Voto:
Grazie a tutti, troppo buoni! @Azzo: magari fossi "lui", purtroppo non so fare i fake, è più forte di me.
Voto:
Vedo con piacere che in tanti la pensano come me: sarà stato anche un album mediocre (si salvano la titletrack, Sangue impazzito, Lombardia, Freedom) ma è stato un po' il sigillo di un'epoca, una specie di contraltare italiano del grunge. Spiace solo per la fine che ha fatto Renga!
Voto:
Loro sono sempre stati bravi. Il live è decisamente peggiore dei due precedenti, ma preferisco comunque non votarlo per ragioni "affettive" (verso il gruppo, e anche verso il logo). Di fatto il passo d'addio della band, visto che dopo la partenza di Albert Bouchard non sarebbe stata più la stessa cosa.
Voto:
Mai lodati abbastanza. Tu una certezza.
Voto:
Se il messaggio è che la vera parità dei sessi si ha quando una donna incompetente ha le stesse chance di un maschio incompetente, potrei anche convenire. Però che triste Italia descrivi (e rappresenti).
Voto:
Grazie a tutti. @Carlo: la battuta su Giulietta è davvero epocale, anche se la mia preferita è quella dei fiorentini ai tifosi del Como [Voi co-maschi, noi co' femmine]. Io conosco veramente pochi veronesi "doc" (e nemmeno del tutto) per cui non posso giudare. Penso comunque che il miglior modo di vivere una città o un luogo sia quello di non esserne veramente parte, di non essere organici al suo sistema sociale e di non esserne "figli", nè biologicamente nè "culturalmente", e posso dirmi allora fortunato a non essere figlio nè di Verona, nè della sua splendida periferia sud o est. @azzo e gae: in effetti eravamo in pochi, io ho passato giorni d'ansia credendo di non riuscire a prenotare e muovendo mari e monti. Comunque meglio così, l'atmosfera alla fine ne ha guadagnato, anche se con un po' di cupezza penso a come Ligabue riempie l'Arena con canzoni che sono l'imitazione fallimentare di un certo rock americano "muscoloso" nella cui grande tradizione rientra anche Mould. @Kosmo: nessuna malinconia, dai! Solo la fortuna di poter conoscere certi artisti, e addirittura vederli dal vivo in un luogo che sembra scolpito dalle loro canzoni.
Voto:
Visto oggi pomeriggio in televisione con un certo ritardo rispetto agli originari programmi - e, peraltro, in via del tutto casuale - mi è piaciuto soprattutto per la fotografia e l'ambientazione, quasi astratti (in questo, consiglio un paragone con il quasi coevo "L'ultima donna" di Ferreri, sempre con una giovane Ornella Muti in un ruolo non troppo distante da quello di Vincenzina, quasi a dire che tutte le periferie sono uguali, infelici allo stesso modo). Lo squallore dei luoghi, esterni ed interni, rimanda come ovvio metaforicamente a quello di tutti e tre i protagonisti del dramma/farsa, che alla fine si ritrovano parimenti sconfitti: il povero Basletti fa certamente la fine peggiore, più che altro per non sapere portare alle estreme conclusioni il suo sussulto di orgoglio, risultando un gran perdente tout court (notare il tentato suicidio simile a quello della moglie del Mascetti in Amici miei atto II: stesso attore, stesso personaggio con la predisposizione al gioco, stesso regista, assonanza dei cognomi!); il poliziotto Pizzullo forse è quello che se la cava meglio, fra i tre, perchè i suoi scarsi orizzonti di vita, la sua scarsa capacità di interiorizzare, il considerare Vincenzina come "fimmina" intercambiabile con un'altra "fimmina" (la moglie) rendono la tresca come una vicenda della vita, non turbando il suo infantilismo cialtronesco (clamoroso quando prepara il caffè al Basletti!), la sua fisicità giocosa, che emerge anche nell'ultima scena in cui gioca - ma potremmo dire: si balocca - con gli aeroplani. La sua sconfitta è come una sconfitta in un gioco o sport; da ultima Vincezina, e qui devo dissentire dalla recensione, in quanto la fine della storia con il Basletti non rende certo libera o indipendente la ragazza. Non solo perchè poi racconta di altri tentativi di rapporti con uomini più grandi e relativamente più ricchi e potenti andati male, come riedizione della sua dipendenza da figure come il Basletti, ma anche perchè, nel suo farsi strada nella vita, come sindacalista, replica proprio la figura dell'ex marito. La scena in cui la vediamo spignattare con la sigaretta in bocca è il sigillo di un fallimento e di una storia triste come la canzone che chiude il film.
Voto:
Su Current ci sono cose interessanti, questo documentario su tutti. Testimonianza drammatica, viva.
Voto:
A Ske', ho cambiato idea ;)))))... i link ieri sera andavano, comunque sono il video ufficiale di You Better... e un live di Cry If You Want. Tant'è.
Voto:
Degli Who post-Moon salverei ambedue gli album: dice bene che You Better You Bet è splendida (toh:https://www.debaser.it/main/Video.aspx?y=ir2rFb_ghn0) e salva tutto Faces Dances, però pure quest'album non è da gettare. Non paragonabile ai loro primi capolavori, ma tutto sommato sono invecchiati dignitosamente, meglio di tanti gruppi degli anni '60 e '70. La zampata di It's Hard resta però questa canzone, con un bel drumming (anche se Keith Moon era un'altra cosa):https://www.debaser.it/main/Video.aspx?y=fV6ud6PluYo&feature=related