su disco le canzoni dell'opera teatrale "Black Rider" Waits aveva portato a compimento il suo periodo più sperimentale e avanguardistico. Poi qualche anno di pausa, qualcosa qua e la (una bellissima canzone scritta per Johnny Cash) e infine al tramonto del XX secolo eccolo che se ne esce con le Variazioni del Mulo, 16 canzoni una più bella dell'altra fino all'apoteosi conclusiva di "Come On Up to the House". E se da un lato Tom riassume e riprende sonorità ormai tipiche dello stile Waits già introdotte da ormai 15 anni, la novità di questo disco sta nel tornare indietro, in un paradosso. Un disco che in alcuni mirabili brani recupera suoni, sensazioni, quasi odori del Blues rurale dei primordi, del Mississippi e del fango.
L' ennesimo capolavoro.
  • madcat
    17 feb 18
    Il primo Tom Waits che ascoltai, davvero bello si, anni e anni dopo recuperai il capolavoro Rain Dogs, Real Gone (bellissimi entrambi) e Swordfishtrombones (che mi piacque di meno). Poi mi fermai con lui.
  • hjhhjij
    17 feb 18
    Quindi ti mancano tutti gli anni '70, gli sperimentalissimi primi anni '90, i dischi tratti dai suoi spettacoli teatrali ehehehe :D "Swordfishtrombones" segna una svolta stilistica talmente coraggiosa, improvvisa e repentina da poter spiazzare (infatti pur proseguendo su quella via "Rain Dogs" si normalizza e si concentra più su altri aspetti) ma dovresti proprio dargli un'altra possibilità: è più difficile c'è poco da fare. Comunque visto che Sword e i Cani da pioggia li hai dovresti almeno recuperare "Frank's Wild Years" del 1987, che conclude la trilogia degli ultimi prima a teatro (spettacolo di Waits-Brennan) e poi su disco: il suo primo capolavoro teatrale, la linea è quella dei due album precedenti ma in salsa da vecchio musical broadwayano/brechtweilliano massacrato nella destrutturazione e nella libertà compositiva apportata alla canzone d'autore da Waits a partire da Sword. I dischi dal 1973 al 1980 sono invece tutt'altra musica, si sa, se spizzi due recensioni su deb lo vedi da te.
  • hjhhjij
    17 feb 18
    Toh, canzone simbolo della scrittura teatrale di Waits e ottimo motivo, per me, per considerarlo uno dei più grandi songwriter del XX secolo. Notare il sottotitolo del disco, letterale eh "Un operachi romantico in two acts". Si, in italiano.
  • madcat
    17 feb 18
    Ma prima o poi qualcos'altro recupererò penso (i '70 però li lascio per ultimi, avevo letto una monografia del Mucchio dedicata a lui e i dischi di quel periodo sono quelli che mi attirano di meno). Diciamo che non è tra le mie priorità, i dischi che ho comunque mi sono bastati per capire di che pasta è fatto e per apprezzarlo e parecchio pure.
  • hjhhjij
    17 feb 18
    Grave errore tralasciare i capolavori "classici" degli anni '70. Ma non darmi troppo credito eh, da cultore di Waits è ovvio che se finisco a parlare di lui ci tengo che ogni mio povero interlocutore approfondisca ogni peto dell'artista in questione :D Calcola che, oltre ai dischi in studio e il live "Big Time" che ho quasi tutti in originale, ho scaricati una decina di bootleg live, raccolte varie e dischi di outtakes di "Black Rider" del quale ho anche visto (sul tubo) lo spettacolo teatrale. Sono un pochino fissato.
