Voto:
L'ho ascoltato abbastanza e mi sento di confermare che, a differenza di wow e endkadenz, non si tratta di un disco di rottura.
In alcuni momenti c'è anche del nuovo (Certi magazine è estremamente italiana, l'intro di sino a notte stile on the road), per altri versi è apprezzabile che un nuovo disco venga ancora considerato come buttare giù la tua roba e registrarla, e viene più facile creare un frankenstein (cielo super acceso arriva dal suicidio dei samurai, crystal ball arriva da derek, in generale lo stoner di requiem che era stato abbandonato quando l'approccio al songwriting partiva più dal piano che dalla chitarra).
E liricamente: tu, me, te, capterò, fra le righe, blu, i sogni tuoi, s'instaurerà, mi conviene, e compagnia bella.
L'estetica è tanto pastiche, ma (e proprio per questo) il giudizio di chi ha apprezzato i lavori precedenti verrà viziato ascolto dopo ascolto, quando i brani cominceranno a farsi strada dentro chi li aspettava da un po'. Verdena è uno dei casi in cui la componente -attitudine- è la cosa cui più mi identifico, e ormai il rapporto dura da un casino. Non trovo qui dentro inno del perdersi, waltz del bounty, ho una mia fissa, loniterp, è solo lunedì, dymo, contro la ragione, vivere di conseguenza (che considero pezzoni inarrivabili). O comuqnue dovrò aspettare un po' per capirlo (ma credo di no)