Voto:
"Un flauto ispirato" scrivi ma direi proprio di no, è drammaticamente calante! Il disco nel complesso mi piace.
Ikarus Ikarus
28 lug 19
Voto:
Ottima recensione ma il sax è un soprano, in "Eclipse" si sente perfettamente.
Voto:
'Bayou Country' assolutamente da recuperare. Loro 2^ uscita e, sistemati i suoni ancora un po' grezzi del precedente, si addentrano nei territori che permetteranno loro di sintetizzare il suono e lo spirito di un'epoca (cito in parte dal bellissimo libro di Ezio Guaitamacchi "100 dischi" per gli Editori Riuniti). Non ci sono i Jefferson o i Dead lisergici, si torna all'origine del blues, quello essenziale ed anche un po' narcotico che mi piace tanto, lavoro trascinato alle vette dalla splendida versione di Proud Mary che decretò il successo di questo disco mescolando con disinvoltura country e rock, album un po' più cupo con riferimenti all'Hoodoo e dove Mississipi e zone paludose caratteristiche della Louisiana emergono tra i solchi, John Fogerty canta con voce nerissima per questo splendido viaggio tra soul, blues e country su un barcone nel delta Americano ma va benissimo anche se ci spostiamo per una discesa lungo il fiume nero del Vietnam, il Mekong che in realtà era, per le riprese di Apocalipse Now, il Pasangjan nelle Filippine, un viaggio dove la musica dei C. C. R. ci accompagna in un girone blues che sa di dantesco tra fucili e pupazzi voodoo. Disco che mai annoia anche se il loro meglio ha ancora da venire.
Voto:
Ottimo lavoro ma non concordo con il tuo inizio, la traccia finale è quella che per me vale il disco e l'ho segnata sul foglio che ho lasciato a mia moglie per la mia futura cerimonia di cremazione quando Iddio lo vorrà.
Voto:
Una buona recensione, complimenti, aggiungerei che questo lavoro iniziale è la base per il cambio di direzione che porterà poi all'approdo ad un pop etereo e visionario molto originale dal buon successo commerciale.
Voto:
Una bella guida per chi deve scoprire un buon disco purtroppo caduto nel dimenticatoio dei più.
Voto:
Mi terrei sulle tre stellette per il disco che ho riascoltato e francamente trovo l'esecuzione un po' rozza. Le idee kraute ci sono tutte e questo me lo fa apprezzare anche per l'anno di incisione. La recensione invece è molto simpatica. Bravo!
Voto:
Recensione interessantissima ed ampia, avrei una sola piccola cosa da dire, l'attenzione è posta molto su Eno e meno su Budd che è il compositore ed esecutore della maggior parte di quello che contiene il disco e a riprova di questo lo stesso Eno aveva dichiarato che Budd componeva e suonava mentre lui si dedicava al suono.
Voto:
Bella recensione, scritta con cuore ed anima. Bel disco che parla di lui ma, come sempre nelle sue opere, parla di noi che siamo andati a tutti i suoi concerti quando era in zona, noi che nelle osterie ci siamo ancora andati prima che le chiudessero tutte, noi che abbiamo suonato e cantato la locomotiva centinaia di volte e ci siamo commossi alle sue figure del frate o della bambina portoghese.
Voto:
"... è un album di cover ed un album di cover di solito segna un momento dell'artista di pausa, di mancanza di ispirazione, segno di stanca creativa. Non è così per il nostro, è un lavoro riflessivo, molto ispirato nelle tracce pensate da altri ma rielaborate completamente, rivoltate come un calzino e molto merito va a Bob Ezrin alla console come già fu nel primo album solista di Gabriel del 1977, ma l’eroe nascosto del disco è l’arrangiatore John Metcalfe ex Durutti Column che ha saputo prendere ogni idea di Gabriel, ogni suo spunto ed intuizione e trasportarle in partiture volatili e dinamiche spolverate di orchestre e violini, di fiati e atmosfere lontane anni luce da batterie e ritmi troppo invadenti. Così destrutturate e ricostruite si fatica a riconoscere gli originali..."
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