Tom Waits: Real Gone
CD Audio Ce l'ho
Tomas Alfredson: La Talpa
DVD Video Ce l'ho ★★★★★
Tomas Alfredson: Lasciami Entrare
DVD Video Ce l'ho ★★★★★
Davvero uno splendido film.
tony banks: still
CD Audio Ce l'ho
Disco non da buttare, per metà è un disastro ma l'altra metà è buona ."Still" è un po' il gemellino di "We Can't Dance", sia per l' anno di uscita, sia per il vizio di mescolare canzoni orribili ad altre decisamente più dignitose. Lo vediamo, Totonno, in copertina, seduto in posa, nella sua miglior imitazione di Baglioni, a pensare ad un modo per scalare le charts anche senza Phil. Le prova tutte eh, tipo farlo uscire lo stesso anno del disco con i Genesis, ma niente. Da qui anche la disastrosa collaborazione con Nik Kershaw in tre brani, tutti tassativamente brutti, uno ("I Wanna Change the Score") semplicemente orrido. C'è poi l'altra collaborazione, con Fish. Devo dire che mi fa strano vedere Banks suonare con il cosplay di Gabriel ma vabbè, da qui escono due brani, uno carino ("Angel Face") e l'altro, il più elaborato e progressivo del mucchio (Another Murder) che è un bel pezzo, niente male. Mi sta simpatica anche "Hero for an Hour" che Totonno si canta da solo. Ma la mia preferita è "Water out of Wine", con la voce suadente di Jayney Klimek e la tastiera flautata di Banks, è il gioiello del disco. Oh, è una canzone di cui sono sempre stato innamorato, la trovo bellissima. La Klimek per par condicio canta anche in quella schifezza di "Back to Back" orrido brano scala-classifiche (nelle intenzioni...). Insomma, mezza-merda e mezzo-buono, è un disco dignitoso, il migliore dopo l'esordio.
  • hjhhjij
    1 set 20
    Quello che non aveva capito è che la gente che li seguiva all'epoca vedeva e sentiva solo il frizzante tappetto di Susussuvaffanculudio, mentre per quelli lì lui era solo uno delle due spalle comiche dei video da (non) ridere. Ah, comunque c'è anche il brano schizofrenico in sè, "Still it Takes me by Surprise", ballad non brutta ma fin troppo plasticosa e gnè-gneggiante nel cantato ma con un piacevolissimo intermezzo solista al piano di Banks che la tiene a galla. Il cantante di questa è coso, lì, dai, quello. I musicisti sono di prima scelta (Stuermer, Palladino, Colaiuta) ma quando Banks decide che deve metterci la cacata oh, non è che ci possono fare granché.
  • Flame
    3 set 20
    non ho mai avuto la voglia di approfondire tonino solista, giusto qualche canzone del primo che non erano male, ma da quel che ho sentito manca a mio gusto un contraltare più ruvido del sound che invece nei nei Genesis c'era. I pezzi da te segnalati appena ho tempo me li sento per curiosità.
  • hjhhjij
    3 set 20
    Si, Banks quand'è da solo è un romantico-melodico al 100% gli mancano quelle sferzate elettriche nelle quali era coinvolto o che scriveva lui stesso quando era col gruppo. Ma il problema è soprattutto la scarsa qualità del suo lavoro da solista, purtroppo, è tutto qui. Fai bene a non approfondire.
tony banks: the fugitive
CD Audio Non la voglio
Fa schifo.
tony banks: a curious feeling
CD Audio Ce l'ho ★★★
Fu un buon esordio solista, un lavoro più che discreto che non lasciava presagire la futura pochezza dei dischi in proprio (e non solo, ehr...) di Totonno Banche. Diciamo che segue una scia, a livello di sonorità e scrittura, molto vicina a quella di "And Then There Were Three" e d'altronde era questa la cifra stilistica del Banks autore di fine anni '70, un pop elegante e raffinato con spunti prog, melodico, lineare, romantico e un po' malinconico e ovviamente incentrato sulle tastiere. Totonno essendo un orso totale, suona tutto da solo, dal pianoforte al triangolo equilatero, chiama giusto Chester Thompson alla batteria e un cantante, Kim Pancetta, dalla voce pulita, chiara e per me un po' anonima, con certe canzoni che improntate sulla sua vocalità tendono quasi a sonorità semi-aor per le quali non impazzisco. In realtà l'unico brano che mi regala vere emozioni è l'ispirato strumentale "Waters of Lethe", con bellissime melodie banksiane e Totuzzo che si diletta anche alla chitarra elettrica. Il resto sono canzoni o strumentali più che gradevoli, giusto un paio di cacatelle (brutta forte la taitoltrac) ma il resto è musica piacevole. Certo non è un disco particolarmente bello o chissà cosa, se poi pensiamo che è il suo migliore, bah, peccato. Lo dico, degli esordi solisti dei vari Genesis è quello meno bello secondo me.
