@JDV666: personalmente ho sempre preferito Brave New World a 1984 (lo dissi già nel commento che lasciai per l'altra rece di questo libro: Brave New World è molto più agghiacciante perché, alla fine, la gente è "felice", mentre invece in 1984 regna malgrado tutto paura e dolore... ora, siamo d'accordo sul fatto che, nel libro di Huxley, si tratta di una "felicità" sintetica, animale, infantile (per riprendere l'analisi della rece) in cui il soggetto non si sceglie la vita ma la subisce passivamente.. ma tuttavia, gli uomini dipinti da Huxley non soffrono.. ecco perché trovo che il romanzo ha molto più impatto--> la distanza fra il lettore (che condanna il mondo descritto) e i personaggi (che ci si trovano proprio bene) è quello che manca a Orwell--> alla fine nel mondo descritto in "1984", nessuno vorrebbe viverci.. mentre invece, in quello di Orwell, anche se non vorremmo forse "viverci" potremo farci forse una "vacanza"...
Il mio libro preferito in assoluto: non è una distopia, il mondo descritto non è orribile.. Il genio di Huxley sta proprio qui: nel paradosso del desrivere una società "perfetta" in cui tutti sono "felici"-->l'aspetto inquietante (la distopia quindi) ce lo mette solo il lettore, attraverso i suoi valori (e non tanto quelli di John perché, alla fine, John non è che abbia i nostri stessi valori: John è un asceta nutrito di Shakespeare, che pecca per l'eccesso inverso: da una parte una società senza ideali e dedita ai piaceri sensuali, dall'altra un uomo nutrito di valori dell'Inghilterra del '600 e che vuole agire solo secondo la "virtù" (e così non vuole farsi Lenina che gliela darebbe volentieri.. ma che mal ci sarebbe?)