In questo album di collaborazione con Warren Ellis, Nick Cave abbandona parzialmente i toni depressivi di Skeleton Tree e il "wall of sound" denso, magico e tragico di Ghosteen a favore di un sound più dinamico, che richiama talvolta i primi tempi della sua carriera e i dischi con i Grinderman. E' un Cave che si slancia in epici sermoni politici (White Elephant, il capolavoro del disco a parere di chi scrive), fornisce semplici riflessioni sulla desolata vita e sul significato dell'amore alla luce dei recenti avvenimenti (Albuquerque, Balcony Man e la title-track) e tocca corde tragiche ed emotive con la sua splendida interpretazione vocale (Hand of God, Shattered Ground, Old Time).
Nonostante sia poco rivoluzionario, Carnage apre le porte di un nuovo capitolo nella carriera di Cave, meno piegato dalla croce dei lutti familiari e più propenso ad affrontare tematiche attuali e universali.
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