  • dsalva
    14 dic 22
    .....e per distacco.
  • hjhhjij
    14 dic 22
    Stanno ricicciando fuori vecchie definizioni perché mi sto divertendo a giocare con le stelline ahahah comunque si, anche se il primo di Collins è più o meno su 'sto livello alla fine, più che discreto si ma nulla di molto oltre e con un pezzone in repertorio.
Lo dovrò comprare questo disco. Me lo aveva consigliato gente affidabile del debasio, mi aspettavo belle cose. Oh, è MOLTO meglio di quanto sperassi. Questo primo album è fulminante. Un tizio nato con la pigmentazione della pelle tutta sballata (o son sballate le corde vocali, non so) con la maggior discrepanza voce-volto da me mai vista prima che si presenta con una serie di canzoni bombe colme di R&B, Funk, Soul e groove micidiale, quella voce, appunto, lì per poi rallentare con le ultime canzoni e dimostrarsi anche splendido "crooner" romantico. Antonio Giovanni Bianco si destreggia come cantautore (tutta la prima metà del disco) eccellente interprete (Bacharach, il suo conterraneo Slim Harpo, Jim Webb ecc.) e pure chitarrista dellamadonna, acido e Funkybombastico. Visto che c'era, scrive anche un classico come "Polk Salad Annie". Stupendo, bravo, bis.
  • Onirico
    21 set 18
    Quale pezzo/i consiglieresti a un appassionato di assoli di chitarra?
  • hjhhjij
    21 set 18
    Assoli "classici" non ce ne sono propriamente, grandi parti di chitarra (anche usata molto ritmicamente) sono in tutti i primi 6-7 pezzi.
  • imasoulman
    21 set 18
    non so chi sia questa 'gente affidabile del debasio', ma di sicuro, chiunque essa sia, ti ha reso un buon servizio
  • hjhhjij
    21 set 18
    Eccellente servizio. Eccellente. Non so, uno di costoro è un fan di tali Sam & Dave, magari lo conosci. E, a proposito, @[imasoulman] l'ascolto di questo album fighissimo mi porta a scoprire almeno un altro paio di nomi che il buon Tony ha coverizzato nell'ultima parte del disco: di Jimmy Webb ad esempio che mi diresti ?
  • imasoulman
    21 set 18
    che è un grande songwriter che ha donato decine di pezzi a tanti grandi...
  • hjhhjij
    22 set 18
    Ecco, dovrò ascoltare qualcosa anche di suo.
  • masturbatio
    22 set 18
    Prendo appunti, non so quante vite mi serviranno per ascoltare tutto ma prendo appunti.
  • imasoulman
    23 set 18
    ...ma pure 'Continued' dell'anno seguente merita un sacrificio di pecunia
  • hjhhjij
    23 set 18
    Immagino. E quelli dopo ?
  • imasoulman
    23 set 18
    non li ho in casa, ma ne sempre letto benissimo almeno fino a 'The Train I'm on'. Magari mi dirai tu
  • hjhhjij
    23 set 18
    Appena li avrò ascoltati ben bene, quando sarà, ben volentieri.
TUTTO, ma solo tra sei mesi, quindi mille anni fa.
Tool: Undertow
CD Audio Ce l'ho
Tool: Aenima
CD Audio Ce l'ho
Toto: Toto
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Si, ok, non saranno proprio il mio servizio da Tè, e non rappresentano certo lo stile e le sonorità che preferisco, ma i Toto son sempre un bel sentire e in particolare questo esordio (come anche il disco successivo) che mi piace molto, è un bel disco davvero. La loro vena pop dei momenti più ispirati e la loro indiscutibile abilità come musicisti in questo primo disco si apprezza particolarmente. Poi oh, io starei ore a sentire Jeff Porcaro suonare la batteria. Dovessi mettere in piedi un "Supergruppo del Pop" il batterista sarebbe lui, troppo facile, un fenomeno.
