Wassily Kandinsky: Punto, linea, superficie
Cartaceo Ce l'ho ★★★★★
«È come un pezzo di ghiaccio entro cui brucia una fiamma» scriveva Kandinsky in una lettera del 1925, alludendo alla sua pittura.

Ma lo stesso si potrebbe dire del libro che egli avrebbe pubblicato pochi mesi dopo, Punto, linea, superficie, testo capitale e rinnovatore per la teoria dell’arte e non solo per essa. (da Adelphi)
William Faulkner: Le palme selvagge
Cartaceo Ce l'ho ★★★★★
Due storie narrate a capitoli alterni e che mai s’intersecano: quella dei due amanti che fuggono dalla società per chiudersi nel loro rapporto esclusivo e che nel tentativo d’interrompere una gravidanza finiscono con l’autodistruggersi; e quella del detenuto che durante la grande inondazione del Mississippi viene mandato in cerca di una partoriente aggrappata a un albero semisommerso, la trova, fa nascere il bambino, porta entrambi in salvo e poi, invece di darsi alla fuga, rientra nella monastica società del penitenziario. (cit. Adelphi)
  • Stanlio
    21 set 17
    Milan Kundera: «La Sonata opera 111 [di Beethoven] mi fa pensare a Palme selvagge di Faulkner, in cui si alternano un racconto d’amore e la storia di un evaso, due soggetti che non hanno nulla in comune, non un personaggio, e neanche una qualunque percettibile affinità di motivi o di temi: una composizione che non può servire da modello a nessun altro romanziere, che può esistere una volta e basta, che è arbitraria, non raccomandabile, ingiustificabile – ed è ingiustificabile perché dietro di essa si avverte un es muß sein che rende superflua ogni giustificazione».
William S. Burroughs: La macchina morbida
Cartaceo Ce l'ho ★★★★★
Il titolo "The Soft Machine" si riferisce al corpo umano e il tema del libro è di come certi meccanismi di controllo invadano la sua esistenza.
Lo stile riprende quello di Pasto nudo (Naked Lunch), precedente di due anni.
L'autore ha aggiunto un'appendice con resoconti sul proprio abuso di morfina, come una sorta di malattia del metabolismo dal quale è poi riuscito a sfuggire. (cit. da wiki)
  • Stanlio
    20 set 17
    Il mondo che molti identificano con gli scenari di Blade Runner era già stato disegnato anni prima, e con più venefiche insinuazioni, da William Burroughs, soprattutto nella Macchina morbida.
    È un mondo intermedio fra l’organico e l’inorganico, dove la droga – ogni sorta di droga – costituisce il collante universale, e la paranoia, con la sua inclinazione a trovare in tutto – e in primo luogo nella mente dei singoli come della società – qualche perverso agente di controllo, costituisce la lingua franca, l’unica in cui personaggi larvali sono in grado di intendersi. (cit. da Adelphi)
  • nes
    20 set 17
    philip dick è anche droga, tanta, ma la droga non è la tematica. La droga serve a sviluppare la tematica, che è: "esisto? sono vivo? cos'è lì'esistenza, cos'è la vita" (cit. da Uno che ha letto Dick)
  • Stanlio
    20 set 17
    di Philip K. Dick devo avere qualche ebook e prima o poi me lo sparo...
  • nes
    20 set 17
    Non hai letto ubik? pentiti, vergognati ecc.. e RIMEDIA.
  • Stanlio
    20 set 17
    vabbè tanto finchè Lui è vivo e noi siam morti che fretta c'è...?
  • nes
    20 set 17
    ah ok, l'hai letto...
  • Stanlio
    20 set 17
    no ma mi riserverò di farlo presto, (ho solo sbirciato su wiki...) he he
  • mrbluesky
    20 set 17
    si però hehe lo posso dire solo io
  • Stanlio
    20 set 17
    ooooh, hu hu...
  • mrbluesky
    20 set 17
    HeHe
"Junkie" è il titolo originale, Burroughs razionalmente ed obbiettivamente annota la sua esperienza di tossicomane in genere, da medico, da antropologo, comincia a scrivere Junkie a Città del Messico, dove rimase dal 1948 al 1950, quando frequentava l'Università del Messico con una borsa di studio per ricerche sulla storia azteca e i codici, la lingua e l'archeologia maya, assumeva eroina e morfina già dai tempi di New York e New Orleans, comprandole legalmente con normali ricette mediche (all'epoca queste droghe erano vendute anche in farmacia) o al mercato nero.
William S. Burroughs: Pasto nudo
Cartaceo Ce l'ho ★★★★★
Il titolo "Naked Lunch" fu un'idea di Jack Kerouac che prese una frase di una poesia dal titolo "Sul lavoro di William Burroughs" dell'amico Allen Ginsberg.
Si tratta di un libro con frasi apparentemente senza senso e non correlate tra loro, in realtà il filo conduttore dell'opera è il controllo sulle menti che lo Stato può attuare sugli individui. (cit. da wiki)
È basato sulla vita, o più precisamente sulla morte, del criminale statunitense Dutch Schultz, legato al cosiddetto sindacato ebraico. (cit. wiki)

In questa sceneggiatura per film rivivono le ultime parole di Dutch Schultz, già proprietario di un bar clandestino negli anni Venti e quindi fondatore di un impero della birra.
Ferito alle 22,20 del 23 ottobre 1935, muore venti ore dopo.
Uno stenografo della polizia annota al suo capezzale tutto quello che Dutch dice, circa 1200 parole.
Le ultime parole di Dutch Schultz costituiscono un delirio ispirato.
Raramente il senso della vita e della morte è stato reso in modo più drammatico. (cit. sugarcoedizioni.it)