Laurie Anderson: Home of the Brave
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E' un album derivato in parte, dalla soundtrack del film omonimo
Laurie Anderson: Mister Heartbreak
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All'album collaborò anche Peter Gabriel
Laurie Anderson: Big Science
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Curiosità:
Il famoso singolo O Superman, fu stato utilizzato verso la fine degli anni '80 dal nostro Ministero della Sanità come soundtrack di spot per la prevenzione dell'AIDS.
Laurie Anderson: Strange Angels
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Per questo album Laurie Anderson decise di prendere lezioni di canto e scoprì di avere una voce da mezzo-soprano.
Laurie Anderson: Bright Red
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Il disco è composto da due sezioni di sette tracce.

"Bright Red":
Speechless – 5:20 (Anderson)
Bright Red – 3:12 (Anderson)
The Puppet Motel – 3:09 (Anderson, Brian Eno)
Speak My Language – 3:38 (Anderson)
World Without End – 2:47 (Anderson)
Freefall – 4:32 (Anderson)
Muddy River – 3:02 (Anderson, Brian Eno)

e le restanti sette

"Tightrope":
Beautiful Pea Green Boat – 4:20 (Anderson)
Love Among the Sailors – 2:49 (Anderson)
Poison – 3:47 (Anderson, Brian Eno)
In Our Sleep – 2:31 (Anderson, Lou Reed)
Night in Baghdad – 3:23 (Anderson)
Tightrope – 5:58 (Anderson, Brian Eno)
Same Time Tomorrow – 3:51 (Anderson)
Laurie Anderson: O Superman (for Massenet)
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O Superman (for Massenet) è caratterizzato dalla ripetizione, per tutti gli otto minuti, della sillaba "Ah" con un tono vocale robotico, è il singolo di debutto di musica elettronica di Laurie Anderson, pubblicato nell'ottobre 1981.
Lenny Kravitz: Lenny
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In quest'album il polistrumentista Leonard Albert "Lenny" Kravitz suona anche uno ehm, S t i l o f o n o . . .
Lenny Kravitz: Mama Said
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Tra i musicisti di questo album ci stava pure Sean Lennon al pianoforte
Lenny Kravitz: Are You Gonna Go My Way
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Tra gli altri strumenti in questo album ci stanno pure:
1 flicorno
2 viole
3 violini
2 violoncelli
1 corno francese
Lenny Kravitz: 5
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In questo album Craig Ross suona anche una ehm, B o t t i g l i a
&
mentre Terry Manning suona un ehm, P i a n o f o r t e G i o c a t t o l o
Leonardo Sciascia: La strega e il capitano
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Ancora una volta quel che preme a Sciascia è scrostare dalla Storia le innumerevoli maschere del potere, sino a svelarne il volto ripugnante e primigenio.
(cit. Adelphi)
Leonardo Sciascia: La scomparsa di Majorana
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«Oggetto: Scomparsa (con proposito di suicidio) del Prof. Ettore Majorana».
Un documento di polizia per aprire le indagini su uno di quei casi, prediletti da Sciascia, dove l’enigma insoluto, con la sua verità nascosta, induce ad andare oltre la cronaca, dentro l’anima di un uomo. (cit, Adelphi)
Leonardo Sciascia: Il mare colore del vino
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... tra il primo e l’ultimo di questi racconti si stabilisce come una circolarità:
una circolarità che non è quella del cane che si morde la coda...
(L. Sciascia)
Leonardo Sciascia: Todo modo
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Se dovessimo indicare una forma romanzesca capace di rivelare come si compone e come si manifesta quell’impasto vischioso del potere che la politica italiana ha avuto per lunghi anni il funesto privilegio di produrre, basterebbe rimandare alle asciutte pagine di Todo modo...
Leonardo Sciascia: Il contesto
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... cominciò a scrivere questo romanzo come un «divertimento» – e presto gli si trasformò fra le mani in qualcosa di terribilmente serio. In un paese non nominato eppure a noi tutti familiare, una successione di assassinii e di funerali ufficiali scandisce la vita pubblica.
Con assoluta chiarezza, ma su un fondo tenebroso, si disegna in questa storia la fisionomia di un anonimo protagonista, quel potere che – nelle parole di Sciascia – «sempre più digrada nella impenetrabile forma di una concatenazione che approssimativamente possiamo dire mafiosa» (da Adelphi)
Leonardo Sciascia: Il giorno della civetta
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Sciascia sottopose il testo a un delicato lavoro di limatura, riducendolo ai tratti essenziali con l’arte del «cavare»: e, visto a distanza di anni, tale lavoro si rivela più che mai un’astuzia dell’arte. (da Adelphi)
Leonardo Sciascia: Morte dell’inquisitore
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«è un libro non finito, che non finirò mai, che sono sempre tentato di riscrivere e che non riscrivo aspettando di scoprire ancora qualcosa»
(L. Sciascia)
Leonardo Sciascia: Gli zii di Sicilia
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«E mi sentivo come un acrobata che si libra sul filo, guarda il mondo in una gioia di volo e poi lo rovescia, si rovescia, e vede sotto di sé la morte, un filo lo sospende su un vortice di teste umane e luci, il tamburo che rulla morte. Insomma, mi era venuto il furore di vedere ogni cosa dal di dentro, come se ogni persona ogni cosa ogni fatto fosse come un libro che uno apre e legge: anche il libro è una cosa, lo si può mettere su un tavolo e guardarlo soltanto, magari per tener su un tavolino zoppo lo si può usare o per sbatterlo in testa a qualcuno: ma se lo apri e leggi diventa un mondo; e perché ogni cosa non si dovrebbe aprire e leggere ed essere un mondo?» (da Gli zii di Sicilia)
Leonardo Sciascia: Occhio di capra
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... è forse la più agile e acuta introduzione alla civiltà siciliana che possiamo leggere.
Il fondo è il più ricco e misterioso: la lingua.
E Sciascia la indaga amorosamente, riconoscendo nei più bizzarri modi di dire la concrezione di interi racconti, di oscure intuizioni metafisiche, di temi favolistici... (cit Adelphi)
Leonardo Sciascia: Una storia semplice
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Una storia semplice è una storia complicatissima, un giallo siciliano, con sfondo di mafia e droga.
Eppure mai – ed è un vero tour de force – l’autore si trova costretto a nominare sia l’una sia l’altra parola.
(cit Adelphi)
Leonardo Sciascia: Il Consiglio d’Egitto
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Abdallah Mohamed ben Olman, ambasciatore del Marocco, si trova a Palermo nel dicembre 1782, per via di una tempesta che ha fatto naufragare la sua nave sulle coste siciliane.
È questo il caso che fa nascere, nella mente dell’abate Vella, maltese, e incaricato di mostrare all’ambasciatore le bellezze di Palermo, un disegno audacissimo: far passare il manoscritto arabo di una qualsiasi vita del profeta, conservato nell’isola, per uno sconvolgente testo politico,
Il Consiglio d’Egitto, che permetterebbe l’abolizione di tutti i privilegi feudali e potrebbe perciò valere da scintilla per un complotto rivoluzionario. (da Adelphi)
Leonardo Sciascia: A ciascuno il suo
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Sobrio, amaro, sottilmente sarcastico, e insieme netto e preciso nei contorni, racconta la storia di un farmacista che «viveva tranquillo, non aveva mai avuto questioni, non faceva politica», e un giorno riceve una lettera anonima che lo minaccia di morte. (da Adelphi)
Leonardo Sciascia: Il cavaliere e la morte
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Il protagonista di questo romanzo è un commissario di polizia, il cui solo nome qui è Vice: sostituto, forse di qualcosa che non c’è affatto, supplente di una realtà già scomparsa, o dilatata fino a diventare irreale, come la moneta in tempo di inflazione. (da Adelphi)
Leonardo Sciascia: Porte aperte
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La macchina giudiziaria si muove – e sin dall’inizio aleggia sul processo l’ombra della condanna a morte.
In Italia «si dorme con le porte aperte»: era questa una delle più sinistre massime del regime, che molto teneva a sottolineare, in mancanza della libertà, il proprio culto dell’ordine.
(cit. Adelphi)
Leonardo Sciascia: 1912 + 1
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Perseguendo due poetiche apparentemente inconciliabili, quella della digressione e quella della concisione, egli riesce a gettare la massima luce su un oggetto proprio quando sembra parlare d’altro: evoca un clima storico sprofondando nei dettagli del processo...
(da Adelphi)
Se si vuole avere il senso immediato, incontrovertibile della grandezza di Tolstoj già in poche pagine, basta aprire questo libro. Storia apparentemente delle più comuni – un personaggio mediocre e senza profilo scopre, dopo un banale incidente casalingo, di essere affetto da una malattia mortale –, la vicenda di Ivan Il’ic è forse l’opera dove, più che mai, la morte diventa presenza, interlocutore, addirittura potenza evocatrice di una nuova realtà. (cit. Adelphi)
«Non importa che età avete, se siete importanti o insignificanti: tutti tornate a essere bambini».
Virginia Woolf

