Voto:
Anche io ho scritto illo tempore (mi adeguo all'atmosfera, sai com'è) una pagina per questa sezione, "L'idiota" di Dostoevskij, la scrissi con l'intenzione di omaggiare uno dei colossi della letteratura mondiale che mi hanno insegnato a leggere davvero. Mi ripromisi di non farlo mai piu (Mi si perdoni l'assenza di accento, ma la "u" accentata è scomparsa dalla mia tastiera). Il fatto è che recensire un classico della letteratura su un sito come Debaser, e dedicargli quindi appena una paginetta e mezzo di word, non solo risulta piuttosto riduttivo ma rischia di produrre un compitino a metà fra una recensione, un tema in classe e un saggio mal scritto. Proprio come la mia pagina, una delle poche che vorrei non aver mai pubblicato. Il caso vuole che oggi, proprio dopo un pomeriggio di studio intensivo in vista di un esame di letteratura latina, vedo fare capolino nella home una "recensione" delle "Metamorfosi". Ammetto di aver provato un profondo senso di noia notando l'ampiezza dello scritto ma mi son forzato a leggere tutto ben benino. Mi spiace dover far presente un paio di osservazioni. Apuleio non è fra gli ultimi autori della letteratura latina pagana: il "De concubitu Martis et Veneris" di Reposiano o il "Pervigilium Veneris" di Tiberiano risalgono al IV secolo d.C. circa, e poiché Apuleio, come giustamente viene riportato, è vissuto nel II secolo, appare evidente che la letteratura pagana ha davanti a sè ancora duecento anni di vita. In secondo luogo, il testo di Apuleio ci è giunto integralmente per una ragione molto precisa: negli anni della sua pubblicazione "Le metamorfosi" divennero un "best seller", come un moderno romanzo di Dan Brown, per intenderci, per questo esistono decine di codici, una ricchissima tradizione manoscritta. D'altronde l'opera rema fin troppo a favore del cristianesimo: le divinità pagane vengono ridicolizzate in un'umanità esasperata e grottesca, come dice la recensione. Duole notare che in tutto questo dilungarsi sulla religiosità di Apuleio e sul suo rapporto con la religione pagana non c'è alcun riferimento alla "Fabula Milesiae" e al tema centrale dell'opera: l'"improspera curiositas", la curiosità infruttuosa che porta Lucio ad attraversare infinite avventure e che ritroviamo in maniera speculare nella "storiella", come trovo scritto su, di Amore e Psiche. Per farla breve, meglio astenersi dal voto. A che serve un 2 ad una recensione che, senza dubbio, aveva la semplice intenzione di condividere una scoperta, un interesse? A che serve un 5 ad un capolavoro inestimabile?