  • hjhhjij
    16 dic 22
    @[sfascia carrozze]
    @[G] mannaggia la mamma dei database, ma come mai tutta questa promiscua mischiaggine di copertine che non stanno al loro posto ?
  • G
    16 dic 22
    e lo chiede a me, una vita in lotta con le copertine ribelli.
  • G
    16 dic 22
    un po' meglio così?
  • hjhhjij
    16 dic 22
    Impeccabile.
  • Qvali copertine?
  • hjhhjij
    16 dic 22
    Cuelle!
  • AH!
  • Cioè, ma, veramente Lei, lì, apprezza i Toto?
    Robba da DeBannaggio super-immediatissimo!
  • hjhhjij
    16 dic 22
    MM, ne apprezzo sicuramente 2-3 disculi, però come dicevo prima, non sono la mia tazza da tè propriamente detta. Il che è un peccato, perché non potrò nemmeno berli dopo il mio DeBannaggio.
  • hjhhjij
    16 dic 22
    Visto che ci siamo @[G] ma come mai non si riesce a modificare le opere dopo che qualcun altro le ha commentate ? Mi spiace dover polverizzare commenti altrui o discussioni solo per voler eventualmente cambiare qualc'apostrofo'osa.
  • G
    16 dic 22
    Credo sia uno dei misteri misteriosi del debasio. Una questione di fede ormai
Toto: Toto IV
CD Audio Ce l'ho ★★★★
I Toto: ottimi musicisti, grandi professionisti del pop, band di tutto rispetto però personalmente non mi hanno mai colpito più di tanto, pur restando un ascolto piacevolissimo. Questo quarto disco è un 3-4 dai, un 3 abbondante, qualche bel pezzo pop, ovviamente ben suonato e poi qui c'è Peter Griffin Bless the Rains Down In Africa
  • De...Marga...
    8 ott 14
    Questo è uno di quei gruppi che non ho mai amato; a parte qualche sparuto brano. Ma non chiedermi il motivo di ciò.
  • kaiser soze
    8 ott 14
    la tipica band di maestrine. sempre precisini, puliti, ben vestiti, educati, composti, formalmente impeccabili... hanno fatto anche pezzi notevoli, però alla lunga gonfiano le palle.
  • hjhhjij
    8 ott 14
    Si ecco, più o meno l'effetto è quello.
  • perfect element
    23 giu 15
    Basta l'accoppiata "Afraid of love / Lovers in the night" a farli entrare di diritto nell'olimpo. Sono precisi e puliti in quanto musicisti extraordinaires. Band di maestrine un par de palle, mica parliamo dei Dream Theather. Un pò di rispetto per una delle migliori band dal vivo.
  • Concordo in pieno con Perfect.
    Si possono anche esprimere giudizi negativi basati solo su sensazioni a pelle, poi però sono a rischio di smentita secca da parte di chi ne sa di più, ha approfondito di più, magari è stato semplicemente a un loro concerto.
    A parte che il vecchio cantante Kimball non era per niente preciso... stonava ogni due per tre e infatti l'hanno cacciato, due volte.
    Ricordo la mia meraviglia alla contemplazione di Jeff Porcaro, la prima volta che li vidi dal vivo, a Reggio Emilia nell'82 mi pare. Lo conoscevo su disco come perfetto batterista da ballate e da funky pop... me lo ritrovai davanti a cinque metri (ero nelle prime file) che tirava come un transatlantico, che botta!
Tweedy: Sukierae
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Me lo sono voluto fare come regalo di natale dopo un primo ascolto in mp3 indubbiamente piacevole. Il difetto del disco è l'eccessiva lunghezza con 20 brani che, alla lunga, un po' annoiano; nel complesso però le belle canzoni ci sono e sono tante, Tweedy si conferma incapace di deludere, e il figlio si presenta come valido batterista (un po' come Casey Waits con babbo Tom). 3.5 arrotondato per eccesso senza problemi, bel dischetto, aspettando gli Wilco...