- Se da un lato vi si può leggere una parabola che svela le assurdità e le incoerenze della vita adulta, dall'altro vi si coglie, immediata, una raffinatissima abilità linguistica, dove il gusto per il paradosso e il calembour, il nonsenso e la parodia si esprimono con impareggiabile inventiva.
- Un classico, quindi, cui hanno guardato molti protagonisti della letteratura del Novecento da Queneau a Nabokov. (cit. Einaudi)
  • Almotasim
    4 ott 17
    Grandissimo libro! Subito in mente materie come Matenatica, Scoria,...
Lo squalo: Peter Benchley
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Da questo bel romanzo è stato tratto il film omonimo, diretto da Steven Spielberg nel 1975 ed interpretato da Roy Scheider, Robert Shaw, Richard Dreyfuss ecc...
Fu il film che decretò il successo del regista, che aveva già diretto prevalentemente film per la televisione, seppure di ottima qualità come Duel e qualche episodio de "Il Tenente Colombo". il film si differenzia, per l'assenza della tresca amorosa del biologo Hooper, nonché per il fatto che Hooper sopravvive, assieme al poliziotto, alla missione di caccia.
Da "Lo Squalo" sono stati realizzati tre sequel e niente... ah no, non so dire se m'è piaciuto più il libro o il film