Voto:
Una vertiginosa parabola che dura quasi dieci anni non avrebbe mai raggiunto le stelle se non fosse partita da queste alture. Oggi mi sento poetico.
Voto:
qui si va oltre i soliti 90. Un inno alla pecorina con la schiena inarcata.
Voto:
gran recupero. Spiazzante il tuo massimo dei voti, ti facevo un po' più sofisticato (/snob :)).
Voto:
si ma qualcuno esorti i due individui qui sopra, che sono ascoltatori preparati, a procurarsi quantomeno "Down Colorful Hill". E qualcun altro persuada hj a cercare meglio nella discografia d(e)i Sun Kil Moon, ché il capolavoro ci dev'essere... o forse no. Maledetti fantasmi.
Voto:
Ti prego muoriii
Voto:
non sono d'accordo, per me la paura e il sentimento piu grande degli essere umani quella che ci custodia tutti dentro il sentimento del sesso: il sesso. Per il resto non ho capito cosa intendi quando scrivi: "Per correr miglior acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a sé mar sì crudele; e canterò di quel secondo regno dove l’umano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno. Ma qui la morta poesì resurga, o sante Muse, poi che vostro sono; e qui Caliopè alquanto surga, seguitando il mio canto con quel suono di cui le Piche misere sentiro lo colpo tal, che disperar perdono. Dolce color d’oriental zaffiro, che s’accoglieva nel sereno aspetto del mezzo, puro infino al primo giro, a li occhi miei ricominciò diletto, tosto ch’io usci’ fuor de l’aura morta che m’avea contristati li occhi e ‘l petto. Lo bel pianeto che d’amar conforta faceva tutto rider l’oriente, velando i Pesci ch’erano in sua scorta. I’ mi volsi a man destra, e puosi mente a l’altro polo, e vidi quattro stelle
non viste mai fuor ch’a la prima gente. Goder pareva ‘l ciel di lor fiammelle: oh settentrional vedovo sito, poi che privato se’ di mirar quelle! Com’io da loro sguardo fui partito, un poco me volgendo a l ‘altro polo, là onde il Carro già era sparito, vidi presso di me un veglio solo, degno di tanta reverenza in vista, che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista portava, a’ suoi capelli simigliante, de’ quai cadeva al petto doppia lista. Li raggi de le quattro luci sante fregiavan sì la sua faccia di lume, ch’i’ ’l vedea come ’l sol fosse davante. «Chi siete voi che contro al cieco fiume
fuggita avete la pregione etterna?», diss’el, movendo quelle oneste piume. «Chi v’ha guidati, o che vi fu lucerna, uscendo fuor de la profonda notte che sempre nera fa la valle inferna? Son le leggi d’abisso così rotte? o è mutato in ciel novo consiglio, che, dannati, venite a le mie grotte?». Lo duca mio allor mi diè di piglio, e con parole e con mani e con cenni reverenti mi fé le gambe e ‘l ciglio."
Voto:
Lo farò. Anche perché hai linkato un brano degno di nota in playlist. Di tuoi scritti invece ne preferisco altri, ma non male anyway.
Voto:
Io piuttosto lo comprerei per la copertina, stai sicuro che a qualcosa torna utile. Capito Flo? Stanne certo.
Voto:
non è esattamente il solito "se non ti piace questo, non capisci un cazzo di musica", ma parliamoci chiaro, chi non riconosce che questo sia un buon disco è davvero inutile che si erga a paladino della critica musicale. Vado controcorrente e passo volentieri per quello che ascolta musica di merda, anche se in realtà sono anni che non lo ascolto e tendenzialmente ascolto ben altro, ma sottoscrivo le timide lodi al disco presenti nella pagina.
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